L’ampia vallata che degrada verso il basso è interamente fiorita e aleggia nell’aria il profumo di ginestra; lo sguardo spazia tra colline ricoperte di boschi e prati invasi di rosa selvatica, cisto e orchidee. In alto, le rondini sfrecciano in un cielo azzurro finalmente sgombero di nuvole. No, non siamo sui monti dell’Appenino: ci troviamo invece ad appena trecento metri dalla Via Trionfale, in Via Castagnola dove si inaugura, realizzato da Roma Natura e dai naturalisti della Climax, il “sentiero del picchio”.
VignaClaraBlog.it era venuto in questa zona un anno fa e allora la situazione ci era sembrata drammatica: l’ingresso “ufficiale” della Riserva dell’Insugherata era stato creato in un ampio spazio invaso di erbacce e con qualche anonima tabella illustrativa. Un piccolo sentiero si inoltrava tra la vegetazione e i rovi. Oggi le cose sono decisamente cambiate e questo grazie alla sensibilità dell’ Ente e al duro lavoro dei giovani della Cooperativa Climax che fa capo a David Massaroni.
Sarà il sole o la temperatura piacevole ma Via Castagnola, a pochi passi dalla fermata della metro, ci è sembrata bellissima: lo spiazzo con le erbacce ora è uno splendido parco con giochi per bambini. Il sentiero che dà accesso alla Riserva è stato allargato e completamente pulito e una serie di piccole tabelle ne illustra il percorso.
L’inaugurazione del “sentiero del picchio” è avvenuta domenica 23 maggio alla presenza dei vertici di Roma Natura e di una cinquantina di persone, veri affezionati della Riserva.
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A fare gli onori di casa è il Presidente Petretti che in un brevissimo discorso ha ricordato come l’Insugherata sia un gioiello che nessuna città europea può vantare; scoperta la bella e coloratissima tabella con la pianta e i comportamenti da mantenere, al seguito di un naturalista, inizia l’esplorazione del sentiero lungo circa 3 chilometri.
Il percorso ora sgomberato da tonnellate di rifiuti attraversa un fitto roveto e si immette in un pianoro circondato da eucaliptus e sughere: la guida illustra l’ambiente circostante e il lavoro svolto dalla Cooperativa Climax.
Il linguaggio è quello del naturalista ma dalle competenti osservazioni è facile immaginare il profondo amore che questi giovani nutrono per la Riserva.
Prima di entrare nel bosco si attraversa una spianata dove, tra l’erba alta, fioriscono le orchidee; oggi la primavera sembra aver fatto il suo ingresso in modo trionfale perché l’Insugherata è una esplosione di colori che vanno dal giallo delle ginestre, al verde cupo delle sughere, all’azzurro del cielo.
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Il sentiero lascia il pianoro e scende nel bosco che in questo zona è meno fitto anche se mantiene inalterato il suo fascino; ampi gradoni scavati nel terreno consentono di scendere in sicurezza verso la piana che dirige poi verso la parte Nord della Riserva.
Tra la sabbia color avorio è possibile intravedere frammenti di conchiglie segno evidente che qui, in tempi lontanissimi, c’era il mare.
Piegando sulla destra si può risalire lungo il bosco e tornare verso il punto di partenza: il sentiero del Picchio è un percorso ad anello che fatta eccezione per qualche lieve pendenza non presenta grosse difficoltà.
Numerosissimi cartelli in legno indicano il tragitto mentre le tabelle infisse nel terreno illustrano le caratteristiche della vegetazione e delle specie di insetti, farfalle e uccelli presenti nell’area.
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Il sentiero è stato intitolato al picchio, il simpatico volatile che con il suo robusto becco percuote la corteccia per costringere gli insetti a venire fuori.
La presenza di numerose specie di volatili, ci fa presente la nostra guida, è un sintomo della buona salute della Riserva: dai falchi che vi nidificano al Gruccione che comincia a fare la sua comparsa nel mese di Giugno.
Per percorrere il sentiero con calma ci vogliono un paio d’ore ma per i più pigri c’è la possibilità di fermarsi in uno dei molti punti panoramici e godere di uno spettacolo davvero fuori dal comune.
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Terminiamo il sentiero con un profondo senso di soddisfazione perché questa realizzazione ci fa ben sperare sul futuro della Riserva; è inoltre un segnale di come, seppur in presenza di obiettive difficoltà, sia possibile armonizzare le varie esigenze salvaguardando nel contempo l’ambiente naturale.
Ora dobbiamo solo sperare che anche in Via dell’Acqua Traversa e Via Panattoni vengano realizzati sentieri di visita come il “sentiero del Picchio”.
Francesco Gargaglia
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Viaggio nell’insugherata ovveero all’inferno
lettol’articolo di Grancesco Gargaglia mi sono entusiasmato e ho deciso di andare a fare un giro nel parco. Parto da via Cassia all’altezza della Tomba di Nerone, scendiamo giù per la strada che ad un certo punto finisce ma dell’ingresso dell’Insugherata c’è soltanto un cancello chiuso con catena. Avremo sbagliato ingresso, rotiano indietro di scendiamo per via Panattoni fino giù dove c’è un Circolo di tennis , anche quei tutto chiuso, pure il circolo. Cerchiamo attorno lungo la strada che costeggia il Parco e vediamo soltanto un cancello chiuso con scritto “proprietà privata dievieto di’accesso ” lungo la strada piazzole sul prato dove ci sono posteggiata delle auto :Ma quello è Parco? Sono abusivi o pagano una retta a qualcuno ? E non solo tutto è recintato da filo spinato per centinaia di metri. Andiamo avanti e finalmente poco distante un centro Ippico ,anche quello chiuso (evidentemente sia il circolo di tennis che quello ippico lo sport lo praticanio solo nei giorni feriali, beati loro). rentriamo nel famoso Parco, cii inoltriamo e ad un certo punto troviamo un sentiero sulla destra, saliamo, per un centinaio di metri in una zona bellissima con fiori rossi, blu gialli , un incanto, un sogno : dopo aver incrociato diverse persone a cavallo ci troviamo su un pianoro che domina la vallata. una veduta spettacolare.Grosso modo sappiamo che il Parco è composto da tre o quattro grosse vallate parallele e noi siamo entrati nella seconda e quel sentiero sulla destra ci sta portando verso la terza vallata . Siamo all’apice della collina ,e vediamo il valllone sottostante ,ma non cè passaggio: solo ferro spinato che divide le due vallate, come le trincee sul Carso ,forse il Parco ha diversi proprietari e ognuno recinta il proprio pezzo di prato. Alla fine c’è un passaggetto dove al posto del fildiferro cè un intreccio di arbusti spinosi. Strisciando per terra siano riusciti a passare dall’altra parte dove un bella stradina in terra battuta porta ad uno stazzo di un pecoraio al quale cortesissimo chiediamo incidazioni. “Da dove venite?” – Dalla Cassia rispondiamo, “Allora andate giù di li , quando incontrate le mie pecore andate verso sinistra e arriverete al ponticello.”Saluta e se va in macchina ! E questa discesa verso il fondovalle è un incanto macchie di fiori rossastri bruni, gialli, bianchi viola. Arriviamo a fondovalle e caseggiato , seguendo il sentiero battuto andiamo verso un caseggiato che potrebbe essere ilfamoso circolo del tennis . Noi proseguiamo dritti e qui ci prende il panico: ovunque io guardo in giro solo ferro spinato e cancelli chiusi. tra rovi e canne proseguiamo
e vediamo che sulla nostra sinistra ci sono le auto parcheggiate sul prato che avevamo visto all’andata. A destra c’è un cancello chiuso e quella è proprieta di una villa che ha nel suo terreno una zona geologia che risale a milioni di anni fa zona che solo glil stranieri conoscono, dove trovi le conchiglie fossili. Quaranta anni or sono quella zona non era parco , non c’erano fili spinati e potevi raccogliere conchiglie e fiori.
Caro Arnaldo hai tutta la mia simpatia e solidarietà: la tua “odissea” l’ho vissuta in questi anni dozzine di volte ma ho sempre deciso che all’Insugherata (gestita con i soldi nostri!) sarei entrato. Se era chiuso Tomba di Nerone andavo al Tennis; se il Tennis era chiuso andavo a Via dell’Acqua Traversa; se anche qui l’accesso era chiuso allora andavo a Via Sestriere…………I privati chiudono gli accessi nella speranza di mettere le grinfie, prima o poi, sul territorio ed è per questo che l’Insugherata DEVE essere frequentata.
Quanto alla chiusura di Tomba di Nerone ci troviamo di fronte a un tipico caso di miopia: impedire ai residenti, la Domenica, di andare a passeggiare nel parco è un atto che non trova nessuna giustificazione.
lo so Francesco , e anch’io non mollo anzi provoco e ci ritorno. Ma a proposito il circolo di tennis che giorni festivi chiuso ,fa entrare e uscire o no ? Me lo sai dire? Grazie
mi sai dire se il circolo del tennis festivi chiuso fa entrare e uscire ?grazie
Dal Circolo del Tennis, dove il Sig. Gambino ha iniziato i lavori per realizzare il parcheggio e l’accesso di Via Panattoni, sono sempre passato senza problemi (la Domenica pomeriggio il Circolo è chiuso).