In scena fino al 28 agosto al Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese, La Dodicesima Notte è una commedia incantevole nella quale gli inganni, gli equivoci ed i travestimenti rappresentano gli strumenti utilizzati da Shakespeare per indagare sul significato profondo della vita e dell’amore. Tradotto, adattato e diretto da Riccardo Cavallo, lo spettacolo, del quale abbiamo visto la prima rappresentazione, conquista il pubblico grazie all’irresistibile leggerezza dello scritto e per merito delle performances di un nutrito gruppo di attori davvero bravi ed in parte.
Twelfth Night or What You Will, commedia in cinque atti scritta tra il 1599 e il 1601, fu rappresentata con certezza il 2 febbraio 1602 alla Middle Temple Hall di Londra ma si ritiene che la prima assoluta abbia avuto luogo l’anno precedente.
Due gemelli, Viola e Sebastiano (Federica Bern e Daniele Grassetti), naufragano in Illiria. Viola, che crede il fratello morto, si traveste da uomo prendendo il nome di Cesario, entra come valletto alla corte del Duca Orsino (Carlo Ragone) e se ne innamora. Ma Orsino ama la Contessa Olivia (la bravissima Claudia Balboni) e costringe Cesario (alias Viola) a fare da messaggero del proprio sentimento.
La Contessa, credendo Viola un uomo, a sua volta se ne invaghisce. Presso la corte di Olivia gravitano il giullare Feste (lo strepitoso Gerolamo Alchieri), la cameriera Maria (Lidia Biondi), lo zio della Contessa, Sir Tobia (l’esilarante Roberto Della Casa), e Sir Andrea (Alessio Caruso), suo compagno di sbronze. Questi personaggi, davvero curiosi ed intriganti, organizzano una beffa ai danni del maggiordomo Malvolio (il divertentissimo Nicola D’Eramo), falsificando una lettera che gli fa credere di essere oggetto di attenzioni da parte di Olivia. L’arrivo di Sebastiano chiarirà ogni equivoco.
“Nulla di ciò che appare così, è così“: l’equivoco e l’inganno, il travestimento e l’ambiguità acquistano in questa rappresentazione un valore più elevato, un significato più alto: la commedia, infatti, va oltre il puro intrattenimento e diventa uno strumento con il quale indagare sul significato profondo della vita e dell’amore, senza che si perda il carattere leggero e giocoso proprio della favola.
Peraltro, la scelta di un tema legato a travestimenti, scambi di persone ed inganni fu certamente condizionata dal successo di uno schema che Shakespeare aveva collaudato in precedenza con Il Mercante di Venezia e Come Vi Piace.
Inoltre, anche ne La Dodicesima Notte è riscontrabile un elemento costante della produzione del bardo, ossia il gioco metateatrale, che si manifesta in diversi passaggi del testo, come, per esempio, nel primo atto, quando, incontrandola per la prima volta, la Contessa chiede a Cesario (alias Viola): “siete un commediante?” e la risposta è: “non sono quel che sembro“.
In scena i quattordici attori convincono e meritano applausi (dieci di loro recitavano anche nel precedente Sogno di Una Notte di Mezza Estate) ed è da rilevare che lo spettacolo si apre con una conturbante scena che vede protagonisti il Duca Orsino e la sua cortigiana Valentina (la splendida Valentina Marziali), mentre sul palco e dietro le quinte ben si comportano due membri della famiglia di Gigi Proietti: il nipote Raffaele, nella parte del Capitano, e la figlia Susanna, alla quale si devono i costumi.
Le fonti letterarie di questo spettacolo risalgono soprattutto ad una commedia italiana allestita a Siena nel 1531 dall’Accademia degli Intronati: Gl’Ingannati, infatti, costituisce lo spunto principale per la vicenda amorosa raccontata nell’opera di Shakespeare, alcuni elementi della quale derivano anche dalla commedia Menecmi di Plauto, in cui uno dei gemelli si reca in Illiria alla ricerca dell’altro.
Inoltre, si deve aggiungere che quest’opera di Plauto è all’origine di molti intrecci basati sullo scambio di identità: tra questi ricordiamo La Commedia degli Errori, che il bardo compose dieci anni prima de La Dodicesima Notte o Quel che Volete.
La stagione del Globe Theatre, dopo La Dodicesima Notte, che, come dicevamo all’inizio, resterà in scena fino al 28 agosto, proseguirà e si concluderà con Riccardo III, la cui rappresentazione è prevista dal 2 al 18 settembre.
Giovanni Berti
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