Ottavo giorno consecutivo di sciopero. Va avanti a oltranza il blocco delle 103 linee bus periferiche della capitale da parte dei dipendenti della società Roma Tpl senza stipendio da mesi. Blocco che però ha messo in ginocchio le periferie costringendo i romani all’uso dell’auto nonostante oggi sia previsto pure il blocco dei mezzi più inquinanti.
Questa mattina, riferisce l’Agenzia per la Mobilità, sono ferme tutte le linee con la sola eccezione della 049.
E tutto ciò nonostante che sabato 28 novembre, come si legge in una nota del Campidoglio, il Comune di Roma abbia liquidato l’importo di circa 12 milioni di euro in favore della Società Roma TPL, a titolo di contributo finalizzato al rimborso degli oneri derivanti dall’adeguamento del CCNL del Trasporto Pubblico Locale – relativo all’anno 2015 – per permettere all’azienda il pagamento degli stipendi dei lavoratori.
L’accordo sulla transazione, stretto nella mattina di sabato nel corso di una riunione in Campidoglio consente, infatti, alla Società Roma TPL, di rispettare l’obbligo a effettuare oggi, lunedì 30 novembre, il pagamento degli stipendi dei dipendenti relativi alla mensilità di novembre. La Società si è impegnata ufficialmente al rispetto del vincolo.
La protesta però prosegue e i 1800 dipendenti che avevano chiesto il pagamento entro oggi degli stipendi arretrati di ottobre e novembre aspettano l’incontro che si terrà alle 18 tra i loro rappresentanti e la prefettura.
Sarà forse questa l’occasione per discutere del loro pacchetto di rivendicazioni. Non si tratta infatti solo di stipendi arretrati non percepiti ma di ben undici richieste sulle quali i lavoratori non intendono cedere: “se non si raggiunge un accordo tra azienda e lavoratori – si legge infatti all’ultimo punto del documento – il blocco del servizio continuerà ad oltranza”.
Come prima cosa, i lavoratori chiedono il versamento immediato degli stipendi di ottobre e novembre e il rispetto dell’accordo siglato il 13 marzo scorso su regolarizzazione degli stipendi e tredicesima. A seguire, nessuna ritorsione e addebito per il blocco del servizio andato in scena questi giorni e la sospensione della procedura di licenziamento collettivo avviata per 143 lavoratori; il ripristino immediato del premio di risultato con i relativi arretrati da novembre 2014 comprensivi di buoni pasto da 5,29 euro e la liquidazione immediata dei 306 euro regionali dal 2009 ad oggi come da contratto.
E ancora, la sospensione del recupero retroattivo dell’Erg avviata dall’azienda più il reintegro della quota per parametro; la regolarizzazione delle rate previste dai fondi “Priamo”, “Inat”, “Andsai” e della cessione del quinto. Infine, l’avanzamento di carriera strutturato sui principi di meritocrazia e la tutela strutturale dei non idonei e la creazione di un tavolo permanente per la discussione dei piani industriali aziendali.
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