I continui tagli governativi sul trasporto pubblico locale hanno ingigantito le già forti criticità che vive il settore: 850 milioni di tagli (a livello nazionale) negli ultimi cinque anni, di cui 664 solo negli ultimi due. Se a questo aggiungiamo che la Regione Lazio risulta essere la più penalizzata con un taglio che sfiora il 32% rispetto alla spesa storica si può bene capire quanto sia necessario attivare strumenti mirati a razionalizzare la spesa.
Questi alcuni dati elaborati e analizzati dalla Cgil di Roma e del Lazio, dalla Cisl Roma e dalla Uil di Roma e del Lazio che, in collaborazione con l’Eures, hanno realizzato un dettagliato studio sul sistema di trasporto pubblico regionale per dimostrare che quello della Capitale può essere salvato, garantendo così anche risparmi e qualità del servizio.
“Servizi poco efficienti, costi e dispersione di capitali che potrebbero essere evitati attraverso la costituzione di un’Agenzia unica prima e di un’Azienda unica subito dopo. Il sindacato ha proposto sin dal 2007 alla Regione l’accorpamento delle varie società esistenti, presupponendo un forte risparmio della spesa pubblica – affermano il segretario generale della Cgil Claudio Di Berardino, il responsabile della Cisl Roma Capitale, Mario Bertone e il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – Oggi dimostreremo, dati alla mano, a quanto ammonterebbe tale risparmio e come risolvere il garbuglio attuale, partendo dall’accordo siglato lo scorso 17 luglio”.
Oltre a Cotral e ATAC, che da sole costituiscono circa l’80% dell’intera offerta regionale, sia in termini di fatturato che di forza lavoro impiegata, il servizio di TPL regionale è costituito da un universo di numerose piccole e medie imprese, soprattutto di proprietà privata, che si occupano di trasporto pubblico locale in maniera esclusiva o parallelamente ad altre attività (autonoleggio, trasporto privato, gestione dei rifiuti, ecc.) prestando servizio in aree geografiche molto ridotte (spesso non più di 5-6 Comuni).
“Partendo dall’analisi dei costi complessivi delle società di gestione del TPL regionale attualmente esistenti, confrontate con quelle attese per la nascente Agenzia Unica per la mobilità, abbiamo ipotizzato due scenari possibili – spiegano CGIL CISL e UIL – il primo considera una riduzione degli organi amministrativi, la parziale dismissione delle immobilizzazioni ed una riorganizzazione della dirigenza di circa il 33% rispetto alla consistenza attuale; il secondo considera invece un intervento più incisivo, prevedendo un complessivo dimezzamento dei costi attualmente sostenuti”.
Considerando quindi il primo scenario, che prevede un risparmio del 33% (pari a 261,7 milioni di euro in termini assoluti), i costi della nuova Agenzia/azienda unica, esclusi gli stipendi di autisti e macchinisti, ammonterebbero anziché a 790 milioni come attualmente (costi complessivi società di trasporto) a 529,3 milioni di euro, mentre facendo riferimento alla seconda ipotesi, che prevede un risparmio del 50%, le spese dell’Agenzia/azienda unica sarebbero pari a 395 milioni di euro.
La razionalizzazione delle spese sarà dovuta soprattutto alla dismissione delle immobilizzazioni materiali, a un ulteriore taglio alla spesa per i compensi dei membri del Consiglio di Amministrazione e dei collegi sindacali, che diventerebbero così un unico organo, e alla riduzione dei compensi dei dirigenti.
Basti pensare che la sola Atac possiede beni per un valore pari a 707,4 milioni di euro. Mentre ammontano a 12,5 milioni i beni di Cotral.
“Spese che scenderebbero drasticamente con un accorpamento di tutte le aziende di erogazione esistenti, sul modello della Puglia – spiegano i segretari confederali – dove il Co.tra.p. (Consorzio trasporti Puglia) ha integrato le 72 imprese di tpl pubbliche e private esistenti sul territorio regionale. Oppure il Piemonte che, pur non disponendo ancora di un’unica azienda di erogazione, ha creato da dieci anni un’Agenzia Unica, in grado di gestire il tpl in maniera associata per bacini di utenza, arrivando persino, in alcune zone, all’eliminazione del bit cartaceo e alla creazione della prepagata destinata esclusivamente al trasporto, il cui credito viene detratto durante il viaggio. Non pretendiamo tanto, ma un servizio pubblico ed efficiente si'”.
Nel primo semestre 2015 Atac ha percorso 4 milioni di chilometri in meno rispetto a quanto previsto nel contratto. Cotral è stata costretta a tagliare oltre 3 milioni di chilometri di corse lo scorso anno. Dei 2.089 autobus Atac attualmente sono in circolazione soltanto 1.167, che diventano 1.532 durante il periodo invernale.
E degli oltre 5 mila autisti, almeno il 10% è costretto ogni giorno a rimanere in deposito per mancanza mezzi, determinando un incremento dei tempi di attesa da parte dell’utenza.
“Ovviamente non è tollerabile una situazione del genere – concludono i sindacalisti – Cittadini e lavoratori sono esasperati, come vediamo quotidianamente e la politica reagisce addossando loro le responsabilità di negligenze, per usare un eufemismo, perpetrate negli anni. L’Agenzia e l’Azienda unica permetterebbero, come abbiamo dimostrato con i numeri, di salvare il trasporto pubblico e la qualità del servizio. L’importante è voler recepire ed agire in sinergia e con lucida concretezza”.
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CGIL-CISL-UIL, la triade compartecipe dello sfascio delle municipalizzate vuole fornire la soluzione… Siete parte del problema e non più credibili.
Privatizzate tutto. Una società come atac che perde milioni di euro al giorno…..non cura un aspetto fondamentale. Le proprie entrate. Sono più di quindici anni che utilizzo i mezzi pubblici e giuro che in tutto mi è stato chiesto solo tre volte l’abbonamento. E in nessuna di queste tre volte i controllori hanno verificato tramite i propri dispositivi se l’abbonamento fosse regolare Metrebus card. Sostanzialmente potevo non aver fatto mai la ricarica. Che dire …..quando chi governa una società non risponde a nessuno non si preoccupa di lavorare bene……specie se messo lì non per merito ma per favore di qualche politico o sindacato…..e pare che in Atac c’è ne siano tanti!!