A settembre 2014, nella scuola media Nitti, al Fleming, è stato inaugurato il “Giardino di Mia”, un angolo verde e rigoglioso dedicato all’alunna Mia Neri, portata via da un tumore cerebrale maligno a soli undici anni. Il suo ricordo resterà sempre vivo. E ora lo resterà grazie anche ad un libro, “L’albero di Mia”, che verrà presentato domani, alle 17, nella hall del Policlinico Gemelli.
Mia fu colpita dal Glioblastoma, un tumore celebrale molto aggressivo e ancora oggi incurabile. La sua freschezza, la sua dolcezza e simpatia è rimasta nel cuore di molti compagni e professori. “Era una bambina sorridente, socievole e generosa, alla quale era impossibile non legarsi da subito”, così l’ha voluta ricordare a VignaClaraBlog.it la sua professoressa di Lettere in occasione dell’inaugurazione del giardino (leggi qui) intitolato alla piccola alunna.
E un segno l’ha lasciato anche in chi l’ha curata. Nasce così “L’Albero di Mia”, un libro-diario che raccoglie emozionanti racconti, lettere e pensieri e che verrà presentato domani, martedì 6 ottobre. Madrina dell’evento l’attrice Stefania Sandrelli.
Il libro è stato ideato, voluto e promosso dal dottor Giorgio Placidi, collaboratore del professor Benedetto Falsini presso l’Istituto di Oftalmologia dell’Università Cattolica di Roma, che ha curato Mia per molti mesi, avendo la piccola paziente perso quasi completamente la vista, in gran parte recuperata grazie alle terapie.
Il dottor Placidi è stato colpito da questo incontro, ha scritto lettere a Mia, ha scritto per lei dei racconti chiedendole di leggerli e correggerli, e alla fine, insieme all’amico Emanuele Bucci, ha voluto raccogliere il tutto in un volume, edito dalla casa editrice “Lapis”.
I proventi della vendita del libro andranno alla “Mia Neri Foundation”, presieduta dal professor Giovanni Neri, già Ordinario di Genetica medica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per la ricerca nel campo dell’oncologia pediatrica e nonno della piccola Mia.
“Con i fondi raccolti – dichiara il professor Neri – la Fondazione vuole investire soprattutto sul capitale umano, in favore di giovani medici e ricercatori che vogliano dedicarsi ai temi della oncologia pediatrica. Forse proprio dallo studio e dal lavoro di uno di loro potrà uscire l’idea innovativa e brillante destinata a rivoluzionare il campo. È quello che noi tutti ci auguriamo”.
Fabrizio Azzali
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