Domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 si vota per i referendum abrogativi popolari. Per l’occasione l’Amministrazione di Roma Capitale ha attivato da ieri, venerdì 3 giugno, fino alle 15 di lunedì 13, un servizio per il rilascio dell’attestato sostitutivo della Tessera Elettorale a disposizione di chi l’avesse smarrita. Inoltre, per favorire il voto ai diversamente abili, sarà in funzione un servizio di trasporto dalle loro abitazioni ai seggi. E per abrogare cosa si vota? Ecco tutti i dettagli.
Gli elettori romani che avessero smarrito o deteriorato la tessera elettorale possono richiedere presso il proprio Municipio l’attestato sostitutivo. Il servizio è disponibile nei seguenti giorni:
– venerdì 3 giugno dalle 8.30 alle 17.30
– sabato 4 giugno dalle 8.30 alle 12.30
– lunedì 6 giugno dalle 8.30 alle 17.30
– da martedì 7 giugno a sabato 11 giugno dalle 9 alle 19
– domenica 12 giugno dalle 8 alle 22
– lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15
L’Amministrazione capitolina ha già disposto l’attivazione di un servizio di trasporto per gli elettori diversamente abili, dalle abitazioni ai seggi. Coloro che vorranno usufruire del servizio dovranno munirsi dell’attestazione medica e del certificato di accompagnamento, rilasciati dalla ASL competente per territorio.
Gli interessati potranno richiedere il servizio telefonando ai numeri della Polizia Municipale 06/67692540 e 06/67692541, fornendo il proprio indirizzo, il numero telefonico e il Municipio di appartenenza. Il servizio potrà essere richiesto nei seguenti giorni:
– dal 6 all’11 giugno dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 20;
– domenica 12 giugno dalle 7 alle 22;
– lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15.
I quattro referendum
L’elettore riceverà 4 schede di diverso colore: Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
Il voto “NO”, indica la volontà di mantenere la vigente normativa..
Le denominazioni sintetiche, formulate dall’Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione a ciascuno dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili, sono:
referendum popolare n. 1: Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione;
referendum popolare n. 2: Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;
votando SI l’elettore manifesterà la propria volontà in merito all’abolizione di norme e regolamenti introdotti dal decreto Ronchi del 2009 relativamente alla privatizzazione dell’acqua. Votando NO il Decreto Ronchi resta inalterato
referendum popolare n. 3: Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme
votando SI si esprimerà la propria contrarietà alla realizzazione sul territorio nazionale di impianti di produzione nucleare. Votando NO resteranno in vigore le attuali norme
referendum popolare n. 4: Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.
votando SI il cittadino chiede l’annullamento di articoli e leggi che consentono di giustificare l’assenza del Presidente del Consiglio e dei Ministri a comparire dinanzi al giudice nello svolgimento di un eventuale processo che lo veda coinvolto. Votando NO il cosiddetto “legittimo impedimento” resterà in vigore.
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4 SI per dire NO!
4 SI per dire no!
Il referendum è rimasto l’unico strumento a disposizione dei cittadini per esprimere compiutamente quello che pensano.
Andiamo tutti a votare per difendere i beni comuni e per contribuire a consegnare ai nostri figli un mondo più vivibile.
Votiamo 4 SI per dire NO!
4 SI per dire NO
.. ma mentre su nucleare e legittimo impedimento basta la vittoria del SI per riportare democrazia e buon senso, su quelli dell’acqua, una volta vinto (si spera) il referendum, poi bisogna rimettere mano alla Legge Galli e riaggiornarla. Perché se è giusto cancellare le oscenità della “Ronchi” (tipo l’obbligo di cedere la maggioranza delle azioni Acea ai privati, nel caso di Roma), è anche vero che il solo referendum non garantisce una corretta ed efficiente gestione del servizio idrico.