Home FORO ITALICO Come era rossa la terra del Foro Italico

Come era rossa la terra del Foro Italico

tennis terra rossa
Galvanica Bruni

Riecco gli Internazionali di tennis e noi, nostalgici come siamo, continueremo imperterriti a chiamarli così, esattamente come capitava un tempo, quando non c’era l’obbligo di ostentare il nome dello sponsor, che adesso porterà pure dané, ma toglie in maniera maldestra il fascino all’evento che, per gli appassionati della disciplina, vale più d’un master tipo Wimbledon o Roland Garros.

Nazionalismo allo stato puro? Macché, gli Internazionali di Roma rappresentano per un romano ricordi legati a quel nugolo di tennisti italiani che hanno segnato la storia del torneo e scorribande in voga quando i filtraggi non c’erano perché inutili, goliardate da “ragazzacci” che uscivano per la prima volta con gli amici e le veroniche di Adriano Panatta.

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Che quando vinse a Roma, anno 1976, sconfisse Newcombe e Vilas, mostri sacri della racchetta; che perse in finale contro Borg due anni dopo; che indicò a Tonino Zugarelli la strada per la finale, poi persa nel 1977, contro Vitas Gerulaitis.

Racchettate anni Settanta, roba da far impallidire l’Italtennis d’oggi, che trovarne uno (di tennista) che abbia fatto strada a Roma per far spellare le mani degli spettatori con un applauso risulta più difficile che trovare il classico ago nel pagliaio. E’ tutto diverso oggi, fra stucchevoli richieste di biglietti omaggio e file interminabili per un portachiavi-gadget, una birra e un panino a dieci euro e i telefonini che squillano puntualmente durante uno smash.

Quest’anno si gioca dall’otto al 15 maggio e in campo ci saranno Djokovic, Nadal, Federer, Murray, Williams, Kerber e gli azzurri Fognini, Seppi, Vinci ed Errani. Dicono, come accade tutti gli anni, che sarà l’edizione dei record, e c’è da credere sarà così.

C’è da sperare anche sul comportamento meno coatto del pubblico, che vorremmo “romano” e non stile hooligan; e c’è da augurarsi sul calo dei prezzi di vettovaglie proposte a chi s’addentra nei meandri del Foro Italico.

Non si può chiedere la cessione del quinto per sfamare una famiglia pronta a vivere una giornata in relax. Altrimenti, meglio qualche ora da spaparanzati sul divano di casa, magari con la finestra aperta e la tv accesa, pure se la cronaca non è più affidata a Giampiero Galeazzi o Guido Oddo.

Massimiliano Morelli

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