Sarebbe interessante sapere quanti soldi del contribuente sono stati spesi per sgomberare e bonificare quell’angolo di parco che da anni viene utilizzato dai senza tetto. Torniamo ad occuparci dell’Inviolatella Borghese, grande lembo di verde compreso tra la Cassia e la Flaminia, mai aperto ai cittadini.
Negli ultimi tempi l’Ente Parco di Veio è già dovuto intervenire almeno tre volte provvedendo prima allo sgombero di quanti si erano insediati nell’area e successivamente alla rimozione di materiali e rifiuti. Interventi pagati con i soldi dei cittadini che neppure possono godere delle bellezze dei luoghi.
Non così per senza tetto o immigrati clandestini che utilizzano l’Inviolatella con grande disinvoltura; a distanza di appena pochi mesi dall’ultimo sgombero sono tornati ad occupare l’area nei pressi del vivaio Horti di Veio.
Si tratta di un valloncello adiacente alla Cassia (da dove attraverso un piccolo sentiero si entra) nascosto da una fitta vegetazione e difficilmente individuabile da chi transita sulla consolare.
Un luogo ben conosciuto dai senza tetto che evidentemente si passano la voce tant’è che a distanza di poco tempo dall’ultimo intervento l’area è tornata ad essere occupata.
All’ombra degli alberi le baracche vengono montate in fretta e con i materiali più disparati mentre per i servizi igienici ci si accontenta delle infinite possibilità offerte dal sottobosco.
Una situazione di grande degrado tenuto conto che ormai sono anni che quel terreno viene ricoperto da rifiuti, detriti e dai “bisogni” di chi vi abita.
Va detto però che si tratta di una situazione generalizzata perché il degrado non si limita all’area dove sorgono le baracche; complice una recinzione incompleta (in parte divelta) e la totale assenza di vigilanza e controlli tutta l’Inviolatella (eccezion fatta per l’area di Via di Villa Lauchli gestita da privati) è in uno stato di grave abbandono.
Cumuli di sporcizia, rifiuti, calcinacci e vecchi elettrodomestici vengono abbandonati ai confini e all’interno di questa area di grande pregio naturalistico; a rendere possibile questo scempio la totale mancanza di ogni forma di manutenzione e l’impossibilità per i residenti di accedere alle aree comunali.
Una brutta storia che si trascina avanti da oltre un decennio e che non sembra avere una soluzione a portata di mano.
Agli occhi del tartassato contribuente sembra impossibile che dopo TASI, IMU e addizionale comunale non si riesca a scovare nelle pieghe del bilancio del Comune di Roma una modesta somma (si badi bene non stiamo parlando di milioni nè di centinaia di migliaia di Euro) per dare attuazione ai tanti progetti che riguardano l’area.
La cosa incredibile è che si preferisce invece continuare ad impiegare i pochi fondi disponibili per sloggiare i baraccati e procedere alla pulizia dell’area: soldi gettati al vento.
Sicuramente con la stessa cifra sarebbe stato possibile recintare l’intera area e aprirla ai cittadini che rimangono in fondo i più solerti guardiani del territorio.
Francesco Gargaglia
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buongiorno a tutti.
io sono relativamente nuovo della zona…. sono solo 2 anni che abito in zona san godenzo…
ho letto più volte notizie su questo pezzo di terra, ma non ho mai capito quale sarebbe il “problema” formale, o che viene indicato come tale, per non aprire il parco al pubblico.
qualcuno può aiutarmi ?
se il parco fosse aperto, il fatto stesso aiuterebbe anche a tenerlo pulito e senza accampamenti … (basta vedere villa ada… )
I terreni facenti parte dell’ex tenuta dell’Inviolatella e arrivati dal Demanio al Comune di Roma oggi sono concentrati in 3 aree: 1. Parco Didattico di Via di Villa Lauchli, aperto grazie ad un accordo con il Marymount International School che ne cura la manutenzione; 2. area attrezzata di Via dell’Inviolatella B. pronta da 16 mesi ma mai aperta perchè il Comune afferma di non avere le risorse per aprirla e gestirla; 3. area a sinistra di Via dell’Inviolatella B., grande area naturale, che si chiede venga aperta “ufficialmente” (ovvero senza fare alcun lavoro ma mettendola in sicurezza attraverso minimi interventi: un cancello e la segnaletica).
Per l’area 2 sono stati segnalati dai Comitati più soggetti disposti a farsene carico ma ora il Comune pretende che il possibile gestore, oltre a farsi carico a titolo gratuito della manutenzione, sfalcio erba, apertura e chiusura , si paghi pure una assicurazione annuale di 600 Euro!
Per l’area 3, nonostante le tante promesse di interessamento da parte del Comune, non è mai stata presa una decisione; l’area peraltro è frequentata dai residenti e ogni anno vi si organizzano passeggiate e la Festa dell’Inviolatella. E’ ovvio che l’apertura di queste 2 aree (la 2 e 3) risolverebbe il problema di chi vi si insedia abusivamente perchè la vigilanza verrebbe svolta indirettamente proprio da Comitati e cittadini.
Sono 12 anni che nell’area di sinistra si celebra la “Festa dell’Inviolatella” in attesa di una apertura ufficiale: 120 mesi o 4.380 giorni per mettere 1 cancello e qualche cartello di avvertimento!
Il tartassato contribuente potrebbe contribuire a non alimentare le discariche spontanee, conferendo i rifiuti nei luoghi all’uopo dedicati ( isole ecologiche dell’AMA) e/o usufruendo dei servizi dell’azienda stessa a domicilio o
presso i centri di raccolta allestiti periodicamente nei municipi in occasione della campagna “il tuo quartiere non è una discarica”.
durante l’ultima Festa dell’Inviolatella il Sig. Torquati si è impegnato ad aprire l’area attrezzata entro 15 giorni…..ormai dovremmo esserci!!!
Grazie francesco della risposta.
Non credo che io possa fare molto … ma cercherò di seguirvi e partecipare alle eventuali iniziative di sensibilizzazione…
…. intanto aspettiamo per vedere se Torquati, come dice matteo, mantiene fede alle promesse e apre l’area attrezzata….
In un paese serio, non il nostro, vi dovrebbero essere strutture adeguate per i senza tetto e gli immigrati. Il nostro governo con grande dilettantismo invece accoglie tutti, anzi andiamo a prenderli, con poche strutture di accoglenza e male organizzate. Lo stesso governo invoca l’alibi che l’Europa ci ha lasciati soli,
Debbo far notare che per ogni immigrato gli scafisti ed i loro organizzatori ricavano mille euro. A tutt’oggi con olre quarantamila disperati accolti nel nostro paese le cosche hanno guadagnato oltre quaranta mulioni di euro.
Fra di loro ci saranno sicuramente portatori di maattie endemiche, da noi ormai debellate.
Sarebbe più opportuno un accordo con i paese del nord Africa per delle serie visite di controllo ed imbarcare quelli aventi diritto direttamente nei luighi di raccolta.