Home AMBIENTE Per Marco Nonio Macrino si mobilitano XX Municipio ed AssoCommercio Roma Nord

Per Marco Nonio Macrino si mobilitano XX Municipio ed AssoCommercio Roma Nord

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Un intero tempio romano, completo di grandi blocchi marmorei, di capitelli, timpani, lastre decorate ed iscrizioni, ed un affascinante tratto dell’antica via Flaminia. E’ lo straordinario scenario del Mausoleo Romano di Marco Nonio Macrino di via Vitorchiano sulla Flaminia, scoperto nel 2008, di cui da più parti si chiede ora a gran voce che diventi un museo a cielo aperto.

La storia

Della storia del ritrovamento VignaClaraBlog.it ne ha diffusamente parlato in un recente servizio (leggi qui).
Basterà ricordare che in via Vitorchiano, all’interno di un’area industriale abbandonata ed oggi di proprietà del Gruppo Bonafici, nel 2008 la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ha effettuato il ritrovamento più importante degli ultimi 30 anni: un lungo tratto dell’antica Via Flaminia, perfettamente conservato, integro, che presenta su entrambi i lati la “crepidine” realizzata in scaglie basaltiche disposte a taglio, e numerosi e grandi blocchi di marmo con capitelli, timpani, lastre decorate ed iscrizioni che riconducono il tutto al mausoleo di Marco Nonio Macrino, proconsole d’Asia sotto l’imperatore Marco Aurelio.

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Un ritrovamento che va ad aumentare il già ricco patrimonio archeologico della via Flaminia, seconda solo a Via Appia per la quantità e la qualità di presenze architettoniche.

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Ma quel terreno è destinato ad ospitare circa 20mila metri cubi di cemento. La proprietà dell’area ha avuto infatti, ancor prima dell’eccezionale ritrovamento, un iniziale parere favorevole dalla Soprintendenza per costruire due palazzine sulla collinetta a sud-est dello scavo.
Un progetto edilizio che, per quanto assurdo solo pensarlo, potrebbe riportare nel buio dei secoli e della terra un sito archeologico di un’unicità incredibile.

“Il problema – dichiarò a suo tempo a VignaClaraBlog.it l’assessore alla cultura del XX Municipio, Marco Perina, – sta nel fatto che il gruppo Bonifaci è ancora forte del nulla osta alla costruzione dei due palazzi. Non è certo una concessione edilizia, ma sicuramente ha sempre la sua valenza. Occorre quindi un atto del XX Municipio e, successivamente, del Comune di Roma affinchè il progetto edilizio venga delocalizzato, l’area sottoposta a vincolo di assoluta inedificabilità e destinata ad un museo a cielo aperto, dove portare le scuole locali, dove indirizzare il turismo. Un vero e proprio parco archeologico di grande valenza storico-artistica nel cuore del nostro territorio”.

Scende in campo Italia Nostra

Ma neanche Italia Nostra poteva tacere davanti ad un rischio così forte. “La ricostruzione anche solo di questo mausoleo varrebbe per Roma e i suoi interessi turistici e culturali almeno quanto l’assegnazione di un’Olimpiade – ha dichiarato al Corriere della Sera Oreste Rutigliano, consigliere nazionale di Italia Nostra – Senza contare che per gli archeologi c’è da scavare ancora tantissimo, verrebbe fuori qualcosa di simile all’Appia antica. E vogliamo perdere tutto questo per tre palazzine come tante altre?”

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AssoCommercio Roma Nord scrive al Sindaco

E a dare manforte giunge Assocommercio Roma Nord che rappresenta la maggior parte degli operatori commerciali di Vigna Clara e dintorni.
Un arrivo non inusuale in quanto l’associazione, fin dalla sua recente costituzione, ha subito dimostrato di avere interessi di tutela del territorio che vanno ben oltre quelli “di bottega”.

Presa carta e penna, Giovanna Marchese Bellaroto, presidente di Assocommercio Roma Nord, ha scritto una lunga lettera al sindaco Alemanno nella quale gli chiede di fare in modo che “la polvere non si depositi a lungo sulle carte di una burocrazia troppo spesso sonnolenta, incapace di rivendicare, con coraggio e decisione, la salvaguardia di un sito che, ad avere la fortuna di poterlo visitare e toccare se pur in questa versione provvisoria, trasmette lungo le ossa i brividi di un’emozione che ha il peso della storia vera”

L’invito di Assocommercio Roma Nord al sindaco è di attivarsi, usando tutti i suoi poteri, per far si che possa nascere lungo la riva del Tevere e la pista ciclabile, a pochi minuti da Ponte Milvio, “un inedito museo a celo aperto che consegnerebbe al futuro un paesaggio, una storia ed una coscienza”.

XX Municipio, associazioni ambientaliste, amanti della storia e della cultura, realtà commerciali locali: ognuno fa la sua parte nel tentativo di scongiurare che tanta bellezza e tanta storia tornino sotto terra.

Il primo atto dal XX Municipio

Ed il primo passo formale lo ha fatto appunto il Consiglio del XX Municipio lunedì 16 maggio approvando all’unanimità una risoluzione, proposta dalla Commissione Cultura, con la quale impegna il Presidente e la Giunta del XX Municipio affinchè chiedano al Sindaco di Roma l’annullamento di qualsiasi autorizzazione edificatoria già rilasciata e l’apposizione del vincolo archeologico di assoluta inedificabilità su tutta l’area interessata.

Ma non solo, al Presidente ed alla Giunta il Consiglio ha chiesto di adoperarsi con il Sindaco per reperire le risorse economiche necessarie, di concerto con Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per musealizzare il sito e comprenderlo nel programma, peraltro già approvato fra i progetti di Roma Capitale, di Parco Archeologico della via Flaminia, da Ponte Milvio a Malborghetto.

Un passo concreto, il primo di un lungo e difficile percorso ma l’importante è averlo compiuto.

Edoardo Cafasso

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