In scena fino al 31 luglio al Silvano Toti Globe Theatre, la splendida struttura elisabettiana costruita nel 2003 all’interno di Villa Borghese, Pene d’Amor Perdute è una commedia leggera e sofisticata, tradotta con perizia e con garbo adattata da Alvaro Piccardi (che ne è anche il regista), essendo recitata con determinazione e puntualità da un gruppo di giovani attori, tra i quali spicca l’irresistibile Stefano Flamia nella parte di Don Armado.
Love’s Labour Lost, composta probabilmente fra il 1593 e il 1596, è una delle prime commedie scritte da William Shakespeare ed il suo complicato intreccio si concentra con leggiadra comicità sull’amore e sulle sue implicazioni, sviscerando con scintillante acume le tematiche collegate alla delicata ed instabile sfera dei sentimenti umani.
Peraltro, si tratta di un’opera dai contenuti multipli e stratificati, tramite la quale il bardo di Stratford-upon-Avon offre al pubblico materiale di riflessione sulla caducità del tempo, sulla fragilità delle passioni, sul valore della temperanza e sull’ineluttabilità della morte.
Con il suo accurato lavoro di traduzione, grazie alla sua capacità di adattare l’opera shakespeariana al nostro tempo e al nostro luogo (per certi versi si può parlare a buon diritto di rappresentazione italiana), dirigendo un gruppo d’attori giovani e preparati, Alvaro Piccardi ci regala un Pene d’Amor Perdute lieve e godibile, ci propone uno spettacolo che restituisce intatti i giochi di parole ed i virtuosismi verbali del testo, che ci delizia con la scioltezza e la brillantezza delle schermaglie amorose, che ci induce alla riflessione sulle tematiche proposte da Shakespeare.
Ecco, quindi, in scena Ferdinando, il re di Navarra, che decide di dedicare tre anni della propria vita allo studio e all’erudizione, lontano dai piaceri della carne e dai futili divertimenti. Per questo, il sovrano sigla un patto con tre gentiluomini della sua corte, che a loro volta si impegnano a condurre per il periodo indicato un’esistenza ascetica e religiosa.
La decisione implica anche che le donne debbano restare distanti almeno un miglio e tra le pochissime distrazioni concesse a corte c’è soltanto il cantastorie Don Armado, accompagnato dal paggio Piattola. Ben presto, a causa della visita della principessa di Francia e delle tre dame del suo seguito, il patto degli uomini sarà in pericolo…
Tra gli attori, giovani e preparati, ci piace segnalare Stefano Flamia, che ci ha fatto divertire moltissimo con gli sproloqui verbali, le piroette linguistiche e le evoluzioni di Don Armado. Movimenti rapidi, cambi di scena fluidi, scelta dei costumi azzeccata e non conformista (un plauso a Giovanna Arena, soprattutto per come ha vestito le ragazze): le quasi due ore (con intervallo) della rappresentazione – diremo “corale” e “polifonica”, non essendoci un protagonista, ma tanti ruoli centrali – scorrono liete e gradevoli verso un finale atipico per le commedie shakesperiane.
Continua, dunque, con successo la stagione del Globe Theatre, che, dopo Pene d’Amor Perdute (in scena, come dicevamo all’inizio, fino al 31 luglio), proporrà Sogno di una Notte di Mezza Estate (dal 3 al 13 agosto), La Dodicesima Notte (dal 18 al 28 agosto) e Riccardo III (dal 2 al 18 settembre).
Giovanni Berti
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