Prosegue il programma di rimozione dei cartelloni pubblicitari abusivi da parte del Comune di Roma. Questa mattina, alla presenza del sindaco Gianni Alemanno, in via del Foro Italico sono stati rimossi 5 impianti pubblicitari 4×3 ed alcuni cartelloni abbandonati situati al centro della carreggiata. Interventi analoghi verranno effettuati nel pomeriggio anche a Corso Trieste. Nell’ambito del programma legato al decoro urbano dal primo di gennaio ad oggi sono stati rimossi 1.500 impianti irregolari.
“Grazie alla collaborazione in atto con la Guardia di Finanza non solo stiamo rimuovendo i cartelloni abusivi, ma attraverso delle verifiche sulle ditte evitiamo che le stesse persone ne installino di nuovi attraverso nuove societa’ fantasma create ad hoc” ha spiegato il sindaco Gianni Alemanno. “A Roma – ha aggiunto – c’e’ chi vive di questa attivita’ illegale, dobbiamo stroncare il fenomeno alla radice”.
Il Comune, spiega ancora il sindaco, sta riflettendo anche “sulla possibilita’ di denunciare coloro che comprano gli spazi pubblicitari sugli impianti abusivi, serve responsabilita’ anche da parte di chi vuole pubblicizzare i propri prodotti”.
Le stime fornite dall’assessore alle Attivita’ produttive Davide Bordoni parlano di “una cifra tra i 4mila ed i 5mila cartelloni abusivi, ne abbiamo gia’ rimossi 1.500 ma il problema e’ che montarne di nuovi bastano 24 ore, la situazione va monitorata costantemente”. (fonte OmniRoma.it)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tratto di via del Foro Italico che va grosso modo dalla galleria Fleming alla via Salaria ricade all’interno del vincolo paesaggistico della “Valle del Tevere”, imposto fin dal 1989, dove l’art. 153 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio prescrive il tassativo divieto di affissione, a tutela delle bellezze panoramiche che invece appaiono orrendamente deturpate da una moltitudine di impianti pubblicitari collocati in violazione anche del Codice della Strada in numero ben maggiore dei 5 impianti rimossi oggi scenograficamente: a nome della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) fin dallo scorso mese di maggio ho trasmesso la planimetria del suddetto vincolo, chiedendo l’immediata rimozione di tutti gli impianti che a vario titolo vi risultano installati sia dentro che sulle vie di confine, come l’intero Villaggio Olimpico (specie attorno all’Auditorium ed al Palazzetto dello Sport) l’intero Foro Italico (da largo Marescaillo Giardino a POnte Milvio) e l’intero Viale di Tor di Quinto, oltre che il tratto di Corso Francia che va dall’incrocio con via Flaminia vecchia al Ponte Flaminio.
Il 18 settembre scorso ho segnalato l’installazione di ben 6 impianti installati a ridosso della galleria Fleming, proprio in via del Foro Italico, in violazione anche dei 200 metri dall’imbocco delle gallerie che prescrive il Regolamento di Attuazione del Codice della Strada.
Proprio per l’occasione l’assessore al Commercio, Davide Bordoni, ha spiegato così su Repubblica il fenomeno in cifre dei cartelloni pubblicitari abusivi: “Secondo i nostri calcoli sono almeno 4-5 mila”. Una selva difficile da monitorare, visto che – ricorda l’assessore – “il problema è che in una città come Roma un cartellone abusivo può essere montato in 24 ore, e quindi serve un controllo quotidiano dalla Polizia municipale”.
L’assessore non dice che quasi sempre i cartelloni pubblicitari sicuramente abusivi (perché collocati in aree vincolate come quelle sopra elencate) vengono installati con già affissa una targa che riporta di solito stampato il numero di codice identificativo che viene assegnato dal Servizio Affissioni solo dopo che è stato pagato il cosiddetto Canone Iniziative Pubblicitarie (CIP) a tariffa annua, senza alcuna istruttoria preventiva sulla legittimità del luogo in cui viene installato l’impianto.
Con questo meccanismo gli impianti abusivi non sono i 4-5 mila calcolati dall’assessore, ma 40-50.
Fra le aree vincolate ci sono anche i parchi e le riserve naturali: basti dire a tal riguardo che il Direttore dell’Ente “Roma Natura”, dopo la segnalazione di VAS, ha censito ben 492 impianti di cui ha chiesto al Comune l’immediata rimozione.