“Arte vs. degrado” è un match che vede sempre la prima favorita sul secondo. Se poi scendono in campo anche quattro grandi attrici come Claudia Cardinale, Virna Lisi, Anna Magnani e Monica Vitti, allora si rischia la goleada.
E’ quanto successo nei corridoi della stazione ferroviaria La Giustiniana, da alcuni giorni rivitalizzati da un’opera dell’artista Tina Loiodice che raffigura i volti di quattro autentiche icone del cinema italiano.
L’iniziativa fa parte del progetto “Arte in stazione e città a colori”, promosso dall’associazione di protezione civile NSA Roma Nord e sostenuta da RFI (Rete Ferroviaria Italiana), che punta a donare nuova luce a 120 stazioni di Roma grazie all’opera di street artist e writer.
E ad accendere la stazione de La Giustiniana ci ha pensato lei, Tina Loiodice. La sua opera, dai chiari e fin troppo ovvi riferimenti alla pop-art, si snoda per gran parte del complesso iniziando dai muri all’ingresso, arricchiti anche dai contributi scritti del collettivo “Poesie Popcorn”, e proseguendo lungo le scale mobili e nel sottopassaggio.
Presenta tinte a pois, colori sgargianti e una luminosità finora sconosciuta a questo luogo. Ma sono la bellezza di quei volti e l’intensità di quegli sguardi a rapire l’occhio.
L’artista, residente a Tomba di Nerone, risponde ad alcune domande di Vignaclarablog.it
Com’è nata la tua partecipazione a questo progetto?
Mi è stato chiesto di prendervi parte dal responsabile di NSA Franco Galvano, con l’autorizzazione ed il sostegno di RFI, che ha approvato in via preventiva i bozzetti e finanziato l’acquisto dei materiali, mentre il lavoro è stato volontario. Ho scelto la stazione de La Giustiniana perché era quella del mio Municipio più vicina a dove abito, e come molte altre stazioni della tratta FR3 aveva senz’altro bisogno di luce e colori.
Perchè hai ritratto proprio quelle quattro attrici?
Sono state tutt’e quattro figure molto forti, simboli di passione, bravura e femminilità in cui ci si può riconoscere facilmente. Ma poi anche per un discorso più generale. Il cinema da sempre è stato legato all’idea della stazione come luogo d’incontro, di passaggio, di addii, di ricongiungimenti. Ci sono un sacco di esempi di scene di film, italiani e non, girate in stazione. La mia preferita è quella di “Amici miei”, dove i protagonisti prendono a schiaffi i viaggiatori affacciati dai finestrini.
In effetti la lista è lunghissima: “Tutti a casa”, “La ciociara”,” 8 e ½”, “Nuovo Cinema Paradiso”, “Che ora è”…..Da Comencini a Scola a De Sica, Fellini e Tornatore, tutti i più grandi registi hanno trovato la poesia nella stazione.
Girare un film forse è un tantino più complesso, ma pure la tua opera dà l’idea di un lungo lavoro. Quanto c’è voluto a realizzarla?
Circa un mese, lavorando dalla mattina alle 10-11 fino al tramonto. I tempi, però, si sono dilatati anche perché ormai ero diventata una presenza fissa in stazione e la gente si fermava a parlare, chiedendomi, dandomi consigli. E’ stato molto bello e stimolante, il confronto diretto con la gente è una possibilità che solo la street art può darti.
Questi stimoli esterni hanno influito nel processo creativo o l’idea che avevi in testa è rimasta immutata fin dall’inizio?
Hanno influito solo dal punto di vista quantitativo, nel senso che molti mi chiedevano di proseguire e disegnare altri volti – perché no la Lollobrigida o la Mangano, dicevano – però alla fine è rimasto tutto come avevo pensato, al netto di qualche ornamento che ho aggiunto durante la realizzazione.
La nostra interlocutrice, però, non è brava solo con bombolette e pennelli ma realizza anche oggetti artistici di vario tipo, dalle borse ai gioielli a molte altre creazioni. E possiede anche un atelier a Trastevere, la Galleria Spazio40.
Come mai per aprire uno studio hai scelto Trastevere e non uno spazio a Roma Nord?
Non c’è un motivo particolare se non il fatto che fin dalla prima volta che l’ho visto mi sono innamorata di quello spazio. Il fatto è che pur avendo vissuto a Roma Nord fin da piccolina, tranne che per un periodo in cui ho abitato a Monteverde, il mio quartiere non l’ho mai vissuto appieno. I progetti a cui ho preso parte qui, da Labaro al Parco Santa Maria della Pietà (ndr:dov’è presente con una sua opera nell’ambito dell’iniziativa “Caleidoscopio” di cui abbiamo scritto qui), sono tutti recenti. Ma la cosa mi piace e spero che ci saranno presto altre opportunità.
Valerio Di Marco
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Artista Tina Loiodice ha aggiunto le decorazioni piene dii colori, le faccie delle attrici da far riflettere -tutto con una semplicita’ – cambiando un posto anomimo, freddo e in degrado ad uno amichevole, sicuro- bravissima, bel progetto.