Un secondo forte documento è stato approvato all’unanimità dal Consiglio del XX Municipio. Dopo il primo parere negativo espresso lo scorso 27 giugno sull’ipotesi della discarica a Pian Dell’Olmo (leggi qui), in un’area condivisa fra Comune di Riano e lo stesso Municipio, nella seduta di mercoledì 2 novembre un secco NO bipartisan è stato deliberato contro la discarica prevista in località Quadro Alto, una manciata di chilometri dopo Prima Porta, sulla via Tiberina, ma tutta nel territorio di Riano.
Alla presenza dell’assessore all’ambiente del Comune di Capena e del sindaco di Castelnuovo di Porto, nella mattina di mercoledì 2 novembre l’assemblea del XX Municipio ha preso in esame quanto sta accadendo alle proprie porte, subito aldilà della linea di confine che divide a Roma Nord il territorio del Comune di Roma da quello del Comune di Riano.
Si tratta di eventi che non possono vedere estraneo il XX Municipio solo perchè si stanno verificando “oltre frontiera”, migliaia di suoi residenti ne saranno impattati, decine di chilometri quadrati pure. E’ in gioco l’ambiente, la vivibilità e la viabilità di un grande spicchio della Valle del Tevere della quale anche il XX Municipio fa parte.
“Ho sempre palesemente manifestato la contrarietà mia personale e dell’intero Consiglio a questa sciagurata ipotesi – ha esordito il presidente del XX Municipio, Gianni Giacomini – anche andando pubblicamente contro Renata Polverini. Una discarica nella Valle del Tevere è impensabile, potrebbe creare gravi problemi idrogeologici in virtù della presenza di falde acquifere non in profondità e quindi facilmente inquinabili. Sarebbe la morte della viabilità locale e del quadrante di Roma Nord, 300-400 mezzi pesanti ogni giorno sulla via Tiberina causerebbero un effetto “trony due” 24 ore al giorno!” esclama Giacomini affermando che, come effetto indotto, la discarica sarebbe anche “uccidere le speranze di migliaia di giovani”.
Ed il presidente chiarisce il suo concetto spiegando di aver avuto modo di vedere il progetto dello stadio della Lazio che dovrebbe sorgere proprio sulla via Tiberina e che comprenderebbe tante strutture sportive a disposizione dei giovani ma che, “stando a quanto riferitomi da Lotito” afferma Giacomini “non vedrà mai la luce se a pochi chilometri sorgerà la discarica”.
“Vogliamo trasparenza e partecipazione, è inaccettabile che decisioni così gravi scendano sulla testa di 200mila cittadini della Valle del Tevere senza che le istituzioni locali vengano coinvolte” afferma Stefano Teodonno, assessore all’ambiente del Comune di Capena, dopo che la parola è stata data agli ospiti.
E gli fa eco Fabio Stefoni, sindaco di Castelnuovo di Porto: ” Non esiste area periferica più vessata: in 14 km di via Tiberina abbiamo un campo nomadi con centinaia di ospiti, il Centro Accoglienza per rifugiati politici più grande d’Italia nel comune più piccolo ed ora anche una discarica. Che si vuole di più da noi?”
“Conto molto sul contributo del XX Municipio – conclude Stefoni – che dovrebbe essere il capofila del movimento costituito da 17 sindaci delle cittadine locali riuniti sotto la bandiera del no alla discarica. La Valle del Tevere non deve essere trasformata nella valle dei problemi di Roma”.
Seguono poi numerosi interventi, diversi per sfumature ed impostazioni politiche , ma tutti tesi verso lo stesso obiettivo: un secco NO alla discarica.
Appassionata è la difesa del territorio di Cesarino Lelli, canuto e saggio consigliere PdL, preoccupatissimo per l’impatto sociale e sulla viabilità di via Tiberina, già oggi in ginocchio dall’elevata mole di traffico. Preoccupazioni condivise anche dal collega di partito Antonio Scipione.
Dirompente come sempre, Andrea Antonini, Gruppo Misto, dice invece che non serve a nulla battersi il petto nelle stanze della politica, lanciare grandi proclami di adesione alla battaglia – la stilettata è nei riguardi del Presidente Giacomini – e poi non scendere a fianco di chi lotta veramente.
“Diamo un segnale forte ai palazzi dove vengono prese le decisioni sulla testa dei cittadini” esclama proponendo una provocazione: “che i sindaci dei 17 comuni si dimettano, che il presidente del XX Municipio si dimetta, che cadano giunte e consigli. Solo così l’effetto discarica sarà dirompente anche a livello nazionale”.
Pragmatico invece l’assessore al Bilancio e Patrimonio, Umberto Sacerdote, secondo cui “non basta protestare, occorre anche proporre perché in ogni caso una malagrotta 2 da qualche parte andrà comunque fatta”. Suo è quindi il suggerimento che il movimento dei 17 sindaci apra una task-force che indichi alla governatrice Polverini ed al prefetto Pecoraro soluzioni alternative, task-force alla quale è pronto a dare un contributo.
E vista da sinistra la discarica di Quadro Alto presenta un profilo altrettanto negativo.
Per Alessandro Pica, capogruppo SEL, il primo problema “è la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Scavare buche e cave e riempirle di rifiuti è miope follia, bisogna andare oltre, occorrono politiche basate sulla riduzione, riciclo e riuso dei rifiuti, cominciando coll’adottare la raccolta porta a porta nell’intero territorio del XX Municipio e non solo all’Olgiata come accade ora”.
Ed ovviamente anche per il PD, autore della mozione oggetto della discussione, “la scelta fatta dal prefetto Pecoraro ed avallata dalla governatrice Polverini è priva di logica e di strategia”, è un tappabuco, quello di Malagrotta, che ne apre un altro, quello di Quadro Alto. Opinioni espresse con forza dal capogruppo Daniele Torquati e ribadite dal collega Marco Tolli.
Discussioni e battibecchi fanno da sfondo per qualche minuto ad un emendamento presentato dal PdL col quale vengono modificati alcuni passaggi della mozione senza alterarne però la conclusione.
Poi si va al voto ed una volta tanto tutti sono d’accordo a prescindere dal colore della casacca indossata: all’unanimità i consiglieri fanno quadrato e dicono NO alla discarica di Quadro Alto.
Claudio Cafasso
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