“Che dire di questa nuova ideona?” Così ci scrive la nostra lettrice Daniela S. nel segnalare che a Corso Francia, su un palazzo in rifacimento, campeggia da una settimana un enorme manifesto che pubblicizza un sexy shop. “Dopo l’invasione delle sale da gioco adesso anche questo esplicito invito a ‘divertirsi’ in intimità. E dire che non sono affatto bigotta, ma mi cadono le braccia!”
“E a mia figlia di 9 anni che ieri mi ha chiesto cosa si pubblicizzasse con quel mega cartellone d’impacchettamento non ho saputo cosa rispondere” continua Daniela chiedendo: “non bastano i problemi e dubbi a cui dobbiamo far fronte ogni giorno con i nostri figli?”
“Fronteggiare un invito così evidente in pieno semaforo (complimenti per la scelta) non ci voleva. Ma i signori (e che signori) del condominio – conclude Daniela – sono soddisfatti del bel risparmio sui lavori e dormono beati e tranquilli in coscienza?”
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Le cose imbarazzanti a C.so Francia sono davvero molte… oggi, per esempio, c’è stato un grave incidente stradale proprio vicino a quella “imbarazzante” pubblicità… …dai falsi zingari zoppi e barbuti che ingannano (truffano) i più creduloni e che ad ogni scatto di semaforo rallentano la circolazione, autisti di autobus (sempre a pochi metri da quel cartellone) che ignorano la piazzola di sosta ed occupano l’intera corsia di destra e ad ogni fermata ostacolando appositamente le macchine dietro di loro (vedi video “ANNO DOMINI CAZZIMPERIO” O “TRUFFE, ZINGARI ZOPPI AI SEMAFORI”) in buona parte girati entrambi a C.so Francia… …non è questione di esser bigotti, in quasi tutta Europa agli adolescenti vengono date lezioni di sesso, soprattutto perchè non cadano in trappole di individui laidi, porci e mascalzoni; non voglio escudere neanche che le “dimssioni” di Papa Benedetto XVI siano state “oberate” dal grande peso di individui come questi…
Cara Daniela,
svegliati. Siamo nel 2013!
Anche se dici di non esserlo sei proprio “bigotta”.
Sono una donna di 45 anni, separata e madre di 3 figli. Non trovo nulla di male nella pubblicità a cui fai riferimento. Grafica pulita, di volgare c’è ben poco se non nulla. Ci sono dei centri estetici molto più osceni e addirittura centri massaggi veri e propri istigatori al sesso a pagamento.In tutto il mondo e soprattutto al nord europa, dove le cose funzionano veramente, non ci si scandalizza per questo tipo di attività che rispetta la totale privacy dei clienti. Negli Stati Uniti oltre il 50% delle donne possiede unn vibratore.Ognuno nella vita privata è libero di fare ciò che meglio crede.Non sei obbligata a frequentare quei negozi, ma ti confermo che ci sono stata e la sensazione non è quella del sexy shop tradizionale al quale siamo abituti. Non ci si sente sporchi entrando. Non ci si sente giudicati da un commesso/a. Trovo molto più socialmente una sconfitta vedere pubblicità che invitano al gioco dove giorno dopo giorno contianuano a sfasciarsi famiglie. Se non lo sai Il vibratore a energia elettrica fu inventato nel 1880 da medici che per secoli avevano apparentemente curato le donne dall’isteria ( dopo che il primo in assoluto, a vapore, fu invetato nel 1869). Leggevo l’altro giorno su intenet che You Porn , il primo portale a mondo per diffusione di filmati per audlti ha pubblicato i dati relativi al traffico del 2012: ebbene con un numero di visite di quasi 5 miliardi (hai capito bene, 5 Miliardi di accessi!) l’Italia si classifica al 4 posto. Lo sai quali sono le prime due citta per accessi al mondo? La prima è Milano la seconda e Roma!!! Ci si nasconde dietro ad un monitor per poi giudicare il prossimo nella speranza di pulirsi la coscienza. FINTO MORALISMO.
Non riesco a decifrare il discorso di Cassandro, che mi sembra ponga sullo stesso piano pubblicità, sesso, educazione sessuale e divieti di sosta. Sono un lettore che credeva finora di conoscere la differenza tra moralità e moralismo (quello “giusto” e quello “finto”), ma sempre pronto a ricevere correzioni (lezioni?) linguistiche e morali (moralistiche?) da chi, come la sveglia susylima, è disposta ad illuminare (bontà sua) chi sta ancora “dormendo”. Altra notazione semantica: vuole cortesemente spiegarci, susylima, cosa vuol dire per lei “bigotta”? Capisco ma non condivido la sua battaglia animata da una “illuministica” volontà: “vibratori per tutte!”. Per età, esperienze e mestiere sono abituato a vedere nella complessità umana la domanda (espressa o implicita) di un rispetto e di una delicatezza che va oltre le scorciatoie semplificatrici di susylima. Rispetto, certo, anche per la sua posizione (fatti suoi) ma rifiuto totale merita, secondo me, il suo atteggiamento giudicante. Per esempio, io rispetto però anche il “sonno” di Daniela, Lo si può discutere, condividere o criticare, ma senza supponenze da chi può vibrare come crede, ma senza rivendicare pretese generalizzanti.
@ Susylima
Gentile signora, dopo aver letto il Suo intervento, ho pensato solo di essere molto contenta di non avere una madre come lei.
Il non trovare nulla di male in qualcosa, non significa che il “male” non ci sia.
Brutta cosa il relativismo!!
Evviva! Finalmente!
Non solo siamo liberi, se non danneggiamo altri, di fare quello che vogliamo, ma possiamo, anche con il permesso dello autorità preposte, invitare tutti a usare “il sesso intimo”, e a frequentare le sale da gioco!
Sappiamo che la pubblicità esiste perché crea consumatori; è questo il consumo che vogliamo “consigliare”?
Ci sono voluti anni per impedire la pubblicità del fumo; come mai si è riusciti in questo anche contro le fortissime multinazionali del tabacco, senza lasciare “la libera scelta”? Moralismo?
E’ chiaro che intendono far diventare la zona “a luci rosse” ma non è chiaro il perchè. Forse è vero che ce n’è una in ogni grande o media città; ma a chi vive in questa zona fino a poco tempo fa ambita perchè abitata da gente non solo lavoratrice ma anche perbene ora viene trasformata in un quartiere dove ci si deve vergognare e imbarazzare quando si portano fuori i propri bambini. Tutto questo grazie ad una amministrazione cittadina cieca o corrotta oppure cieca perchè corrotta. Dobbiamo alzare alta la voce che pretende moralità e non cattivo gusto, che chieda rispetto per tutti coloro per i quali il sesso è cosa intima e privata. I promotori di tutto ciò vadano a pubblicizzare e realizzare le loro case da gioco o locali a luci rosse in una periferia non ancora edificata dove chi è attratto possa avere la libertà di andare, senza peraltro togliere la libertà a chi giudica pericoloso, immorale e dannoso vivere in mezzo a questo degrado morale e psicologico. Forse è troppo poco scrivere i nostri commenti in questo sito, comunque meritevole di aver portato all’attenzione questa trasformazione del nostro territorio. E’ l’amministrazione comunale responsabile di permessi agevolazioni senza tener conto della presenza a ridosso dei cartelloni pubblicitari di scuole, chiese e luoghi pubblici frequentati da moltissimi adolescenti. Quindi: scriviamo, parliamo con giornali e tv, specie in questa settimana durante la quale i vari candidati alle imminenti elezioni siano più sensibili. Poi continuiamo, insistendo con alcuni articoli settimanali dappertutto; loro, ovviamente, detestano e temono di essere illuminati (o forse ci sbagliamo: ne vanno fieri? Chissa!!.
Ultima cosa; lasciare indirizzi può essere pericoloso!?
Signori miei, abito a 50 metri da quel cartellone. Ma come si può parlare di “zona a luci rosse”???
L’attività commerciale è libera, così anche la pubblicità,naturalmente fermo restando il rispetto di alcuni principii di generale buon gusto e pudore garantiti dalla Costituzione.
La pubblicità in oggetto non è censurabile in alcun modo, perchè si limita a reclamizzare un’attività commerciale lecita e con tanto di licenze. Oltretutto nel cartellone non ci sono richiami sessuali espliciti a livello grafico.
Il comune non centra nulla con il cartellone, non da licenze di questo tipo perchè nel caso è il condominio che affitta uno spazio, la pubblicità insomma è su proprietà privata.
Tirando le somme, non esageriamo. Non sarà un cartellone a trasformare Corso Francia in un girone infernale per depravati. Nel quartiere a quanto mi risulta, la gente lavora come in tutte le altre parti di Roma, anche perchè come diceva Celentano: ” chi non lavora non fa l’amore” o no?
saluti a tutti
Solidarizzo con Daniela S.
Ma questa sig.ra Daniela, è la forse la stessa, o parente, di quella che si scandalizzò per la vetrina del negozio di intimo a Ponte Milvio? No, perchè tutte queste madri coraggio mettono avanti i loro figli, che, sinceramente, specie nel caso di una pubblicità tutto sommato anonima, mi sembra strano abbiano notato e fatto domande sul contenuto. I bambini, solitamente, non sono così maliziosi, e soprattutto, sono abituati, aimè, a vedere e sentire ben altre cose, ed è sufficiente rimanere in casa e accendere la televisione!
meno male che non sei bigotta….
Trovo molto più vergognoso e immorale pubblicizzare un partito o un politico che truffa e si arrichisce con i soldi del contribuente! I sexy-shop sono in tutte le città del mondo e se uno ci vuole andare o no sono affari suoi. A Daniela S. (che non sa cosa rispondere alla figlia) voglio raccontare questo episodio: tempo fa su LA7 nella trasmissione condotta da Cristina Parodi, alle ore 15, si parlava “dell’importanza per le donne della grandezza del pene nei rapporti sessuali”. Oltre alla Parodi c’erano 2-3 signore sghignazzanti e un omosessuale (che sghignazzando anche lui ha detto che questo problema non ce l’aveva) il tutto condito da frasi tipo: “La vagina non è mica una caverna!”: e giù a ridere……..
Alle tre del pomeriggio……non c’è male. Evviva i Talebani!
beh, non vi dico che spettacolo affacciarsi dal salone e trovarsela di fronte tutte le mattine… personalmente non posso fare a meno di vederla, purtroppo… non sono bigotta nè voglio fare la moralista ma la trovo solo semplicemente brutta… non era meglio lasciarci la slitta di babbo natale che campeggiava qualche settimana fa oppure le sole impalcature… erano meglio!