Ironia e buona musica: il marchio di fabbrica degli Elio e le Storie Tese attraversa i tempi e le mode senza perdere mai la sua brillantezza. Dopo aver superato egregiamente la prova televisiva con “Il Musichione”, il “complessino di simpatici virtuosi” torna di nuovo on the road per un neverending tour di dylaniano rimando.
L’appuntamento romano è fissato per lunedì 21 luglio, con inizio alle ore 21, al Centrale Live del Foro Italico.
Sono virtuosi ma non schizzinosi, sono bravi ma non se la tirano, leggono la realtà – le sue contraddizioni e i suoi vizi – ma non sconfinano nel moralismo. Creano slogan che attecchiscono subito e non ti mollano mai (“Forza Panino!”), cercano e trovano collaborazioni fra gli artisti più disparati, rendono omaggio ai loro eroi, da John Holmes agli Area.
Ci danno dentro in studio e nei live, citano, cuciono e rimasticano. Sono originali – per usare un termine non originale – e sono pronti a rimettersi in gioco continuamente, senza paura di perdere la propria identità o di smarrire la strada. Sono acuti e divertenti – e non è un impresa facile in questi tempi conformisti che vogliono l’intelligenza disgiunta dall’ironia, come se la prima debba essere per forza connotata dalla noia e la seconda necessariamente svuotata di ogni contenuto.
Così, gli Elio e le Storie Tese – Christian Meyer (batteria), Faso (basso), Jantoman (tastiere), Cesareo (chitarra), Rocco Tanica (tastiere) e Elio (voce, flauto) – sbarcheranno di nuovo nella capitale per un concerto che gli appassionatissimi e sempre più numerosi fans del gruppo attendono con ansia.
Cosa dobbiamo aspettarci dal live romano? Difficile rispondere, dato che gli Elii cambiano spesso i brani della scaletta e hanno un repertorio molto vasto, ma proviamo, comunque, a fare qualche ipotesi non del tutto infondata.
Probabilmente ascolteremo diverse canzoni tratte da “L’Album Biango”, il loro ultimo cd uscito l’anno scorso. Quindi, non dovrebbero mancare né “Dannati forever”, il pezzo che ironizza sui peccati dell’uomo moderno e che cita il tema di “Psycho” e “Penny Lane”, né “La Canzone Mononota”, la perla sanremese la cui melodia, facendo fede al titolo, si base essenzialmente solo su una nota – ossia il do – che viene mantenuta per tutta l’esecuzione del brano, caratterizzato altresì da vorticosi cambi di accordi, ritmo e velocità e inzeppato anch’esso di citazioni che riguardano l’inno nazionale cubano, Bob Dylan, Rossini e Jobim (!).
Inoltre, estratti dallo stesso cd, dovrebbero arrivare anche “Come gli Area” – un delizioso omaggio al gruppo di Demetrio Stratos – e “Complesso del Primo Maggio”, ossia il pezzo gustosissimo che prende di mira i cantanti e le band che sono soliti esibirsi e connotare il concertone di Piazza San Giovanni.
Fra i classici, è assai probabile (e/o assai auspicabile) che ascolteremo “John Holmes (una vita per il cinema)” e “Servi della Gleba”, “Parco Sempione” e “Il Rock and Roll”. E di “Tapparella” e “Pippero”, ne vogliamo parlare? E, ancora, “Born to be Abramo” e “Supergiovane”? Però, ci sarebbe anche “T.V.U.M.D.B.”…
Ok, ok, ora ci fermiamo qui…come diceva qualcuno? “Comunque vada sarà un successo”? Ecco, appunto…
Giovanni Berti
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