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XV, rispetta e fai rispettare l’ambiente

Galvanica Bruni

Un nuovo comandamento o un caldo suggerimento? Dipende da come lo si legge. Perché rispettare l’ambiente è dovere di tutti, anche dell’ultimo, numericamente parlando, municipio di Roma. Comandamento o suggerimento che sia, l’ambiente è sacro, soprattutto se all’interno di una Riserva Naturale. Ma andiamo con ordine.

Chi percorre via di Valgardena, una traversa di via Cassia Antica, rimane piuttosto frastornato dal fatto che la collina alberata che ha in cima Villa Manzoni è delimitata da cartelli che specificano che l’area è compresa sia nel Parco di Veio che nella Riserva Naturale dell’Insugherata.

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Se si consultano le “carte dei servizi” pubblicate dagli Enti gestori il mistero è però presto risolto; gran parte della collina, oggi proprietà dell’Ambasciata del Kazakistan, è all’interno del Parco di Vejo. Dove invece il bosco termina ed iniziano gli edifici del Consorzio Parco Fiorito c’è una striscia di terreno lunga 600 metri e larga 100-150 che fa parte della Riserva Naturale dell’Insugherata; si tratta pertanto di due aree che confinano tra di loro e ambedue sottoposte a stretti vincoli.

Ma se si osserva con attenzione la carta di Roma Natura si può notare anche un’altra cosa: la fascia di terreno adiacente a Via Taormina, nonostante sembri tutto tranne che un’area protetta, è in realtà una porzione dell’Insugherata e pertanto “riserva” a tutti gli effetti.

Divisa in due dal Fosso dell’Acqua Traversa, uno spicchio fa parte di un circolo sportivo mentre l’altro è un deposito di materiali del Comune e del XV Municipio.

Così infatti dice la targa posta all’incrocio tra Via Taormina e Via dell’Acqua Traversa: “Centro operativo e deposito per lavori di manutenzione strade, fogne e fossi nel territorio del Municipio XX”.

Ora quando si parla di un deposito in genere ci si aspetta un luogo ben ordinato con le attrezzature sistemate su scaffali, i mezzi allineati e i materiali in terra suddivisi in base alla natura: non una discarica come quella che già denunciammo in un articolo del 21 Dicembre 2011 (leggi qui).

21 dicembre 2011 – 9 ottobre 2013, cos’è cambiato nell’utilizzo di questa area? Nulla. All’interno del deposito anche in questi giorni giacciono cumuli di calcinacci e pezzi di asfalto. Insomma un lembo di una Riserva Naturale viene usato come deposito di materiali di scarto, forse anche inquinanti.

Una scelta infelice, un pessimo esempio da parte delle istituzioni.
Perché se perfino il Comune, o il Municipio, o chi per essi, utilizzano i terreni che fanno parte del “sistema di aree protette” in modo indecoroso e irrispettoso dell’ambiente, cosa mai ci si può aspettare dai “palazzinari” che guardano l’Insugherata come un avvoltoio scruta un agnello?

Tanto varrebbe allora scorporare questa porzione di terreno dalla Riserva dal momento che un deposito di calcinacci, asfalto ed altro non può essere in nessun modo compatibile con le finalità della legge Regionale che ha istituito la Riserva Naturale dell’Insugherata.
In realtà nessun scorporo è possibile dal momento che stiamo parlando di un’area protetta di grande pregio diventata tale dopo anni di lunghe ed estenuanti battaglie portate avanti da associazioni, comitati e ambientalisti.

Semmai andrebbe ripristinata la natura del terreno che nonostante il profondo degrado in cui versa costituisce fascia di rispetto per il Fosso dell’Acqua Traversa; un fosso sporco e maltrattato ma che resiste alla violenza degli uomini e cerca disperatamente di sopravvivere.Come quella coppia di Germani Reali fotografati all’interno di quel canyon di cemento che attraversa la caserma della Marina Militare.

Francesco Gargaglia

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8 COMMENTI

  1. il territorio del xv municipio è molto vasto e comprende aree di verde di notevole estensione e importanti dal punto di vista paesaggistico e archeologico; ciononostante, nel suo territorio mancano parchi pubblici degni di questo nome. E’ veramente triste constatare che Comune e Municipio anzichè fare qualcosa per mettere a disposizione della comunità almeno una parte delle aree verdi vincolate rendendole accessibili e usufruibili, ne facciano un uso come quello descritto dall’ottimo articolo di Francesco Gargaglia.

  2. vi prego potete fare un articolo sui pini che son stati tolti selvaggiamente negli ultimi 2 anni in via flaminia nuova e via cassia nuova entrambe all’incrocio di via fabbroni? via flaminia nuova da via fabbroni all’altezza della stazione di vigna clara oramai è rimasta con pochissimi pini mentre dovrebbe essere e c’era un viale. come si può fare?

  3. da molti anni ormai non si provvede più a ripristinare le alberature delle strade interessate da abbattimenti che a volte appaiono anche discutibili; se si avanti così, tra una decina di anni molte strade ne risulteranno completamente prive.
    Non sarebbe male un articolo per sollecitare il Municipio a intervenire per una riqualificazione ambientale della nostra zona.

  4. Suggerisco a Francesco Gargaglia e a tutti i miei concittadini di segnalare al corpo di Polizia Municipale per il Decoro (PICS) all’indirizzo picsdecoro@libero.it ogni tipo e forma di degrado. I PICS (che si spera vengano riconfermati dall’attuale giunta capitolina e dal nuovo Comandante) regolarmente registrano le segnalazioni ed intervengono sul posto per sanare la situazione.

  5. Sarebbe necessario, anzi irrinunciabile, che VCB con il contributo di tutti i lettori volenterosi portasse avanti una fortissima campagna di denuncia dello scempio ambientale che caratterizza il territorio del XV Municipio, a fronte del quale sembra essere inesistente l’attenzione delle Autorità preposte, a cominciare dallo stesso Parco di Veio che pure interessa una notevolissima estensione del territorio stesso.
    Parliamo ad esempio degli alberi, lodevolmente sostituiti da cartelloni naturalmente in massima parte abusivi.
    Emblematica quella squallida scena godibile al semaforo tra via Cassia e via Fabbroni, dove attaccato ad una cartello di “benvenuto” dello stesso Parco di Veio da triste testimonianza di sé (o meglio, di quello che era stato) la base tagliata di un pino marittimo.
    E anzi, la situazione è persino migliorata, considerando che per un anno – e forse più – si innalzava al cielo il solo fusto del pino marittimo senza neanche quel ridicolo pennacchietto che i solerti “potatori” che non-so-chi manda in giro per Roma a provvedere alla manutenzione degli alberi puntualmente lasciano alle spalle del loro passaggio (sarebbero da denunciare tutti in blocco, mandatari ed esecutori, evidentemente tra loro conniventi).
    Due segnalazioni, tra le tante possibili.
    Via Flaminia Nuova, in direzione di Roma, prima della trattoria”Il Casale”, dove prima c’era un “pensionato per cani” (mi sembra si chiamasse “villa bau”) e adesso stanno approntando l’area per uno “speedy car”, tutto il versante di verde variegato che connotava la fine dello sperone di tufo è stato completamente raso al suolo.
    Non pulito o sistemato, selvaggiamente raso al suolo, facendo scomparire una macchia bellissima che, in primavera, si riempiva di mille colori.
    Chi è stato, con quali permessi, per conto di chi?
    Ne aveva l’autorizzazione, chi controlla?
    Dove è il Parco, dove è l’Amministrazione Municipale, dove è quella Comunale, dove è la Polizia Municipale?
    E se queste Autorità insieme, o solo una di loro, sanno, o hanno deciso che così si intervenisse, ci vogliono cortesemente spiegare che idea hanno di “città”, visto che il degrado avanza incontrastato?
    Seconda segnalazione.
    Poco prima di questa area, salendo su via di Quarto Peperino e, invece di proseguire per l’Ospedale Sant’Andrea, girando sulla grande curva a destra verso via Adrianopoli, si accede ad un’area una volta bellissima, ora stravolta da un discutibilissimo intervento edificatorio che uno dei soliti costruttori romani sta portando avanti con le solite autorizzazioni comunali e municipali e sistematicamente in assenza di controlli.
    Siamo all’interno del Parco di Veio, ma in un’area guarda caso tagliata fuori dal Parco secondo la logica delle “macchie di leopardo” di cui l’intero Parco è significativo esempio.
    Bene, qui è successo – e continua a succedere – di tutto.
    Non si contano più i pini marittimi che sono stati abbattuti o che si sono seccati dopo le colate di cemento.
    Altro verde, piante, oleandri e altre specie, sono state estirpate i nome di un “piano del verde” che il progetto prevedeva.
    Non si capisce bene la logica, tolgo il verde che c’è, non lo sostituisco, ma c’è il “piano”!!!
    Un movimento di camion, più volte denunciato anche con documentazione fotografica, ha, indisturbato, trasferito volumi e volumi di terra dal perimetro del cantiere ad una valle fuori cantiere (ma subito a ridosso di questa), segnata sulle carte come “area archeologica” interna al vincolo del Parco, modificando pesantemente la morfologia del territorio.
    Chi deve intervenire, chi deve controllare?
    Chi è intervenuto, chi ha controllato?
    Per fortuna, però, sono state fatte le opere di urbanizzazione, quelle che servono per avere più metri cubi a favore del costruttore e a prendere per i fondelli i cittadini.
    Per cui, viene devastato il territorio, annientati alberi per far posto a inutili spiazzi deserti dove non andrà mai nessuno, sinistramente illuminati da lampioni cimiteriali che illuminano il niente, tanto la bolletta, alla fine del giro, la paghiamo noi.
    Ma, sempre per fortuna, al posto degli alberi sono spuntati cartelloni cartellini e cartelletti abusivi che, deturpando allegramente il sito, pubblicizzano uffici vendite saune ricostruzioni cosmetiche giocherie (sic!)….!!!
    Chi controlla, chi provvede?
    Dove è la nuova Amministrazione del Municipio?
    E’ questa l’idea di civile e onesto governo del territorio?

    Ma queste sono solo due segnalazioni tra le tante.
    Sperando che qualcuno dei nuovi amministratori, notoriamente lettori del blog, se ne voglia far carico.

    Se VCB intende portare avanti questa battaglia, cerchiamo di sostenerla in tanti.
    Io ci sto!

    Paolo Salonia

  6. Gentile signor Salonia, la ringraziamo per questo suo slancio e per darci l’opportunità di far presente che questa battaglia la stiamo portando avanti da sempre. Sappia che in quasi 80 mesi di vita sono oltre 2mila gli articoli pubblicati da VCB sul tema ambiente. Una media di 25 al mese, uno ogni giorno lavorativo.
    Di questi la buona metà sono inchieste e denunce sul degrado, sulla violenza perpetrata al territorio, sugli scempi ambientali tantissimi dei quali segnalatici dai lettori che invitiamo a non fermarsi mai nel sentirci a loro fianco.
    Cordialmente,
    La Redazione

  7. Cara Redazione, grazie.
    Ho sbagliato io, avrei dovuto scrivere “….che VCB POSSA CONTINUARE a portare avanti con il sostegno di tutti noi…”.

    L’azione dei singoli è importante, ma se “facciamo gruppo d’opinione” diventiamo più forti.
    Ce la possiamo fare!
    Grazie
    Paolo Salonia

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