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Strangolata dai cartelloni pubblicitari, muore la Cassia

Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

cartelloni.jpgC’era una volta la Cassia, una strada bellissima, che con i suoi verdi pini rappresentava un elemento di congiunzione tra l’urbano e la campagna, tra la trafficata città e i prati ameni del viterbese. La strada doveva essere un tempo meravigliosa, perché inserita in un contesto ad alto valore storico e archeologico, tutto il parco di Veio, e apriva le porte a quel mondo magico e misterioso che doveva essere stato il mondo etrusco. Probabilmente era una delle più belle arterie della nostra città, immersa tra vallate verdi, insieme strada di città e di campagna, come solo a Roma succede. Bene, tutto questo è un lontano ricordo perché oggi la Cassia non c’è più.

A confidarsi così è Paola Carra, instancabile animatrice del movimento RetakeRoma, la quale si batte ormai da anni per la salvaguardia e la riqualificazione di questa importante arteria di Roma Nord abitata da migliaia di residenti. Stanca però di vedere la “sua” Cassia, la “nostra” Cassia strangolata dai cartelloni pubblicitari che spuntano ovunque, ha voluto affidare alle nostre pagine le sue considerazioni.

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“Dopo gli anni ’70, ’80, ’90, che hanno rappresentato una progressiva devastazione della strada da parte di costruttori senza scrupolo, ora – ci scrive Paola – viene inferto l’ultimo colpo di grazia alla bella e storica strada, come se non bastassero il traffico, l’edilizia sfrenata e abusiva e la mala amministrazione a deturparne il volto: il proliferare degli impianti pubblicitari.”

Considerazioni amare, che rappresentano uno scenario privo di orizzonte e di luce. Ma qualche bagliore, che lascia ben sperare, arriva dall’azione intrapresa silenziosamente da Rodolfo Bosi, Responsabile del Circolo Verdi, Ambiente e Società, che da un po’ di tempo ogni giorno denuncia alle pubbliche autorità, al Campidoglio, alla Procura il sorgere sulla Cassia di nuovi impianti pubblicitari che – stando alle sue argomentazioni ben documentate – paiono essere totalmente abusivi. Un lavoro minuzioso, fatto di ricerche, di confronti fotografici, di presenza costante sul territorio che ci auguriamo possa portare presto buoni frutti.

“La strada – tornando a dar voce a Paola Carra – langue dietro una massa indistinta e disordinata di cartelli, frecce, insegne e impianti, senza contare gli immancabili poster affissi ovunque, anche, quando possibile, sugli stessi segnali stradali. In effetti, ci saremmo stupiti se un’amministrazione si fosse curata di preservare la bellezza della strada, non sono cose di cui si occupano le amministrazioni recentemente! E difatti, finalmente la strada sta esalando il suo ultimo respiro, prima di scomparire definitivamente dietro ogni possibile forma di escremento urbano”.

“I cittadini – questa è la sua percezione verificata sul campo – sembrano essere in parte assuefatti all’imbarbarimento dell’ambiente circostante, incuranti come sono dell’orrore che è attorno a loro.”

Ma non tutti, per fortuna. Improvvisamente, e non solo sulla Cassia, si sono materializzati, tutti insieme, movimenti per il decoro, comitati spontanei, associazioni di vario genere, animati da un unico intento: riportare la città alla sua bellezza originaria attraverso la partecipazione attiva e responsabile di ognuno di noi.

“La Cassia langue, brutalizzata e deturpata” continua Paola spiegando che “non abbiamo altra scelta: se vogliamo che ritorni quella che era, dobbiamo riprendercela e curarla attivamente, con passione, scendendo per strada, prendendoci cura degli oggetti di arredo urbano, salvaguardandoli dalla bruttezza, avviando una battaglia energica e, perché no, rivoluzionaria, contro la mafia degli impianti pubblicitari. Ma prima di tutto togliendo la Cassia dalle mani di una gestione fatta di favoritismi, che a botte di concessioni personali ha progressivamente distrutto il patrimonio pubblico che ci appartiene.”

Un esempio virtuoso, di partecipazione attiva, è quello che sta succedendo presso la scuola St. George’s, all’altezza de La Storta.

“Gli studenti – spiega ancora Paola – dopo aver partecipato ad una serie di eventi per il decoro organizzati dal movimento spontaneo e apartitico Retake Roma, hanno continuato attivamente a mantenere l’area intorno alla loro scuola, scendendo in strada sistematicamente, armati di secchi, guanti e rastrelli.
Hanno praticamente adottato il loro territorio e lo tengono pulito, perché hanno capito che il loro intervento sulla strada è indispensabile, in quanto cittadini responsabili e attivi.”

Questo modello andrebbe esportato ovunque nelle scuole di Roma e il volto della città cambierebbe di molto. “Forse anche la Cassia – conclude Paola Carra – ritornerebbe a respirare libera da quegli orrendi catafalchi che l’attanagliano in una presa mortale”.

Claudio Cafasso

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9 COMMENTI

  1. Ammiro l’iniziativa ma vorrei sapere: le persone stipendiate per pulire le strade, controllare che l’abusivismo non dilaghi, fare manutenzione, ecc., ecc. dove sono? Perchè bisogna sperare sempre in qualche animo buono che si rimbocchi le maniche per rimediare alle carenze di altri che invece dovrebbero fare semplicemente “il loro dovere”?

  2. Non è da po’ di tempo che ho intrapreso l’azione di segnalazione di tutti gli impianti pubblicitari di cui chiedo ogni volta a chi di dovere di accertare i vizi di legittimità che vi rilevo: questa azione ha portato anche una serie di buoni frutti già dal 2000 quando ho segnalato a nome di VAS tutti i cartelloni di mt. 6 x 3 installati dentro il Parco di Veio, riuscendo a farne rimuovere un centinaio.
    L’azione è ripresa maggiormente dal 2010 quando si è estesa anche al resto della città di Roma, utilizzando anche le notizie e le foto che mi sono state trasmesse e continuano ad essermi inviate da privati cittadini: le mie segnalazioni relative agli impianti installati nel territorio di Roma Nord hanno portato a far rimuovere altri 130 cartelloni circa dentro il Parco di Veio, liberando del tutto dalla loro presenza invasiva diverse strade come via Cassia Nuova, via Cassia Vecchia, via Vifredo Pareto, via Oriolo Romano, vie dei Due Ponti e via di Grottarossa.
    Il merito di questa “bonifica” va ascritto all’Ente Parco di Veio più che al Comune di Roma, che anziché rimuovere gli impianti pubblicitari da me segnalati anche da più di un anno in particolare in viale di Tor di Quinto e sulla Cassia all’altezza della Tomba di Nerone, ha di fatto passivamente assistito addirittura alla installazione di ulteriori impianti anche in questi giorni proprio su queste due strade, entrambe soggette a vincolo paesaggistico, che obbliga al rilascio preventivo ed obbligatorio di una “autorizzazione” di un apposita Unità Organizzativa del Comune a ciò delegata dalla Regione, previo rilascio del parere vincolante della Soprintendenza competente per territorio: malgrado il suddetto doppio obbligo, non risultano per lo più rilasciati entrambi questi atti, ma ciò nonostante i cartelloni non vengono rimossi e continuano ad essere sfruttati per una una pubblicità del tutto irregolare.

  3. Ma la magistratura romana quando va a fare visita all’assessore Bordoni e al suo staff ???? E il famoso piano di riordino sempre dell’assessore Bordoni che fine ha fatto? Lo sa la gente che il settore è presidiato da “aziende” di dubbia provenienza? Lo sanno i cittadini che si stanno mangiano la loro città, le loro strade? che pure semafori e cartelli segnaletici sono confusi tra i cartelloni?

  4. HO PIù VOLTE DENUNCIATO LA TERRIBILE SPORCIZIA CHE INFESTA IL PIAZZALE DELLA STAZIONE METRO OLGIATA, MA NESSUN RISULTATO, SEMPRE PEGGIO.
    SPERO CHE IL POPOLO DI ROMA NORD, CELEBRE PER METTERE LE HOGAN ANCHE AI CANI, SE NE RICORDI LA PROSSIMA PRIMAVERA ALLE ELEZIONI COMUNALI.
    GRAZIE PER L’OSPITALITA’

  5. In qualità di dirigente dell’Ente Regionale Parco di Veio incaricato dal 2006 di affrontare il problema degli impianti pubblicitari all’interno del Parco, vietati dalla sua legge istitutiva n° 29/6.10.1997, vorrei segnalare che, grazie alla nostra azione di censimento, segnalazione e stimolo del Comune di Roma ma anche con ordinanze di rimozione emesse autonomamente nei confronti delle ditte ed eseguite a spese proprie, i sottoelencati tratti stradali, all’interno del Raccordo Anulare, sono da tempo privi di impianti pubblicitari nonostante l’ultradecennale ed intricatissima procedura di “riordino” e gli ostacoli incontrati a tutti i livelli:

    1) via Cassia (Vecchia) tra il ristorante “il galletto” e l’innesto con via Cassia Nuova (Tomba di Nerone), anche sul lato opposto al Parco della strada, con Villa Manzoni “liberata”;

    2) via Vilfredo Pareto con il suo affaccio sul Parco Mary Mount
    3) Largo Pasquale Saraceno, punta estrema del Parco verso Corso Francia
    4) via Giovanni Fabbroni con l’affaccio sull’Inviolatella
    5) via Cassia Nuova, con la sua splendida alberata e le vedute sul parco dell’Inviolatella Borghese
    6) via di Grottarossa, tra il Parco Papacci ed il Sant’Andrea sino alla via Flaminia
    7) via della Crescenza e via dei Due Ponti per tutti i tratti fuori dall’abitato (esterno al Parco)
    8) via Flaminia Nuova, dalla parrocchia San Gaetano (per metà inclusa) al centro Euclide, con il suo doppio filare di pini.

    Altrettanto è stato fatto in tutte le strade sulle quali l’Ente può esercitare la propria competenza, sino a Campagnano e Morlupo.
    Si sta cercando, ma incontrando maggiori ostacoli, di bonificare anche i tratti posti “in prossimità” del Parco grazie ad un articolo del Codice dei Beni Culturali (153): in questo caso dopo la nostra segnalazione devono intervenire la Soprintendenza ai Beni Paesaggistici ed il Comune o proprietario della strada, ma al momento tutto è fermo.
    Quanto detto serve a dimostrare che almeno le aree protette e quelle vincolate e le loro vicinanze avrebbero potuto essere bonificate in questi anni con un po’ di impegno e costanza e che il degrado che attanaglia la Via Cassia e tutta la nostra città vede responsabilità a tutti i livelli.
    Spero vivamente che grazie a questa precisazione i cittadini del XX° possano almeno apprezzare la differenza tra un’area protetta “bonificata” e ciò che purtroppo la circonda.

    cordiali saluti
    PIERLUIGI GAZZANI

  6. Cara Patrizia, in tempi di Parentopoli non c’è più spazio per i cari CANTONIERI di una volta : i quattrini se li pappano i “dirigenti” – non vedi come si aumentano le indennità ? Gli ultimissimi esempi? I sindacalisti AMA e il recentissimo scandalo stipendi all’IPA (da 85.ooo Euro a 137.000 = + 61%).
    Caro Renzo a quelli delle HOGAN ai cani nun je ne pò fregà de meno della sporcizia della stazione dell’Olgiata o della piazzetta nella Vittorio de Sica- ( ad es.l’indicazione della via ed il relativo palo sono scomparsi da quando hanno iniziato i lavori per lo Shopping Plaza) – tanto loro manco ci passano : escono con l’autista e magari viaggiano con i Fatto Quotidiano, La Repubblica o l’Unità in bella mostra sulla tasca della giacca (pardon Loden)l .. e continuano a votare per chi gli mantiene sta’ cuccagna.

  7. Speriamo che l’azione di Paola Carra, di Rodolfo Bosi e di altre associazioni e movimenti, che si battono per la riqualificazione e la tutela della ex bellissima Via Cassia, riesca a scuotere dal torpore e dall’indifferenza abitanti ed istituzioni.
    Negli ultimi anni, senza alcuna reazione da parte dei cittadini e delle istituzioni municipali, anche la Via Flaminia, proprio nel suo tratto più suggestivo, in prossimità della Stazione Due Ponti, è stata deturpata da tre orrende barriere antirumore e da enormi edifici costruiti proprio al margine della più importante via di accesso alla Capitale.

  8. A proposito della questione “impianti pubblicitari” (vorrei aggiungere “selvaggi”, almeno quanto chi li mette e chi li permette), segnalo la presenza di enormi cartelloni su via di Quarto Peperino in direzione Ospedale Sant’Andrea e poi nelle strade limitrofe del cosiddetto “Comprensorio Saxa Rubra”.
    Tali vergognosi manufatti sono lì a fare bella mostra di se per pubblicizzare “appartamenti prestigiosi” (sic!), “uffici” e altro ancora, in un ambiente fantastico (una volta!) nella “tradizione dei pini romani” (che sono stati decimati, nella più completa indifferenza di chi forse doveva occuparsene, per far posto agli appartamenti prestigiosi di cui sopra).
    Inutili, a tutt’oggi, le segnalazioni scritte presentate al XX Comando Polizia Municipale di Roma Capitale.
    Fino a quando dovremo subire la devastazione della nostra città, del paesaggio, della bellezza, della cultura da parte di questi barbari che continuano con le loro scorribande sul territorio, protetti da un potere politico connivente?

    Paolo Salonia, portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  9. A me pare che la Cassia sia strangolata dal traffico, e dalla totale mancanza di anima, di identità e di luoghi di incontro. Non è un quartiere, ma un dormitorio di transito.
    Magari pretenzioso, ma dormitorio.
    Non è che levando qualche cartellone abusivo cambi poi tanto.

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