Va in scena dal 15 al 17 luglio la quarta edizione del “Trofeo Niccolò Campo”: la manifestazione, ideata dall’associazione sportiva romana fondata dagli atleti della nazionale italiana di tuffi Nicola, Tommaso e Maria Marconi e dal tecnico federale Domenico Rinaldi, prevede gare dai trampolini di 1 e 3 metri e dalla piattaforma.
Spazio al “Trofeo Niccolò Campo”, manifestazione internazionale giovanile di tuffi che ha come obiettivo, oltre che la promozione dell’attività agonistica e della cultura sportiva “di eccellenza” tra le nuove generazioni, lo sviluppo di un’attività legata al sociale, attraverso la solida collaborazione con la “Niccolò Campo Onlus”, con particolare riguardo al progetto “Bimbingamba”.
Progetto che, ideato da Sergio Campo ed Alex Zanardi, punta al sostegno al mondo dell’infanzia malata e, precisamente, ai più piccini che ogni anno, a causa di malattie, incidenti o guerre, sono costretti a subire amputazioni agli arti.
Tre saranno le giornate di gare dai trampolini di 1 e 3 metri e dalla piattaforma, riservate a giovani tuffatori delle categorie A (16-18 anni), B (14-16 anni) e C (fino a 14 anni) di diverse nazionalità. Proprio nell’ambito di questa quarta edizione, si svolgerà anche – martedì 15 luglio alle 18), il primo campionato italiano di tuffi per atleti disabili (disturbo dello spettro autistico, in collaborazione con la Fisdir – Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale).
«Siamo molto orgogliosi di essere arrivati alla quarta edizione e vi aspettiamo numerosi – affermano i fratelli Nicola, Tommaso e Maria Marconi – Arrivare a questa quarta edizione è stato possibile grazie al successo dei tre anni precedenti e all’incremento delle iscrizioni. Nonostante le mille difficoltà e gli sforzi per l’organizzazione di questa manifestazione sportiva, ogni anno veniamo ripagati dalla felicità che leggiamo sul volto dei giovanissimi atleti partecipanti, che hanno la possibilità di divertirsi, giocare e gareggiare.
La collaborazione con la Fisdir, inoltre, indica che il nostro progetto legato ai disabili sta diventando qualcosa di ufficiale. Al mondo lo facciamo solo noi. Proprio ultimamente le federazioni inglese e norvegese ci hanno contattati, perché anche loro si stanno attivando in tal senso. Hanno voluto avere da noi informazioni circa lo svolgimento delle gare e l’organizzazione. E ciò ci dà la carica per migliorare sempre più».
Fabrizio Azzali
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