Un cassonetto giallo, uno di quelli adibiti alla raccolta di abiti usati, giace scassato da mesi in via della Farnesina, davanti al Parco Tassoni. Scassato è dir poco, perché una spranga che penzola lo rende anche pericoloso. E’ vuoto ma non del tutto. All’interno c’è una vecchia ciabatta, una di quelle di tipo “papalino”. Che sia del monsignore?
Si tratta di uno di quei cassonetti che, grazie all’archiviazione da parte della Procura di Roma della denuncia a carico di monsignor Lucas Rocco Massimo Giacalone, vicario della Chiesa Ortodossa Bielorussa Eslava Catholica do Rito Bizantino – denuncia sulla base della quale la Polizia Provinciale, a dicembre 2010, aveva posto sotto sequestro quella sessantina di cassonetti gialli distribuiti dalla Chiesa sul territorio del XX Municipio – sono stati ridistribuiti a man bassa dall’alto della Cassia fino a Ponte Milvio.
Nulla da obiettare dunque.
Se il Pubblico Ministero, stando alle sue considerazioni, ha fatto una netta distinzione fra i rifiuti, la cui raccolta può essere effettivamente effettuata solo da chi all’uopo autorizzato, e gli abiti usati comunque riutilizzabili che sono considerare un dono di chi li getta e quindi raccoglibili da chiunque purchè a fin di bene, che la Chiesa Ortodossa Bielorussa Eslava Catholica do Rito Bizantino sia tornata a raccogliere abiti usati liberamente sarà pure corretto.
Ma che almeno lo faccia come si deve. E farlo come si deve significa due cose.
Primo, togliendo dagli stessi l’etichetta che riporta la concessione del XX Municipio, in quanto revocata fin da gennaio 2011.
Secondo, rimuovendo dalla strada quel cassone scassato, pericoloso e indecoroso. Ciabatta compresa.
E chi si fosse perso l’ultima puntata della saga “cassonetti gialli”, che risale a ottobre 2012, potrà aggiornarsi cliccando qui.
Claudio Cafasso
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…non è un “semplice” cassonetto abusivo…è anche la bacheca privata di Giacomini-Antoniozzi…. (o di quello che ne rimane…)