Home ATTUALITÀ Foro Italico, quei cent’anni vissuti come un sogno

Foro Italico, quei cent’anni vissuti come un sogno

Galvanica Bruni

ff.jpgLo scenario del Foro Italico regala una domenica di spettacolo unico per chi ama lo sport. Il centenario del Coni riesce ad affascinare una platea vasta anche senza bisogno di lambire il mondo-calcio. Applausi per i paracadutisti, poi a fine serata lo spettacolo dei diecimila “in blu” per il volley

All’insegna dello sport, quello vero, praticato dagli appassionati, da chi s’accontenta di poter dire “io c’ero!”, oppure “io l’ho provato, almeno una volta!”. All’insegna dello spirito di sacrificio, della capacità d’aggregazione, della voglia di misurarsi ancor prima che con gli altri, con se stessi. All’insegna, soprattutto, delle famiglie.

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I cento anni del Coni sono stati festeggiati così, nell’area del Foro Italico, che per chi ancora oggi non l’ha capito non è solo l’area dove si giocano gli Internazionali e dove, fra le altre cose, domenica sera l’Italvolley di Mauro Berruto ha sconfitto 3-1 la Polonia.

Via delle Olimpiadi, fino ad arrivare allo stadio dei Marmi, passando per quella che viene definita la “palla”, e lo stadio Olimpico, dove si sono cimentati calciatori e rugbysti in erba, aspiranti praticanti del cricket e del football americano, dell’atletica leggera e della ginnastica. Rappresentati tutti gli sport a cominciare dal volley, sport che per forza di cose ha prevalso sugli altri, complici quegli oltre diecimila tifosi che si sono assiepati sulle gradinate del Centrale, dove generalmente i protagonisti sono Nadal e Federer, Djokovic e c’è sempre la speranza di veder nascere pure fra noi un campione tipo Pietrangeli o Panatta.

Per tacere del fatto che la più fotografata nella domenica del centenario è stata la coppa del mondiale femminile, piazzata nella teca dentro una pagoda dove il caldo era a livelli altissimi. E ancora, quando gira la voce che Lupo e Nicolai si sono appena laureati campioni europei di beach volley, ci si rende conto del fatto che la giornata è a tinte azzurro-volley, come le maglie di chi nel frattempo affluisce nel catino di quello che d’ora in avanti chiameremo la casa del tennis e della pallavolo. Inevitabile, no? Dopo aver visto lo spettacolo in scena contro i polacchi sarebbe il più clamoroso degli autogol non replicare l’iniziativa.

Poi i paracadutisti, spettacolo gradito da chi, quelli che si lanciano dall’aereo li ha visti solo sulle foto di google, e le Frecce tricolori, che hanno fatto capolino da Monte Mario e volteggiato sull’area senza dando appena il tempo d’osservare appena la scia. Ma non vanno dimenticati i pugili e i ballerini, gli schermidori e i pongisti.

Sì, è stato uno spettacolo straordinario. Replicabile per ovvi motivi solo fra cent’anni.

Massimiliano Morelli

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