Chi non ha mai provato l’irresistibile desiderio di mettere un cartello di “divieto” in strada, in giardino o nelle scale del condominio? Una frenesia ispirata dal nostro apparato burocratico ricco di impedimenti di ogni genere: vietato qui e vietato là, vietato su e vitato giù, e ancora vietato, vietato, vietato accompagnato il più delle volte da avverbi “terribili” come severamente, assolutamente o tassativamente.
Questa voglia irrefrenabile di imporre agli altri un qualche divieto nasconde spesso il desiderio di riservare un piccolo vantaggio alla propria persona.
Un desiderio che si concretizza proprio in Via Panattoni, breve ma tortuosa strada che congiunge la zona di via Cassia Antica al Villaggio dei Cronisti, una strada ex signorile che tra frigoriferi abbandonati, rifiuti e calcinacci ricorda più una trascurata via di estrema periferia.
Bene, in via Panattoni i divieti “fai da te” abbondano, soprattutto quelli di sosta.
Nonostante la strada sia in salita e piuttosto stretta e stravolta da “parcheggio selvaggio” i divieti che impongono di non sostare davanti a scale, portoni e garage sono innumerevoli e quasi mai accompagnati dalla “determinazione dirigenziale” del Comune o del Municipio che sancisce il divieto di sosta in quanto passo carrabile.
A questi si accompagnano quelli estemporanei necessari per l’esecuzione di lavori che hanno una durata variabile, da poche ore a mesi interi.
Un altro divieto di sosta riguarda la possibilità concreta che dall’alto precipitino corpi contundenti sotto forma di rami o pesanti frutti legnosi: “Non parcheggiate perché esiste la concreta possibilità che a causa del maltempo dai pini possa cadere qualche pigna!”, avverte un cartello plastificato scritto al computer. Il divieto è accompagnato dalla puntuale precisazione che in caso di danni non si accettano reclami.
Un altro più che vietare chiede gentilmente di non parcheggiare perché il muro è “pericolante”; apprezziamo la cortesia ma se c’è il pericolo che il muro venga giù forse andrebbe puntellato e l’area recintata…E se poi un automobilista scortese decidesse di ignorare la preghiera parcheggiando ugualmente in zona pericolo, cosa accadrebbe?
Qualche altro divieto riguarda invece i cancelli di uscita che danno sulla pubblica via e che permettono a chi vi abita di uscire da casa; spesso le auto sono parcheggiate tanto rasenti ai cancelli da segregare gli inquilini per giorni o settimane costringendoli in casi estremi a scavalcare reti e recinzioni.
Qualche cartello vieta l’ingresso agli estranei o ai non addetti ai lavori mentre qualche altro precisa che anche di notte è valida la prescrizione; ci sono poi quelli che invitano, inutilmente, a lasciare liberi gli spazi davanti alle cabine ENEL.
Ovviamente alla voglia matta di divieti corrisponde un’altrettanta voglia di non rispettarli e così in barba a cartelli, fogli e pannelli colorati si ignora sistematicamente ogni indicazione, pubblica o privata che sia.
Di fronte a questa selva di divieti, obblighi e prescrizioni a volte ci si trova davanti a delle situazioni indecifrabili come quella che si è venuta a creare con l’istituzione del senso unico a partire dal civico 183 di Via Panattoni.
In corrispondenza dell’inizio del senso unico è stato piazzato un segnale che avvisa che a partire dal quel cartello la strada è a doppio senso. Ma se si tratta di un senso unico e pertanto percorribile solo nella direzione indicata a che serve un cartello rivolto nel senso di marcia vietato?
Francesco Gargaglia
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Via Panattoni è lo specchio del disinteresse delle istituzioni del xx verso il territorio.
Prendiamo il caso del muro danneggiato dalla caduta dell’albero a seguito della nevicata di quest’inverno.
Tutta l’area è stata recintata sottraendo di fatto metà carreggiata: la situazione è la stessa da febbraio senza che il solerte proprietario si sia minimamente preoccupato di ripristinare i danni. Tanto che je frega ? Mica rischia niente.
Una multa dite ? Ho effettuato due segnalazioni alla polizia municipale e pur essendo di loro competenza… un muro di gomma.