Home AMBIENTE Tomba di Nerone: Villa Paladini, un gioiello che va alla malora

Tomba di Nerone: Villa Paladini, un gioiello che va alla malora

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Quando qualche mese fa venne messo un cartello che parlava della riqualificazione dell’area in molti gioirono; poi la presenza di alcuni operai che toglievano erbacce e rifiuti mandò l’entusiasmo alle stelle e pensammo. “Finalmente l’area di Villa Paladini verrà sistemata”. Passarono altri giorni e l’entusiasmo scemò perché spariti gli operai tutto in breve tornò come prima, anzi peggio, perché un largo squarcio è apparso nella rete che fa da protezione alla bella e malandata villa ubicata sulla Cassia, in zona Tomba di Nerone.

Sono poche le informazioni reperibili sulla Villa; voce di popolo, raccolta da VignaClaraBlog.it, dice che, contesa tra gli eredi, sia oggi proprietà di un Istituto pubblico. Inserita all’interno della Riserva dell’Insugherata, Villa Paladini sta però lentamente ed inesorabilmente andando in rovina.

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Abbiamo allora rispolverato la Scheda V-03 del Piano di Assetto della Riserva Naturale dell’Insugherata che stabiliva il restauro e la nuova destinazione: il progetto doveva dare visibilità all’accesso principale della Riserva di Via Cassia destinando Villa Paladini a centro visita e monitoraggio ambientale con sistemazione di tutta l’area con attrezzature di sosta.

Non solo, la Villa sarebbe dovuta diventare “un nodo di interscambio con la sentieristica”. Si, avete capito bene.
Sulla Cassia ci doveva essere un ingresso principale con un punto in cui confluivano una serie di sentieri, il tutto realizzato dall’Ente gestore con fondi pubblici ricorrendo all’esproprio o comodato d’uso.
E di quel progetto cosa rimane? Niente, solo macerie.

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Oggi la Villa, con le finestre murate come si fa per i lager, giace in completo stato di abbandono e con lei il bel parco che andava sistemato e dove dovevano essere piantate essenze autoctone.

L’edificio a due piani con le artistiche inferiate e ringhiere dopo essere stato per anni ritrovo di sbandati ora attende solo di andare in malora: quello che sorprende è che il bel rudere sia oggetto di sorveglianza da parte di un ente privato che ispeziona regolarmente, di notte, l’edificio.

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Il parco ormai è ricolmo di sporcizia e rifiuti e tra le erbacce si intravedono ancora pezzi di balaustre o antichi capitelli; tutto intorno è di uno squallore incredibile. Danneggiato il vecchio pozzo e la piazzola del dehor che d’inverno si riempie di acqua sporca e stagnante.

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E pensare che poco distante, nel piccolo giardino di Tomba di Nerone, altrettanto squallido e mal messo, dozzine di ragazzi sostano ogni giorno sedendo sui gradini della scala quando a pochi passi c’è quella grande villa abbandonata ed inutilizzata che doveva diventare “centro visite e centro di monitoraggi ambientale”.

Perché non farne allora un luogo di incontro con biblioteca, Internet-point, sala giochi (non slot-machine, ma giochi da tavolo) e palestra destinato agli anziani piuttosto che agli adolescenti del quartiere che in molti casi passano ore e ore in quei prati sporchi e pieni di rifiuti, alla merce degli spacciatori.
Mancano i fondi?

Volendo si trovano, perché volere è potere. Raschiando il fondo del barile, oppure rivolgendosi a privati e sponsor, o, meglio ancora, abolendo feste e sagre politiche autocelebrative precedute da “manifesto selvaggio”, i fondi salterebbero fuori.
Sarebbe uno dei pochi modi per ridare dignità alla politica e a quella malandata Villa.

Francesco Gargaglia

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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4 COMMENTI

  1. Sono di zona, conosco Villa Paladini da quando sono nato, credo sia stata sempre abbandonata, perlomeno dalla fine degli anni 60.
    Prima del tentativo di riqualificazione qualcuno ha rubato la bella madonnina in ceramica, oggi sulla facciata che da sulla strada è visibile la nicchia vuota 🙁
    Nel parco ci sono alcuni reperti di storia romana alcuni di un certo valore (storico, non economico tanto per essere precisi per chi potrebbe avere brutte intenzioni), tra cui pietre (basalto) che provengono dall’antico basolato della via cassia, sono ancora visibili i solchi lasciati dalle ruote dei carri!

  2. sarebbe bello sapere qualcsoa di pù sulla storia della villa? Era una residenza ufficiale o “estiva”? Chi la frequentò? Qualche aneddoto su coloro che la frequentarono…..

  3. Forse l’unico che può aiutarci è Rodolfo Bosi che conosce molto bene la storia di Roma Nord. Per quanto ne so credo che la Villa oggi, a seguito di lascito, sia dell’Istituto Italiano dei Tumori, lo stesso che non ha dato il proprio nulla-osta alla creazione di un sentiero di accesso all’Insugherata .
    Villa Paladini sarebbe veramente una grande risorsa: potrebbe essere espropriata e destinata, come nel Parco del Pineto o Aguzzano, a biblioteca e Centro Visita del Parco; potrebbe ospitare anche i Comitati di Roma Nord e sviluppare attività per i giovani e gli anziani. Trovare i fondi non dovrebbe essere difficile basta pensare al 1.500.000 Euro spesi per il “teatro della musica” o ai 3.000.000 impiegati dall’Università della Sapienza per la sistemazione di un’aula riunioni o ai 700.000 Euro spesi ogni anno dal Comune di Roma per un parcheggio semi vuoto o ai 14.000.000 spesi dalla Regione per i gruppi politici ecc…………………

  4. E’ vero, è un gioiello di architettura di inizio Novecento.
    Ultimamente i nuovi proprietari hanno finalmente iniziato i lavori di restauro, spero un intervento rispettoso del pregio architettonico della (potenzialmente) bellissima villa.
    Spero invece che il municipio riqualifichi il confinante giardino pubblico dei Caduti sul fronte russo, avendo vinto il finanziamento della regione: i lavori erano iniziati ma poi si sono bloccati…

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