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A tu per tu con Beatrice Pizzi e Giulia Urbinati, giovani artigiane della moda creatrici di Biblique

Galvanica Bruni

Sono giovani, entrambe classe 1984, sono determinate, professionali e creative. Ma soprattutto nelle loro creazioni mettono al primo posto la qualità. Si sono conosciute all’Accademia di Costume e Moda e dopo aver maturato diverse esperienze hanno deciso di sperimentare qualcosa di nuovo, di mettere insieme il loro estro e la loro professionalità. Hanno così creato il marchio Biblique. Stiamo parlando di Beatrice Pizzi e Giulia Urbinati.

Con le loro creazioni le due giovani designers, che considerano la lavorazione sartoriale un valore aggiunto, che puntano sulla qualità dei tessuti e che partendo dal fascino del Vintage creano capi adatti ad ogni stile e personalità, hanno partecipato all’evento “Ponte Milvio in Moda 2010” (leggi qui) che si è svolto lo scorso 14 aprile.

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Vignaclarablog,it è sempre attento alle belle e nuove realtà del territorio di Roma Nord, così ha incontrato queste due giovani, determinate e capaci, stiliste scambiando con loro quattro chiacchiere a Ponte Milvio e scoprendo qualcosa di più sul loro marchio Biblique, una realtà viva e pulsante nel cuore di questo spicchio di Roma.

Come vi siete conosciute? i siamo conosciute all’Accademia di Costume e Moda, dopodiché abbiamo cominciato a lavorare ognuna per conto proprio e poi ci siamo incontrate nuovamente facendo degli stage.

Quando avete deciso di dar vita a quest’avventura che è Biblique? Nei nostri stage non eravamo sempre soddisfatte. Imparavamo delle cose pratiche, che per noi era fondamentale, poi però si arrivava al fatidico punto “di non ritorno”. Ossia tutte e due a un certo punto cominciavamo a volere un po’ di più dall’impiego. Così abbiamo pensato di provare a “farci le ossa” lavorando sì praticamente, ma lavorando per noi. Mettendo il nostro viso e costruendoci un curriculum vero. Entrambe stanche del lavoro che stavamo facendo, abbiamo deciso di cambiare, assumerci il rischio di metterci in proprio.

Cosa vi ha spinto su questa strada? Perché diventare stylist? Il piacere di distinguersi dagli altri. Creare una linea che sia un po’ diversa da quello che c’è sul novanta per cento dei ragazzi di oggi. Osservando il target delle ragazze dai 20 ai 30 anni si nota lo stesso stile, lo stesso look. E poi vogliamo dare importanza alla qualità, cosa che spesso oggi non si fa più. Noi teniamo moltissimo all’importanza del tessuto, della finitura, tutte cose che con l’industria, soprattutto portata a livelli di “coltivazione intensiva”, si sono abbandonate completamente. Le persone non sanno riconoscere il valore di un capo fatto a mano, su misura, un capo con un determinato tipo di finitura o tessuto. Fortunatamente tra le nostre clienti abbiamo trovato chi dà ancora valore al pezzo unico, a qualcosa che non avrà mai nessun altro, E’ questo che noi tentiamo di portare anche nel prèt-à-porter. E’ difficile, ma ci proviamo.

Come è possibile conoscervi? Come è possibile conoscere il marchio Biblique? Tramite eventi e tramite il passaparola. Di grande aiuto per noi è stato anche il popolare social network Facebook (clicca qui) dove facciamo conoscere Biblique esponendoci in prima persona e stringendo così un rapporto diretto con la cliente, che ci sceglie anche proprio per questa ragione. Spesso ci accompagniamo a delle serate nei locali, come Sixties Rebellion, dedicata al genere Vintage, musica Anni ’50, spettacoli di Burlesque, al cui mondo ci siamo ispirate per molte creazioni. Abbiamo un po’ cavalcato questa moda che è condivisa su tutti i fronti, il ritorno del Vintage, degli spunti Anni ’50.

Il Vintage...Noi abbiamo iniziato seguendo una ballerina di Burlesque. Le facevamo dei costumi per il Micca Club e poi facevamo delle cose a tema. Con il giulia urbinatitempo è arrivata Sixties Rebellion, un’altra corrente completamente diversa come tipo di frequentazioni, che punta sempre sugli Anni ’50 e ’60. Poi è arrivato un altro evento in un altro locale che è l’ex Alien, un tempo completamente commerciale che ora ha cambiato genere e si è rivolto al Vintage. Abbiamo così visto che si moltiplicavano le richieste. Anche i workshop fotografici hanno cominciato ad avere tutti il tema Vintage e quindi a richiedere uno styling apposito composto di persone che conoscessero il tema.

Vi occupate di tutto voi due? La nostra prima collezione è stata quasi tutta completamente cucita da noi, fatta in casa. Adesso per la produzione su misura ci affidiamo ad una sarta. Noi realizziamo il modello, scegliamo il tessuto. Ma desideriamo dare alla cliente una qualità ancora maggiore e per questa ragione ci affidiamo a mani esperte, alla professionalità di una sarta che rende il lavoro artigianale davvero unico.

Perché il nome Biblique? C’è stata una lunga ricerca per il nome e grande indecisione perché il nome deve durare per sempre. Abbiamo cominciato a pensare e Biblique è nato da connaissance biblique, ossia la conoscenza biblica. Volevamo giocare sul tema della sensualità evitando tutti i nomi troppo espliciti. Abbiamo pensato che accorciandolo era anche più di impatto. Il nome che abbiamo scelto per il nostro marchio caratterizza il lato sexy delle nostre creazioni, che non è un sexy volgare o che scopre, ma un sexy d’antan.

Quando è nato operativamente il marchio Biblique? Il marchio è registrato da poco, ma a gennaio saranno due anni che lavoriamo insieme. Il primo anno beatrice pizziè stato di “studio”, abbiamo cercato di capire come potevamo muoverci e per lo più abbiamo sponsorizzato eventi a tema. Il secondo anno abbiamo tratto questa prima collezione di capi fatti da noi, dopodiché abbiamo fatto una piccola collezione di capi, disegnati e ricamati da noi ma realizzati da sarte, che ora cominciano ad essere messi in vendita in alcune boutique. Una di queste si trova a Rione Monti. Anche se questa per noi non è la soluzione definitiva. Vorremmo produrre più su ampia scala e per la prossima collezione stiamo pensando di fare il campionario da portare nelle varie boutique e prendere quindi gli ordini.

Come selezionate le boutique in cui mettere in vendita i vostri capi? In base alle conoscenze e in base alle zone principalmente. La zona di Rione Monti, ad esempio, è ricca di boutique con prodotti artigianali. Al contrario il quartiere di Vigna Clara è ancora molto legato al brand. Abbiamo l’idea di aprire un negozio tutto nostro, ma al momento è ancora presto. Abbiamo pensato di cercare dei produttori, ce ne sono molti nel Nord d’Italia, ma in questo senso il Lazio è ancora piuttosto lacunoso.

Prezzo minimo e prezzo massimo di un vostro capo… Dipende dal capo. Noi realizziamo dall’accessorio, alla biancheria intima, agli abiti, al cappotto… Il prezzo può andare dai quattro euro per un accessorio per i capelli, ai 280 euro per un abito ricamato a mano e fatto su misura.

Nel vostro Atelier, oltre alla vostra collezione, è possibile veder prender vita il capo dei sogni? Certamente, ovviamente noi cerchiamo di dar vita ai sogni delle nostre clienti in base comunque a un nostro gusto. Chi viene da noi sa che abbiamo un determinato stile, ma cerchiamo di accontentare le esigenze della cliente. Veniamo incontro alle persone e ci piace anche sperimentare.

Per le vostre creazioni a cosa vi ispirate? Ad un’anima Vintage, sdrammatizzata comunque da una nota Rock e anche un po’ Pop, più ironica. Su molte beatrice pizziriviste si legge molto e si pubblicizza il cosiddetto “mix-and-match”, ma sono poche le persone che lo praticano in modo costruttivo. Il vero “mix-and-match” è scegliere quattro/cinque capi del guardaroba che rimangono, di un certo valore, da saper abbinare poi con capi più semplici. La cosa importante è tirar fuori la propria indole e cercare di lasciare il discorso del brand un po’ più da parte. Noi invitiamo tutti a cercare di avere un po’ il coraggio di fare quello che cerchiamo di fare noi, ossia tirar fuori se stessi e mettere da parte tutto il resto.

Qual è il vostro target? Noi pensavamo fosse composto principalmente da nostre coetanee, invece abbiamo notato particolare riscontro tra le diciassettenni e le trentacinquenni/quarantenni. Molti capi, realizzati anche per ragazze molto giovani, hanno colpito la fantasia di molte donne che hanno chiesto la possibilità di adattarli alla loro età.

Quali sono le fasi della lavorazione per la realizzazione di un capo? C’è il momento della scelta in Atelier, si prendono le misure e poi ci si incontra per le varie prove. La durata per la realizzazione del prodotto dipende da molti fattori, ad esempio la disponibilità delle sarte con cui lavoriamo e non per ultimo la disponibilità della cliente. Possiamo comunque dire che il tempo necessario può variare dalle due settimane, per le cose più semplici, al mese/mese e mezzo.

Nonostante le difficoltà, siete pronte a conquistare Roma Nord? Saremmo felici di affermarci in questa parte della città, riuscendo così a dare una nota di originalità allo stile che si vede qui in giro. Vorremmo che il desiderio di originalità non fosse solamente qualcosa di superficiale e di gratuito e sarebbe bello se le persone ricominciassero a dare valore alla qualità. Un prodotto di qualità è ben diverso da un prodotto di massa, non solo lo si riconosce, ma dura nel tempo e ha tutto un altro fascino.

A cosa state lavorando adesso? In questo momento stiamo lavorando alla nuova collezione. Noi produciamo anche in contro-tendenza rispetto agli altri giulia urbinatiproduttori, per approfittare anche delle sartorie quando sono libere dalle produzioni più estese. Al momento produciamo solo un piccolo campionario, che racchiude più o meno una ventina di capi; realizziamo d’inverno per l’inverno. Quindi ora stiamo producendo i campioni per questo inverno e stiamo strutturando la collezione per l’estate, che uscirà più a ridosso rispetto a quanto accade con il prèt-à-porter normale, che invece esce sei mesi prima. Per i nostri capi non siamo legate esclusivamente al tessuto invernale per l’inverno e a quello estivo per l’estate, permettendo alle nostre collezioni di durare più a lungo nel tempo.

Il vostro obiettivo? Abbiamo avuto un buon riscontro, abbiamo la nostra clientela alla quale teniamo molto, ma ci piacerebbe fare un salto ulteriore. Vorremmo arrivare a un pubblico maggiore, allargarci e diffondere piano piano il marchio Biblique.

Le realizzazioni di Beatrice Pizzi e Giulia Urbinati si possono ammirare e trovare nei numerosi eventi ai quali le due designers prendono parte, in una boutique a Rione Monti, oppure, direttamente nel loro Atelier che si trova a via Orti della Farnesina, 129, dove ricevono su appuntamento. Chi volesse ponte milvio in moda 2010scoprire qualcosa di più sulle due stylist può consultare il loro sito web . E’ possibile poi essere alunne delle due Fashion Designers che, nel workshop “Il Tempio del Burlesque” che si tiene a ConteStaccio in via di Monte Testaccio 65b, insegnano Storia del Costume – Ideazione e Realizzazione del costume di scena. Nel corso delle lezioni le stylist suggeriscono “soluzioni fantasiose e trucchi low-cost” per creare o semplicemente rinnovare il proprio guardaroba in modo originale e divertente.
Incontrando Beatrice e Giulia abbiamo scoperto una realtà vivace presente sul nostro territorio, che fa della moda qualcosa di più di un semplice fatto di immagine. Stile, sensualità, creatività e qualità sono gli ingredienti che animano il marchio Biblique.

Stefania Giudice

© riproduzione del testo riservata – proprietà EdiWebRoma

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2 COMMENTI

  1. E’ molto bello vedere giovani intraprendenti che portano avanti un loro modo di vedere le cose .
    Soprattutto manifestando la loro fantasia attraverso uno dei lavori piu creativi
    dove sembra che ci sia sempre meno spazio per gli Emergenti.
    Forza ragazze Auguri di Cuore.

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