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Roma: addio a Stefano Rosso

Galvanica Bruni

stefano-rosso.jpgA Roma, ieri è deceduto Stefano Rosso, non aveva ancora 60 anni. I funerali si svolgeranno nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere domani alle 10. Cantante, chitarrista, poeta trasgressivo, faceva parte della scuola dei cantautori romani.  Ha vissuto una vita artistica intensa raggiungendo il successo, qualche decennio fa, con la sua canzone Una storia disonesta, quella che scandalizzò il pensiero benestante degli anni ’70 con il suo ritornello post-sessantottino “Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello.”

“…mi dispiace aver perso una persona con la quale, anche se solo con la musica e le parole, ho condiviso una parte importante della mia vita. Canzoni che fischietto ancora” oppure “…Ciao Stefano, eravamo giovani e complicati negli anni settanta, ma solo cantare le tue canzoni ci metteva di buon umore…ma oggi è ancora peggio, anche perchè tu non ci sei a farci compagnia” ed ancora “….grazie per essere esistito e per averci dato delle buone vibrazioni nell’età spensierata, dove veramente due amici, una chitarra e uno spinello erano il massimo a cui aspirare….”
Sono solo tre delle centinaia di commiati che i romani stanno lasciando in queste ore sul sito di Stefano Rosso. Riascoltiamolo:

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6 COMMENTI

  1. Stefano era una persona deliziosa. Ed era un musicista vero, era un chitarrista eccezionale. Non si è mai dato arie, e ne avrebbe avuto titolo più di tanti altri suoi coetanei famosissimi del Folkstudio. Pochi sanno che aveva creato un “suo” sistema di “fingerpicking”, e che aveva realizzato pezzi musicali di rara bellezza, che sapevano imitare, con la sola chitarra acustica, le sonorità delle Highland della Scozia.
    Tanti anni fa era già sparito e molti lo avevano dato per morto. Non ci potevo credere: lo chiamai al telefono, mi rispose proprio lui con quella voce simpatica “beh? sai, in questo periodo avevo bevuto un po’, ho dovuto rimettermi in forma. Ma ora sto benissimo, ci vediamo alla serata revival del Folkstudio, suoniamo insieme…”. E così fu.
    Ora se n’è andato per davvero.
    Ci saranno concerti infiniti di chitarre acustiche ad accompagnarlo per tutto il viaggio, per sempre.

  2. Abbiamo avuto la fortuna, avendo interpretato una versione de “Una storia disonesta”,
    di conoscere Stefano e apprezzare la sua purezza e la coerenza che lo caratterizzavano. Siamo subito diventati amici, anche se ci siamo visti poi poco. Abbiamo imparato molto, in quei brevi ma intensi momenti e ce lo porteremo nel cuore, Stefano. Ciao!

  3. Ciao Stefano,
    da una giovane…ormai un pò stagionata, fan…quegli anni sono passati ma oggi ti pensiamo in tanti e sorridiamo insieme…se è rimasto qualcosa di quei “bei” tempi è anche grazie alle tue ballate, quelle rimangono per sempre…nei nostri sorrisi, nei nostri ricordi e in tutte le cose belle, giuste e “vere” che, seppure con fatica, ancora oggi cerchiamo di insegnare ai nostri figli!
    Oggi Roma canta con te!
    Ciao Stefano….

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