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Cassia, in vendita villa Paladini. Addio centro visite dell’Insugherata

Galvanica Bruni

vendesi240.jpgDopo Villa Manzoni, “soffiata” al Comune di Roma e divenuta sede dell’ambasciata del Kazakhstan, ora è la volta di Villa Paladini che, da anni in stato di completo abbandono, è stata posta in vendita in questi giorni. Così dice il il cartello sul cancello. E pensare che sulla carta doveva invece invece essere un bene pubblico…

Appare quindi molto probabile che per i residenti di Tomba di Nerone, e in generale di Roma Nord, sfumi così la possibilità di vedere la villa trasformata in “centro visite” della Riserva dell’Insugherata. Era infatti questa la sua ultima destinazione ufficiale.

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Villa Paladini è una bella villa novecentesca a due piani, con inferriate e ringhiere artistiche, che prende il nome dal suo costruttore e che nel 1992 fu donata dalla vedova, al momento della morte, alla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Da allora versa in una sconcertante situazione di degrado e per molto tempo è stata anche utilizzata da senza tetto e sbandati fino a quando non si è proceduto a murare tutti gli accessi.

L’edificio, in questo lento e continuo degrado, è stato però in buona compagnia: anche il bel parco era diventato terra di nessuno e in poco tempo, nonostante la vigilanza, si era trasformato in una discarica.

Documentammo il tutto tre anni fa (leggi qui) ma la situazione nel frattempo è notevolmente peggiorata.

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Villa Paladini, con il suo parco, costituisce in realtà la “porta di accesso” all’Insugherata e la sua vendita, a meno che non venga acquistata da un ente pubblico, impedirà la realizzazione di un ingresso alla Riserva Naturale.

Non è certo un caso che il Piano di Assetto dell’Insugherata, approvato con una delibera del 2002 e pubblicato nel lontano 2006, abbia previsto nella Scheda Intervento V/03-S/03 la destinazione della villa a “centro monitoraggio e documentazione ambientale”; un progetto da realizzare con finanziamenti pubblici ricorrendo anche all’acquisizione mediante esproprio o utilizzo in comodato d’uso.

Una ipotesi mai presa in considerazione e che a distanza di un decennio rende oramai impossibile acquisirne la proprietà.

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Eppure in quella scheda si illustrava il tutto con frasi come queste: “Questo progetto ha l’obiettivo di dare visibilità all’ingresso principale della Riserva e di dotare l’area naturale protetta dei necessari servizi”.

E ancora: “L’intervento consiste nella destinazione di Villa Paladini a Centro Visite e centro di monitoraggio ambientale e nella sistemazione di tutta l’area con attrezzature di sosta. Inoltre essendo un nodo di interscambio con la sentieristica si prevede l’installazione di cartellonistica informativa; si prevede anche il restauro dell’originario giardino e il recupero delle essenze arboree esistenti”.

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Un progetto che doveva rendere la Riserva fruibile a chi risiede in zona Cassia e che invece la vendita della villa probabilmente ad un privato renderà non più attuabile.

Pensare infatti che Roma Natura, l’Ente regionale che soprassiede ai parchi romani, possa acquistare la Villa è da escludere dal momento che lamenta da sempre la mancanza fondi; che sia il Comune ad intervenire è poco credibile visto anche il precedente di Villa Manzoni. E allora?

E allora ai romani (e in modo particolare a quelli di Roma Nord) non resta che mettersi l’anima in pace; tra qualche tempo osserveranno la Riserva e la bella villa attraverso le strette maglie di una rete con su scritto: “proprietà privata”.

Francesco Gargaglia 

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9 COMMENTI

  1. mi sono sempre chiesto di chi fosse quella bellissima villa….. è un vero peccato, sarebbe stata un posto splendido che avrebbe valorizzato l’intero quartiere e avrebbe dato finalmente un bel giardino con una meravigliosa villa alla collettività…. purtroppo a Roma si sono ormai mangiati tutto e le amministrazioni non sono mai state all’altezza….

  2. Se villa Paladini deve finire nell’incuria come tutto il perimetro del parco dell’Insugherata è meglio che venga acquistata dai privati. Il Comune e il municipio non sono neanche capaci di mantenere in ordine il verde pubblico, vedi il vicino parco di Tomba di Nerone, figuriamoci regalargli una villa del genere! Anzi prima la acquistano e meglio è o si rischia che dentro prima o poi ci vadano a dormire sbandati e immigrati.

  3. Circa una decina d’anni fa approfittavo, come molti, del passaggio fra le recinzioni per passeggiare con il cane nel magnifico giardino di questa villa e, da un giorno all’altro mi accorsi che un magnifico “stucco” posto sopra l’ingresso era stato staccato ed asportato; …sporsi denuncia ad ignoti per qulcosa di non mio. …Ora (apparentemente meglio recintata) rimane terreno di ubriaconi, nomadi o senzatetto ed il camper che spesso parcheggia sul passo carrabile inquadrato appartiene all’autista di una prostituta, forse anche “ufficio” di quest’ultima. ..Che peccato…

  4. Sto da qualche tempo provando a contattare Municipio e Comune per lamentarmi dello stato di degrado in cui verte la villa (noto a tutti, ma nessuno si muove); stato che espone i residenti della zona a rischi di salute (topi; zanzare; ecc), e di sicurezza, visto l’approssimarsi dell’estate ed il “rischio incendio” che in una boscaglia come è ridotto adesso il parco della villa, è più che concreto.
    Vi è tra l’altro un Asilo Nido confinante, frequentato da bambini da 0 a 3 anni.
    Una condizione come questa non dovrebbe essere ne accettata ne ammessa.

    Che la vendano o meno (il progetto pubblico sarebbe bellissimo se fatto) la priorità è che almeno intervengano per tenere l’area non dico in ordine (a quanto pare è chiedere troppo), ma almeno non in queste condizioni.

  5. Villa Paladini in vendita? Sempre meglio che lasciarla al degrado. Non mi scandalizzo visto come vengono gestiti i beni di tutti e lo stesso Parco dell’Insugherata al cui interno (magari spostandone i confini nel corso degli anni) sono stati costruiti interi condomini.

  6. Abito lì vicino e conosco la villa da quando sono nato.
    Concordo: molto meglio Villa Paladini in vendita ad un privato che sappia valorizzarla e togliere la situazione di degrado, nel rispetto delle regole e del pregio architettonico del fabbricato, piuttosto che il degrado più assoluto e del progetto – in teoria bellissimo ma di fatto irrealizzabile e costosissimo – di trasformare il bene da pubblico a privato.
    Poi mi risulta che sia scaduto il termine di decadenza, decorrente dalla delibera di approvazione del Piano di assetto della Riserva dell’Insugherata, entro il quale la Pubblica Amministrazione poteva esercitare il diritto di esproprio (o di acquisizione con altre modalità più privatistiche)

  7. Villa potenzialmente meravigliosa, un autentico gioiellino architettonico degli anni ’30. Certamente meglio in mano ad un privato, piuttosto che lo stato di deprecabile degrado e rischio anche di crollo che la contraddistingueva. Spero che il nuovo proprietario, con i recenti lavori intrapresi, elimini il rischio di crollo della struttura, la riporti all’antico splendore e ponga fine a tanti decenni di deplorevole abbandono, incuria e occupazione da parte di tossicodipendenti e alcolizzati, riqualificando l’intera area. Ricordo che sul retro della villa c’era lo spaccio di droga, con tanto di siringhe per terra, a pochi metri dall’asilo nido confinante!
    Le istituzioni pubbliche pensino a riqualificare le aree fortemente degradate già pubbliche, a partire dal limitrofo Giardino dedicato ai Caduti sul Fronte Russo (cioè l’area intorno alla Tomba c.d. di Nerone), per il quale il Municipio ha vinto a dicembre 2017 un importante finanziamento regionale a fondo perduto per la riqualificazione… ci manca solo che scada il finanziamento regionale o che quei fondi finiscano chissà dove!

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