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Ponte Milvio: sostituiti tutti i lampioni

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Da poche ore pubblicata, la notizia ha dell’incredibile: in questi giorni ed in tutta sordina a Ponte Milvio sono stati sostituiti tutti i lampioni storici con altri nuovi, simili, ma molto piú moderni.

Ricorderete come a Marzo, a seguito dell’eccessivo peso delle centinaia di lucchetti e di catene, 3 lampioni si ruppero e la loro testa cadde nelle acque del Tevere. La polemica durò poco in quanto in quel periodo la “lucchettomania” era al suo apice e sembrava che, nel nome della stessa, ai giovani innamorati frequentatori del Ponte tutto fosse concesso, quand’anche in tanti furono a stigmatizzare l’accaduto definendolo come una grave offesa ad un sito artistico-storico-architettonico di rilevanza internazionale.

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Ma tant’è, questa primavera il fenomeno dei lucchetti pareva inarrestabile e nonostante che i suoi effetti indotti (graffiti, incisioni sui marmi e scritte sui muri) abbiano richiesto fra maggio e luglio ben due interventi di riqualificazione del Ponte (dal costo di circa 50.000 euro l’uno) il Comune ha pensato che fosse meglio pilotarlo e quindi a fine Luglio sono state messe a disposizione degli innamorati delle lunghe catene appendi-lucchetti distese fra orribili pali (eufemisticamente definiti le colonnine dei sentimenti) come documentato nel nostro articolo del 25 Luglio.

Ed i tre lampioni in ghisa, di fine ottocento, la cui testa era caduta nelle acque del Tevere ? La soluzione adottata (ma da chi, dal XX Municipio ? dal Comune ?) in questi giorni lascia bocca aperta: anziché tentare un recupero delle teste sul fondo del fiume (troppo costoso ?) anziché creare delle teste di lampione in ghisa molto simili a quelle esistenti (troppo semplice ?) qualcuno ha avuto la brillante idea di sostituirle tutte. Cosí tutti i lampioni storici (non solo i 3 in argomento ma anche gli altri 7) sono stati decapitati e sostituiti con lampioni nuovi, simili, ma molto, molto piú moderni.

Quale Consigliere del XX Municipio vorrà essere così zelante da andare a fondo sulla vicenda e darne informazione ai nostri lettori ? 

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3 COMMENTI

  1. Perché non chiedere al Comune che fine hanno fatto i Lampioni?
    Sarebbe bello saperlo.
    Alcune idee sul loro utilizzo:
    – Esposti nella casetta del Valadier a Ponte Milvio
    – venduti all’asta ed il ricavato utilizzato per il ripristino della piazza o per la pulizia del ponte.
    Inserite le vostre idee:

  2. come storico e saggista, ho condotto studi e promosso conferenze su Ponte Milvio, la sua storia e la sua tradizione. In più, ho avanzato proposte per la sua rivalutazione in un contesto “tiberino”, presentando progetti che prevedevano un’oasi naturalistica, percorsi privilegiati pedonali, risanamento delle sponde, camminamenti su palafitte, creazione di un “Porto di Ponte Milvio” (sito d’inizio della navigabilità della tratta Nord del Tevere), istituzione del Museo del Fiume (c’è a Nazzano ma non a Roma!), ristrutturazione del Piazzale di Ponte Milvio con un’isola centrale in forma di cavea come spazio riservato principalmente ai giovani, e non sto a dilungarmi: i progetti di solito languono nei cassetti istituzionali e vedremo se stavolta riusciremo ad estrarne qualcuno (lo sapremo alla conferenza stampa del 25 p.v. alla Torretta.
    Trovo vergognoso (direi scandaloso se non sapessi che ormai, dopo l’Ara Pacis e la Valentineide, a Roma nessuno si scandalizza più) che si accetti supinamente, anzi si avalli fornendo i mezzi tecnici, un comportamento che potrebbe essere simpatico ed originale da parte di due innamorati, ma che diventa una fotocopia multipla della stupidità quando viene “massificato”, come quello dei lucchetti. Siamo in balia della demenza di massa che non ha rispetto di nulla, figuriamoci di un bene culturale incomparabile come un ponte più che bimillenario, miracolosamente ancora in piedi nelle sue strutture originali, che ha resistito perfino alle mine dei garibaldini, e che corre rischi per la irrefrenabile smania di emulazione di giovani senza molta immaginazione né cultura. Strano che il Comune, che secondo le dichiarazioni di un assessore al Corriere della Sera, “deve far rendere le sua proprietà”, infatti vende beni, affida gestioni a privati, dà spazi pubblicitari e così via, non abbia trovato il modo di far rendere economicamente questo fenomeno collettivo: perché non chiedere allora un contributo in euro per ogni lucchetto piazzato? Dieci euro a lucchetto, che per amore sarebbero disposti tutti a pagare, e a quest’ora i lampioni sarebbero restaurati magnificamente! Oppure recuperati dai fondali (che in quel punto sono accessibilissimi).
    Ma io ho un’altra proposta: un concorso!
    I giovani che vogliono attaccare un lucchetto sul ponte devono superare un esame culturale, che verta sulla storia di Ponte Milvio e degli avvenimenti collegati. Saremo in questo modo sicuri che di lucchetti non ne metteranno più: primo perché pochissimi supererebbero l’esame, secondo perché chi lo superasse, sicuramente rinuncerebbe a sfregiare con un atto tanto vacuo un bene così inestimabile.

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