Chi non ricorda la storia singolare della stazione di Vigna Clara? Quella che la vide funzionante solo lo spazio di un mondiale di calcio, quell’Italia ’90 di Totò Schillaci. Ne abbiamo parlato a lungo e più volte sulle nostre pagine, non ultimo quando, eravamo a metà del 2011, venne presentato un ambizioso progetto per la sua rinascita. Si disse allora che sarebbe stata la stazione intermedia di una nuova tratta ferroviaria che passando per la zona di Camposampiero, sulla Flaminia, si sarebbe congiunta con la stazione di Tor di Quinto e con la FR1.
Un progetto affascinante, che si presentava come la svolta epocale per risolvere il problema della mobilità a Roma Nord e delle cittadine dell’hinterland romano (leggi qui). Un progetto però nato e morto nel volgere di pochi mesi.
E la stazione è ancora oggi lì abbandonata, icona dello spreco di quegli anni, gli anni ’90, spesso presi ad esempio per descrivere la nostra incapacità a disporre di risorse economiche “straordinarie”, per lasciare ai posteri qualcosa di utile alla collettività. Riflessioni che nascono sul sito Mercatiromani.it dove si può leggere una storia parallela a quella della Stazione di Vigna Clara.
La storia del piccolo mercato rionale di via Luigi Amoroso, attiguo alla stazione, unico mercatino, ai piedi del Fleming, a servizio della zona.
Dal sito si apprende che nell’operazione che vide realizzata la stazione “fantasma” fu necessario sfrattare i banchi del mercato su via Tuscia. I piccoli commercianti subirono il cantiere con la promessa che, successivamente, sarebbe stato loro costruito (sopra la stazione interrata) un plateatico attrezzato all’aperto, degno del quartiere che li ospitava.
Quei soldi finirono forse in altre tasche e dopo più di vent’anni, ai margini del parcheggio che era stato realizzato a supporto della stazione, pochi banchi ancora sopravvivono lungo via Amoroso.
I parcheggi servivano e servono dal momento che, tutt’intorno, non si trovano molte occasioni per la sosta, anche di lunga durata. A farne le spese sono ancora gli operatori, la cui vista è oscurata e la presenza nota solo a chi il quartiere lo vive quotidianamente.
Un paio d’anni fa, si racconta sul sito, sembrava quasi certo che, nell’ambito della complessa operazione di project financing avviata dall’assessore Davide Bordoni, poi finita nel nulla, anche per il mercato di Vigna Clara si ipotizzasse la sua nuova realizzazione, spostandolo di un paio di centinaia di metri, appena dopo che le consolari Cassia e Flaminia si biforcano, per prendere direzioni diverse.
Si supponeva evidentemente che la creazione di nuovi posti auto, con altro aggiuntivo commerciale e di servizi, attirasse il privato investitore, chiamato anche a costruire quel nuovo plateatico, che nel 1990 non aveva poi più visto luce.
Dalle poche notizie che filtrarono, i superstiti operatori del mercato che fu, non più di una decina, si sarebbero opposti a quell’ulteriore trasferimento, anche se di poche centinaia di metri. Sarebbe stato un salto nel buio quella ricollocazione, soprattutto in termini economici. Meglio rimanere dov’erano. Il ricordo di quanto avvenuto per i colleghi di Ponte Milvio era troppo recente per essere rimosso.
Quella, anche per i residenti – si sostiene sul sito Mercatiromani – sembrava un’operazione di tipo speculativo, fatta anche alle spalle dei piccoli e pochi commercianti del mercato.
Loro sono ancora lì, in via Amoroso, che svolgono un servizio apprezzato da pochi, ma svolto per soddisfare le esigenze di un’utenza esigente, sul piano della qualità dei prodotti che intende acquistare.
E chi è dietro al banco, lì in via Amoroso, dimostra ancora di saperci fare: con frutta e verdura, salumi e formaggi, carne e pesce, e con quegli articoli per la casa, che completano, nel loro piccolo, un’offerta abbastanza completa della spesa di tutti i giorni. (red.)
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ma quindi cosa dice quest’articolo? concretamente cosa si farà?
Questo articolo è semplicemente una “pubblicità occulta” del mercatino!
Gentile Lucia, ci permetta spiegare che non e’ nostro costume fare pubblicità occulte. Le promozioni commerciali presenti sulle nostre pagine sia in immagini sia in testi sono sempre palesi ed esplicite. Questo articolo ha il solo obiettivo di mettere in luce una piccola realtà di territorio che resiste da tempo nonostante le difficoltà .
Molto cordialmente
La Redazione
A ben leggere non mi sembra una pubblicità occulta ne quantomeno palese.
Mi sembra invece un atto di accusa a chi gestisce l’amministrazione comunale e municipale di essere riuscita in 23 anni a sperperare una montagna di soldi e a non concludere nulla.
@Lucia
honni soit qui mal y pense! Anche se a volte ci si prende. Ma non mi sembra questo il caso.
Il mercatino è un servizio pubblico, erogato da operatori privati con personale sacrificio (e non so con quanta redditività). Meritano di essere ringraziati; registriamo con molta amarezza l’ennesimo esempio di cittadini imprenditori, impastoiati e presi in giro da una o più pubbliche amministrazioni patologicamente incapaci.
Comunque sarà anche tipico e carino, ma tranne rare e buone eccezioni io prezzi sono da grande negozio in centro…….
e i prodotti arrivano dai paesi di tutto il mondo…..ci fosse un vero produttore agricolo in quel mercato!!!!!!