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Vigna Clara, mai dire mai in via del Podismo

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Galvanica Bruni

Non bisogna mai dire mai perchè tutto può sempre accedere: anche l’impossibile. Così recita il proverbio.

E l’impossibile accaduto in via del Podismo, quello in cui nessuno avrebbe creduto, è che la riqualificazione dell’ormai famosa “casetta” tramite la concessione all’Associazione So.r.t.e che sembrava fosse lì lì per prendere inizio è stata rinviata sine die.

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Accade dunque che ai ragazzi dell’associazione So.R.Te. Solidarietà Romana sul Territorio, ai primi di novembre 2016, a chiusura di un bando pubblico, era stata aggiudicata la famosa casetta di via del Podismo. Un piccolo manufatto di nemmeno 50 metri quadri abbandonato da circa 4 anni all’interno di un’area verde lasciata anch’essa all’incuria.

Per farne cosa? Il progetto Casa Vittorio Trombetti. Cioè una serie di iniziative fra le quali alcune attività destinate a giovani di ogni età per permettere loro di accrescere le proprie conoscenza scolastiche.

Previste anche iniziative a favore delle giovani madri, dei bambini delle case famiglia o di strutture d’accoglienza e a favore dei bisognosi in genere per garantire, attraverso raccolte di solidarietà, uno spazio dove trovare sempre vestiti e prodotti alimentari.

Una novantina di giorni dopo l’aggiudicazione – questi i tempi della burocrazia – il 30 gennaio l’Associazione e i tecnici del Municipio XV effettuano un sopralluogo per la verbalizzazione e consegna chiavi.

E lì la sorpresa: la casetta è presenta diverse crepe nelle mura. Effetto delle ultime scosse di terremoto o di altre cause, magari smottamento del terreno di cui nessuno s’è accorto visto l’abbandono perenne?

Vallo a sapere, ma una cosa è certa: l’associazione non ne può prendere possesso, troppo rischioso.

casetta-via-del-podismoE così i tecnici del municipio ritengono necessario provvedere – come si legge in una comunicazione, “a una campagna di accertamenti (monitoraggi) volta a stabilire se il cinematismo di rottura e ancora in corso ovvero che le lesioni riscontrate non siano riconducibili agli effetti dei recenti eventi sismici“.  Il che significa poco poco cinque-sei mesi di monitoraggio.

Un volta espletati tali accertamenti, “sarà possibile valutare le più idonee modalità di intervento per il ripristino delle condizioni di staticità generale del manufatto, al fine di poter procedere alla consegna dello stesso“.

Tale decisione viene comunicata al Campidoglio un mese e mezzo e dopo, esattamente il 15 marzo, e quest’ultimo, molto più celermente, cinque giorni dopo scrive all’Associazione: ragazzi, il vostro progetto deve aspettare, per la firma della concessione se ne riparla dopo che il XV avrà deciso cosa fare delle crepe.

Et voilà, mai dire mai.

La voce degli interessati

Prima di poter disporre davvero della casa, e quindi iniziare i lavori per il nostro progetto “Casa Vittorio Trombetti” bisognerà attendere, temiamo, almeno altri sei mesi”.
Così, con un tono di delusione, Francesco de Crescenzo, presidente dell’Associazione, dichiara a VignaClaraBlog.it sottolineando che “dopo gli oltre quasi quattro mesi di attesa dall’aggiudicazione del bando ad oggi bisognerà quindi, purtroppo, ancora aspettare” e chissà quanto.

Quel che dispiace – aggiunge Francesco – è che a rimetterci siano ancora una volta i cittadini, che già da diversi anni sono costretti a convivere con uno spazio dalle grandi potenzialità inespresse. “Intanto da parte nostra – conclude – continueremo a monitorare il territorio e fare il possibile per velocizzare le tempistiche tecniche come abbiamo sempre fatto dal giorno dell’aggiudicazione sino ad oggi rendendoci parte attiva in ogni fatto che riguardi la struttura e l’area circostante.”

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3 COMMENTI

  1. 6 Mesi per una verifica di agibilità?????? tanto per avere un termine di paragone, nel dopo terremoto del centro Italia sono state presentate oltre 200 mila richieste di verifiche di agibilità (oltre a quelle degli edifici pubblici) e 140.000 sono le verifiche già eseguite, mentre 120.000 sono quelle per le quali già è stato espresso l’esito ( positivo o negativo). Possibile che nella capitale tutto diventi più complicato?

  2. Ma semplicemente dare il fabbricato nello stato di fatto attuale e lasciare l’onore al privato che si è aggiudicato il bene in modo da non spendere soldi pubblici e accorciare i tempi no????

  3. sasà figurati se riescono a fare una cosa così sensata……
    e poi non scordiamo che la nuova società essendo una no profit non credo abbia tutta questa grande fantasia di mettere mano al portafogli anche perché sennò il portavoce almeno l’avrebbe buttata lì….
    Ma anche qui… figurati se la si dava ad un privato con un canone di locazione chiaro che dato il ricavato che generava si sarebbe impegnato nel ridare decoro al manufatto e al parco circostante….

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