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Le mani dell’‘ndrangheta sui fiori di Prima Porta

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Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Avevano il monopolio del commercio dei fiori nella zona di Prima Porta e rifornivano i chioschi davanti al cimitero gli arrestati nell’operazione condotta dalla Squadra mobile di Roma, denominata ‘Fiore Calabro’. Si tratta di 2 persone finite in manette, una ancora ricercata, e di beni per un valore di oltre 100 milioni di euro sequestrati.

L’operazione, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, nella giornata di venerdì 9 gennaio ha portato allo scoperto elementi di vertice dell’‘ndrangheta calabrese appartenenti alle ‘ndrine Palamara, Scrivia, Mollica e Morabito, operanti nel settore jonico della provincia di Reggio Calabria e con ramificati interessi criminali e imprenditoriali nella zona Nord della provincia di Roma.

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Come riferisce l’agenzia Adnkronos, la Dda ritiene tali ‘ndrine responsabili di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso, reati commessi per favorire l’associazione mafiosa per il controllo delle attività illecite sul territorio.

Tra le attività sequestrate dalla polizia una gioielleria in zona Trionfale, una azienda di allevamento di bestiame e macellazione carni situata in una collina di diverse decine di ettari ai confini con il territorio di Morlupo, un negozio di ottica a Morlupo, oltre dieci immobili ad uso abitativo e commerciale situati tra i comuni di Rignano Flaminio e Morlupo nonché numerosi conti correnti bancari, il tutto per un valore complessivo che supera i cento milioni di euro.

“Gli arrestati – ha detto il capo della Squadra mobile Renato Cortese – hanno tra le loro attività anche una società per il commercio all’ingrosso di fiori al cimitero di Prima Porta e i vari chioschi della zona si rifornivano da loro. E questo è il sintomo di una presenza forte e ingombrante di questi esponenti della ‘ndrangheta in città”.

Più in dettaglio, Placido Antonio Scrivia, Domenico Morabito (entrambi arrestati) e Domenico Antonio Mollica (ancora ricercato) sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Dda. E, secondo gli investigatori, sarebbero quindi elementi di vertice della ‘ndrangheta calabrese appartenenti alle ‘ndrine Palamara-Scriva-Mollica-Morabito operative nella parte Jonica della provincia di Reggio Calabria con ramificati interessi imprenditoriali e criminali a Roma.

Da alcuni anni i due arrestati, già colpiti da precedenti provvedimenti di sequestro di beni, avevano lasciato la loro terra di origine trasferendosi nei comuni di Rignano Flaminio e Morlupo dove, avvalendosi di una serie di prestanome, sono riusciti a penetrare nel tessuto economico della zona nord della provincia di Roma e nella stessa capitale, acquistando aziende commerciali, negozi, società che gestiscono la distribuzione di fiori, attività di ristorazione ed altro.

Gli indagati sono quindi ritenuti responsabili di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso.”Con questa indagine abbiamo dimostrato che ci sono esponenti di primo piano della ‘ndrangheta calabrese che negli anni si sono radicati nella zona Nord della città, hanno espanso il loro potere economico e commerciale, hanno occultato i loro beni affidandoli a prestanome – ha aggiunto il capo della Squadra mobile – Oggi siamo in grado di contestare tutto questo”. Claudio Cafasso

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4 COMMENTI

  1. Correva l’anno 2012 e il PD pubblicava a Roma un Libro bianco in cui tra l’altro si richiamava quanto segue : “…Abusivismo e illegalità nel Cimitero Flaminio di Prima Porta
    Gli interessi economici nella gestione delle attività cimiteriali sono di interesse anche delle organizzazioni criminali. Con i suoi 170 ettari di estensione, è il cimitero più grande d’Italia. È percorso da 70 km di strade interne. Più volte è stato denunciato lo stato di abbandono e di degrado di aree sia dentro il cimitero sia nei dintorni. L’attuale gestione dei servizi comunali è affidata all’AMA.
    Tensioni sono state denunciate dai fiorai che legittimamente svolgono il loro lavoro a causa di abusivi che fanno concorrenza sleale senza interventi o controlli da parte dei vigili urbani.
    Il XX Municipio ha attualmente approvato e sono in fase di spostamento i 7 fiorai del Cimitero Flaminio che hanno partecipato all’Avviso Pubblico ed è in corso la regolamentazione dei venditori fuori lo stadio Olimpico.
    I carabinieri della compagnia Roma Cassia hanno scoperto più volte traffici di stupefacenti tra le cappelle del cimitero.
    Negli ultimi mesi è attivo un servizio di pattugliamento di guardie giurate armate, presenti 7 giorni su 7 durante l’orario di apertura. Le guardie giurate operano in sintonia con la centrale operativa di competenza e con la sala operativa della videosorveglianza Ama garantendo, così, anche il pronto intervento in caso di necessità.
    Vi è anche una video sorveglianza di 30 telecamere che controllano i varchi di accesso, i crocevia, l’area crematoria, la camera mortuaria e gli uffici presenti nel cimitero… “

  2. Il cimitero di Prima Porta da anni è stato lasciato alla mercé di gente prezzolata. Basta pensare che sono stati rubati anche i lumini dei morti e spariscono anche i mazzi di fiori. Che fine fanno le ghirlande depositate dopo un funerale? Quale controllo viene effettuato sui fiorai abusivi? E si dimentica la gestione dei furgoni ristoratori in giro per Roma: a chi appartengono?

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