Gli editoriali di VCB. Scavalcato il flop dei Maya ci ritroviamo a festeggiare il Natale nonostante la crisi e l’ennesimo buco fatto alla cinta dei pantaloni, che in tempi di vacche magre già è tanto non tornare agli straccali. Ne abbiamo lette e ascoltate di tutti i colori in queste ultime settimane, dalle circumnavigazioni del pensiero umano sulla presunta fine del mondo (nessuno escluso: tutti hanno voluto esprimere opinioni, come se fossero discendenti del popolo mesoamericano) alle elucubrazioni sulle questioni economico-politiche dell’Italietta, che sembra uno Stivale ma appare in “ciavatta”.
I soliti noti hanno incorniciato le nostre giornate: Bersani che vince le primarie ma continua a studiare i fossili; Berlusconi che si fidanza, e gli si dedica lo spazio che invece meriterebbe madame Curie, vincitrice di due Nobel; Monti, che è entrato nella parte di vero politico, quello che non esprime concetti ma balbetta teoremi.
Per tacere di quel che ci ha offerto il 2012, dalle lacrime della Fornero, la donna con l’anello che vale quanto una miniera di diamanti, alle esternazioni di Casini, che da anni fa politica ma ancora non s’è capito da che parte sta.
I nostri figli sono stati additati come “choosy”, dopo esser stati scambiati per bamboccioni; le nostre buste paga sono diventate più leggere; e a chi non aveva lavoro un anno fa s’è aggiunto chi il lavoro nel frattempo l’ha perso, complice la crisi, che c’è, è vero, ma per molti datori di lavoro è diventata una scusa per risparmiare.
Ci consoliamo con poco, fantasticando un’esistenza laddove si vive meglio, tipo in Svezia, o in Belgio. Però siamo incapaci di toglierci le pantofole per portare il cane a far pipì. Siamo poltroni nati, altrimenti invece di lamentarci del “governo ladro” perché piove, staremmo ad applaudire qualcuno, o qualche decisione da Paese all’avanguardia. Basterebbe poco, ma non ne siamo capaci. Ecco, magari tornerebbe utile per una volta sfruttare il Natale non solo per staccare la spina, ma anche e soprattutto per farci un esame di coscienza. Sarà dono sotto l’albero, il saper rialzare la testa?
Mah, ci speriamo tutti, ci credono in pochi.
Ostentiamo la storia del nostro Paese, ma non siamo capaci di sfruttarla, contrariamente agli altri, che hanno poco ma sfruttano all’inverosimile perfino il niente. Lusi, Belsito, Fiorito, i figli di Bossi e la Mauro sono diventati personaggi, qualcuno gli ha offerto “danè” per rilasciare interviste in esclusiva, scrivere biografie; e tanta gente comune s’è affrettata a farsi fotografare al fianco di queste star, tanto bastano un telefonino e facebook per sentirsi protagonisti.
Così come quelli che facevano la fila per farsi fotografare con lo sfondo della nave affondata al Giglio, timonata da un capitano che pare una star, uno che voleva guidare una fregata ed è rimasto invece fregato da un inchino maldestro. Beata ignoranza di chi non sa e non si pone certi problemi.
Concedeteci una dedica, per questo Natale: ai malati di Sla. Sono gli unici che nel nostro Paese hanno preso per le palle (non quelle dell’albero!) chi li voleva trasformare in numeri da crisi. Buon Natale, e tante belle cose a famiglia.
Massimiliano Morelli
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So tutti uguali destrasinistra e’ tutto un magnamagna signoramia er piu’ pulito cia’ larogna lo sa quanto ho pagato de imu milleducento euri e co la pensione demimarito e quelli danno le case ai zingari e lestracomunitari ar semaforo cioosa’ quanto guadambiano le mignotte signoramia