In scena fino al 13 agosto al Silvano Toti Globe Theatre, la splendida struttura elisabettiana costruita nel 2003 nel cuore di Villa Borghese, Sogno di una Notte di Mezza Estate è uno dei classici shakesperiani più rappresentati e più amati dal pubblico. Grazie alla traduzione di Simonetta Traversetti e alla regia di Riccardo Cavallo, un nutrito gruppo di attori di ottimo livello ci fa nuovamente assaporare le atmosfere magiche di una delle commedie più esilaranti scritte dal drammaturgo inglese.
A Midsummer Night’s Dream fu composta da Shakespeare tra il 1595 e il 1596, probabilmente come intrattenimento per il matrimonio di qualche nobile o mecenate, e il titolo ne rivela immediatamente la connotazione onirica ed irreale.Commedia fra le più popolari ed apprezzate, opera assai originale e molto strutturata, Sogno è una fiaba dedicata all’amore romantico ed al matrimonio, uno spettacolo nel quale si sovrappongono, si intrecciano e si contrappongono tre mondi diversi: la realtà (Teseo, Ippolita e la corte), il teatro (gli artigiani che si preparano alla rappresentazione) e la fantasia (popolata di fate e folletti).
Vorticosi inseguimenti e complicati intrecci amorosi, coppie che si formano e che si sciolgono, che si ricoprono di insulti per poi ricostituirsi (ma non necessariamente con i medesimi protagonisti); contendenti che rivaleggiano, amiche che diventano nemiche: ciascuno, nella realtà come nella finzione teatrale, cerca il suo bene ma può capitare che nel frattempo cambi l’oggetto del proprio desiderio.
Mentre il folletto Puck (interpretato dallo strepitoso Fabio Grossi), guidato dal re degli elfi Oberon (Carlo Ragone), con le sue magie interferisce nelle vicende umane in modo non propriamente ineccepibile, una scalcinatissima compagnia di attori prepara la sua rappresentazione nel bosco.
Sono questi i gustosissimi ingredienti di Sogno di una Notte di Mezza Estate, l’opera tramite la quale il bardo di Stratford-upon-Avon dimostra ancora una volta di essere geniale nel connotare ciascuno dei differenti ambiti mediante un linguaggio specifico: versi sciolti, canzoni e filastrocche per il mondo delle fate e dei folletti, liriche d’amore per il mondo degli amanti e parole in prosa e goffamente auliche per gli artigiani che stanno preparando la rappresentazione nella foresta.
La traduzione di Simonetta Traversetti e la regia di Riccardo Cavallo restituiscono intatti le atmosfere ed il linguaggio shakesperiano, fanno rivivere con brillantezza i giochi di parole, le schermaglie amorose e le filastrocche dei protagonisti, rendendo efficace la narrazione e fluido il susseguirsi degli eventi.
Oltre agli attori, tutti bravissimi (esilaranti gli artigiani), contribuisce non poco alla riuscita dello spettacolo il disegno luci di Umile Vainieri, il cui talento abbiamo avuto modo di apprezzare in molte altre rappresentazioni teatrali. Come per Pene d’Amor Perdute, anche in questo caso si può parlare di “rappresentazione italiana”, soprattutto per la divertentissima performance di Marco Simeoli nella parte di Peter Quince, mentre ci pare azzeccata la scelta del regista di prendere in prestito il finale de La Tempesta (“noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni“) per concludere questa spassosissima commedia.
Per quanto riguarda le fonti e i riferimenti letterari, quasi sempre presenti nelle opere shakesperiane, la vicenda di Piramo e Tisbe, che gli artigiani maldestramente mettono in scena, è raccontata nelle Metamorfosi di Ovidio, mentre la trasformazione di Bottom (il bravissimo Gerolamo Alchieri) in un asino è tratta da L’Asino d’Oro di Apuleio.
Inoltre è da rilevare che, nello stesso periodo in cui scrisse questa commedia, il drammaturgo inglese stava componendo anche Romeo e Giulietta: è, quindi, non privo di fondamento pensare che la storia che ha per protagonisti Piramo e Tisbe sia una rielaborazione in chiave farsesca della tragedia.
Dopo Sogno di una Notte di Mezza Estate, che resterà in scena, come dicevamo all’inizio, fino al 13 agosto, l’accattivante stagione del Globe Theatre continuerà con La Dodicesima Notte (dal 18 al 28 agosto) e Riccardo III (dal 2 al 18 settembre).
Parafrasando – e il bardo mi perdoni – il discorso conclusivo del folletto Puck, ora vi auguro sogni felici, se sia ben vero che siamo amici, ad applaudir gli attori vi esorto, poichè essi rallegrano il giorno storto, e se ho mal narrato la vicenda, la rappresentazione ne farà ammenda.
Giovanni Berti
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