“Roma sembra che sia la capitale più verde d’ Europa: oltre ad un gran numero di parchi e giardini vanta anche un sistema di aree protette tra cui la Riserva Naturale dell’ Insugherata. Neppure oltre oceano, il bellissimo esempio di architettura paesaggistica che è Central Park, possiede aree naturali come la Riserva. I boschi e i fossi dell’ Insugherata sono rimasti probabilmente come erano i fossi e i boschi che qualche secolo fa circondavano la città eterna. L’ ambiente naturale è lo stesso di una foresta appenninica o dei grandi boschi nell’ interno della Sardegna. La fauna è costituita da un gran numero di specie: istrici, tassi, ricci, talpe, volpi, lepri e cinghiali. E poi un gran numero di uccelli, molti stanziali altri di passo. E ancora rapaci e uccelli notturni. La zona umida e i fossi ospitano invece un gran numero di rettili ed anfibi tra cui, caso più unico che raro, la salamandrina dagli occhiali.”
E’ Robin Hood a parlare, il comitato spontaneo per la tutela della Riserva Naturale dell’Insugherata per la quale nutre un profondo amore.
“E che dire poi della flora? Numerosissime le specie: dalle orchidee agli alberi di grosso fusto. Tra tutti primeggia la sughera, un’ albero appartenente alla famiglia delle querce alto fino a 25 metri, tipico delle isole maggiori e delle zone costiere.Il tutto concentrato in un fazzoletto di terra tra la Via Cassia e la Via Trionfale e delimitato a Nord da una delle strade più trafficate e pericolose d’ Italia: la Circonvallazione Settentrionale (o GRA, come si chiamava un tempo).”
“Nell’ Insugherata è possibile, attraverso il contatto con una natura ancora integra, ritrovare quella serenità che il più delle volte abbiamo perso tra la frenesia del traffico e lo stress della grande metropoli. La Riserva poi è un vero e proprio laboratorio naturale: dovrebbe essere pianificata la sua visita da parte di tutte le scolaresche di Roma. Chissà quanti bambini non hanno mai visto un ruscello o un vero bosco o un animale selvatico libero di muoversi nel suo habitat” osserva Robin Hood meravigliandosi che qualcuno possa obiettare che le frequentazioni della Riserva possano danneggiare l’ avifauna:
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“Non è vero – afferma – Non solo perché l’ Insugherata è per la maggior parte del territorio in uso ad aziende agricole che impiegano grandi e rumorose macchine agricole che l’ attraversano in tutte le direzioni. Ma anche perché gli animali, anche se selvatici, il più delle volte accettano la presenza discreta dell’ uomo se non espressamente minacciati. Coppie di istrici sono state viste nelle ore notturne nella parte alta di Via Panattoni Il germano reale, che come tutti i migratori non è troppo avvezzo alla presenza umana, si lascia tranquillamente fotografare quando riposa nelle pozze della Riserva.”
“Se mai è proprio la presenza di visitatori a garantire la tutela di questa area protetta che in assenza di segnalazioni diverrebbe terra di conquista di palazzinari senza scrupoli e sbandati in cerca di dimora. Qualcuno ha scritto: riprendiamoci l’ Insugherata.Non si tratta di uno slogan sessantottino né di un invito alle maniere forti – tranquillizza Robin Hood – tutt’ altro: riprendersi l’ Insugherata significa semplicemente frequentarla segnalando con forza e determinazione ai nostri amministratori (d’altra parte non è il loro lavoro?) qualsiasi situazione di abuso o degrado. E allora coraggio, prendiamo i nostri figli e, armati di macchina fotografica, portiamoli a passeggiare nella Riserva; così facendo scopriremo un vero gioiello della natura e trascorreremo qualche ora in perfetta letizia”. Parola di Robin Hood.
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C’è qualche passaggio che mi sfugge.
Fermo restando l’indiscussa bellezza del Parco dell’Isugheraae l’importnza della sua fruizione d apaerte dei cittadini, mi sembra che dei passi avanti in questo senso si stiano facendo.
A fine maggio infatti sono state firmate due convezioni tra Roma Natura e due società per la ripaertura dell’ingresso di via Panettoni e l’uso didattico della zona di via dell’Acqua Traversa.
Per via Panettoni il privato proprietario garantisce la riapertura dell’accesso al parco per la fruizione pubblica diurna e pedonale, dà gratuitamente un terreno per creare un’area di accoglienza e sistemerà una cisterna per fane servizi igenici e punto informativo. Ci sarà poi un gazebo per la vendita ei prodotti tipici del parco, il noleggio di bici e la possibilità di passeggiate a cavallo.
Per via dell’Acqua Traversa invece la zona parchi e giardini di rilevanza ornamentale veràà messa a disposizine di roma Natura per attività didattiche e culturali durante l’anno scolastico 2 mercoledì mattina al mese. Tutte le strutture potranno esere usate dall’ente, sempre gratuitamente, anche per attività di rappresentanza per lameno 6 giorni l’anno.
Vincenzo
E’ stato proprio il Comitato Spontaneo Robin Hood in data 20 gennaio 2009 a parlare per primo della disponibilità del Sig. Gambino ad una possibile riapertura dell’ accesso di Via Panattoni; sempre RH in data 4 maggio si è incontrato con Gambino per discutere della proposta presentata a Roma Natura. E ancora RH ha richiesto una audizione alla Commissione Grandi Parchi del XX Municipio, audizione che si è tenuta in Via Poma il 27 Maggio. Il problema è un’altro: a tutt’oggi l’accesso di Via Panattoni è chiuso, quello di Tomba di Nerone è chiuso, quello di Via dell’ Acqua Traversa non permette di raggiungere la zona centrale se non dopo aver scavalcato alcune colline con orti e campi coltivati. Rimane Campo di Mele, accesso al termine di una lunga strada privata all’interno di un comprensorio privato (comunque, a piedi l’accesso può essere raggiunto).
Quello che chiede Robin Hood è la riapertura e sistemazione di tutti gli accessi. Se poi questi ricadono in terreni privati si chiede all’ Ente gestore di trovare in tempi rapidi (la legge 29/97 ha ben 12 anni!) una soluzione definitiva che consenta l’ ingresso ai residenti delle zone Cassia-Tomba di Nerone-Villaggio dei Cronisti.
Quanto all’ attività di rappresentanza non credo interessi granchè a chi abita nella zona di Via dell’ Acqua Traversa.