Se soffrite di ipertensione e siete facili all’ira è meglio per voi evitare via Amoroso e via Monterosi. Se poi proprio non ne potete fare a meno allora prima passate in un bar della zona e fatevi servire una camomilla; in alternativa ripiegate sul valium.
I sentimenti che si provano nel girare per la zona sono rabbia e indignazione: rabbia per i fondi pubblici spesi per un’opera mai utilizzata e poi lasciata andare. Indignazione per l’incredibile stato di abbandono in cui versano le due strade: asfalto sbriciolato, buche come crateri, erbacce ad altezza d’uomo, sporcizia e rifiuti.
Poco importa che l’ampio parcheggio su Via Amoroso sia adibito a mercato rionale: qui pulizia e manutenzione sono attività del tutto sconosciute.
A pochi passi dal mercato c’è Via Monterosi che collega Corso Francia con Tor di Quinto; è qui che in occasione dei Mondiali di Calcio del ’90 venne realizzata la tristemente famosa stazione Vigna Clara utilizzata per una manciata d giorni.
Le vicende di quell’opera tanto costosa quanto inutile sono fin troppo note per parlarne; la cosa vergognosa è che dopo aver bruciato circa 75 miliardi di vecchie lire si sia deciso di abbandonare il sito diventato terra di conquista di sbandati e nomadi.
Nel corso degli anni quel tratto di ferrovia è stato selvaggiamente depredato nonostante più volte si sia parlato di rimettere mano al progetto. In un qualsiasi altro paese un’opera “ferma con le quattro frecce” la si sarebbe messa sotto custodia in attesa di tempi migliori. Da noi no.
Entrare è di una facilità estrema dal momento che la bassa rete di recinzione è un colabrodo.
Attraverso l’erba alta e le ortiche c’è un fitto dedalo di sentieri che portano agli edifici abbandonati e a quello che doveva essere il tracciato ferroviario; cumuli di sporcizia e di materassi sporchi, i resti di quello che fu un insediamento abusivo.
Le grate metalliche che proteggevano gli edifici sono state divelte e i materiali, compresi i quadri elettrici, sono stati trafugati. Perfino le grate che proteggevano i locali nel sottosuolo sono state rubate e ora si aprono ampie voragini dove il pericolo di caduta è molto elevato.
Una vecchia pompa idrovora posta al di sopra di un tombino è il segno inequivocabile che le gallerie sottostanti sono invase di acque sporche. Una situazione che va ben oltre quello che è il limite estremo della legalità ma anche della civile tolleranza.
Se volete proteggere il vostro cuore rimanete lontani dalla stazione Vigna Clara delle Ferrovie dello Stato.
Francesco Gargaglia
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