Robin Hood, il superattivo Comitato Spontaneo per la tutela dell’Insugherata, torna a farsi vivo, questa volta per un’indagine sul Villaggio dei Cronisti, all’atto della costruzione una delle più belle e prestigiose zone di Roma ai confini della Riserva Naturale dell’insugherata, che però oggi assomiglia più alla periferia di una metropoli del terzo mondo.
“Rifiuti ovunque, scritte sui muri, auto e scooter sui marciapiedi, segnaletica sporca, arrugginita e in molti casi addirittura divelta dal terreno; e poi cumuli di foglie secche e rami. I pochi tratti di marciapiede, quando lasciati liberi dalle auto, sono ricoperti dalle feci dei cani. E ancora – prosegue Robin Hood – cassonetti sgangherati e stracolmi di rifiuti, pareti imbrattate da manifesti e i contatori di acqua e gas addirittura sfondati. Il bel Villaggio, tra la Cassia e la Riserva dell’ Insugherata, dove un tempo risiedevano i cronisti romani, ora è ridotto a terra di confine.”
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“Per non parlare poi della pessima abitudine di abbandonare ovunque i sacchetti della spazzatura: e già, perché sono tanti quelli che invece di portarla ai cassonetti, come moderni Pollicini abbandonano i fardelli lungo le strade. Perfino l’aiuola della piazza intitolata a Ceroni, giornalista fondatore del Villaggio, viene utilizzata come una discarica per lattine e bottiglie di birra consumate sul posto. E che dire poi – stigmatizza Robin Hood – di quei due imbecilli che si firmano Tabhi e Glak che vanno imbrattando con i loro nomi e segni incomprensibili ogni superficie, sia essa verticale, orizzontale o sferica?”
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“Qualcuno ha provato a chiamare i vigili ma la risposta è sempre la stessa: non ci sono uomini e mezzi, si rivolga alla polizia. E’ come se uno trovandosi in acqua e in difficoltà chiedesse aiuto e si sentisse rispondere dal bagnino si rivolga allo stabilimento accanto !”
“E allora che fare?” Si chiede Robin Hood “Sperare nell’ intervento di una qualche istituzione? Non ci sperate perché i loro uomini sono intenti soprattutto a pubblicizzare le loro persone (in genere con manifesti che non fanno altro che aumentare il degrado e lo sconcio delle pubbliche vie). Una soluzione c’è, tagliare la testa al toro ovvero cambiare il toponimo: da Villaggio dei Cronisti a Slum dei Cronisti” è l’amara conclusione di Robin Hood. (red.)
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