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La saga dei cassonetti gialli nel XX Municipio

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Non passano certo inosservati. Alti, squadrati e gialli come fossero tanti Bruce Lee, i circa 60 cassonetti adibiti alla raccolta di abiti  ed accessori usati per l’abbigliamento improvvisamente comparsi nei primi giorni di agosto nelle strade più trafficate del XX Municipio sono una presenza tangibile e curiosa. Curiosa perché non appartengono all’AMA come ci si aspetterebbe, una targhetta dice infatti che sono di proprietà della “Chiesa Ortodossa Cristiana Cattolica”. Ma vediamo i fatti.

Partendo da Ponte Milvio, passando per le strade della Farnesina, attraversando Vigna Clara e Collina Fleming, e poi ancora più su, sulla Flaminia e sulla Cassia, addirittura a Grottarossa, una sessantina di cassonetti gialli adibiti alla raccolta di abiti usati sono comparsi durante l’estate affiancandosi a quelli già esistenti dell’AMA.  Non si può non notarli: sono nuovi, lucidissimi ed ovviamente anche un po’ ingombranti.  Su tutti  una scritta chiede la donazione di abiti usati e non solo, perchè sono gradite anche borse, tende, biancheria, coperte, tovaglie e scarpe, purchè appaiate. Su tutti  c’è una targa sulla quale è scritto “Chiesa Ortodossa Cristiana Cattolica”. Su alcuni, ma non su tutti, c’è anche scritto “concessione n.1053 del 29 luglio del XX Municipio”.

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Spariti nel nulla. Fin qui sembra tutto in regola, a parte il fatto che la concessione del XX Municipio sembrerebbe essere stata rilasciata per circa 20 cassonetti mentre sul territorio ne sono stati posizionati il triplo, quasi 60.  La notizia parrebbe in ogni caso priva di importanza se non fosse per il fatto che nei giorni successivi all’installazione, avvenuta tra fine luglio ed inizio agosto, diversi di quei cassonetti sono spariti. Volatizzati nel nulla pur pesando centinaia di kg ognuno.
Rubati? E da chi, e perché? Tante e senza risposte le domande. Il fatto balzò agli onori della cronaca: sarà che era piena estate e che i quotidiani avevano poco da scrivere, ma il presunto furto di cassonetti destò l’attenzione dei cronisti che si posero legittimi interrogativi.
Rubati, da chi e perché furono gli interrogativi che inquietarono anche il “Patriarca Vicario della Chiesa Bielorussa e Slava Cattolica e Apostolica di rito bizantino”, monsignor Lucas Rocco Giacalone, che nella veste di rappresentante in Italia della “Chiesa Ortodossa Cristiana Cattolica” tanto s’era impegnato a metà luglio per avere l’autorizzazione del XX Municipio a posizionare i cassonetti della sua Chiesa. Autorizzazione che parrebbe esser stata ottenuta in sole due settimane, il che, se fosse vero, non sarebbe da poco.

Ma non basta. Se da una parte sono i presunti ladri a mettere in difficoltà l’attività di raccolta abiti usati del Patriarca dall’altra ci si è messa anche la Cooperativa Sol.Co., adibita ufficialmente alla stessa raccolta per conto dell’AMA. La Sol.Co. contesta infatti l’attività del “concorrente” in abito talare segnalando che, in base all’attuale convenzione con il Campidoglio, solo l’AMA, tramite appunto la Sol.Co., ha il diritto di effettuare questo tipo di raccolta. Quindi i cassonetti di Monsignore sono abusivi, quantomeno irregolarmente autorizzati. Vanno dunque rimossi?

La saga si complica, subentra il business. Senza voler nulla insinuare sull’operato e sulla buona fede dei due “concorrenti”, la raccolta degli abiti usati è un buon business. Un business che genera lavoro e denaro nell’ambito del mercato parallelo dell’usato. Lo ricorda anche un’inchiesta de Il Giornale dello scorso anno: “Passaggi di mano, trasformazione, rivendita, riciclo: quello degli abiti di seconda mano è un vero mercato parallelo. Secondo i dati del Consorzio nazionale abiti usati (Conau), nel 2006 la raccolta differenziata del settore tessile è stata pari a 70mila tonnellate di cui il 68 per cento riutilizzato, il 25 riciclato e il 7 per cento smaltito. Un mercato in crescita e poco controllato, che genera un cospicuo giro di denaro che solo in parte finisce alla beneficenza” scrive infatti su Il Giornale Stefano Filippi solo un anno fa, ad Agosto 2009 (leggi qui).

I motivi della contestazione. Ma tralasciando il potenziale business, le motivazioni secondo le quali i cassonetti “clericali” sono irregolari le fornisce  a  VignaClaraBlog.it il signor Mario Monge, presidente della cooperativa Sol.Co che, a seguito di un bando di gara, da settembre 2008 gestisce il servizio di raccolta differenziata di indumenti usati per conto dell’AMA sull’intero territorio del Comune di Roma – XX Municipio compreso – dando lavoro a 67 operatori il 60% dei quali appartenenti a categorie svantaggiate.

Il contratto stipulato con l’AMA obbliga la Sol.Co. al rispetto delle ferree normative in materia di gestione dei rifiuti urbani. C’è da spiegare infatti che tutto ciò che finisce nei cassonetti, abiti usati compresi, è per legge un rifiuto e la “legge Ronchi” prevede che il trattamento dei rifiuti venga svolto secondo precise modalità e solo da strutture competenti e a tal fine autorizzate. Prima domanda: la Chiesa di Monsignor Giacalone lo è?

Ma non basta. Sulla base del contratto di appalto la Sol.Co è impegnata a raccogliere un preciso quantitativo annuo in difetto del quale è tenuta al pagamento di penali. E’ ovvio che se un concorrente viene autorizzato da un altro ente, nella fattispecie il XX Municipio, ad esercitare la stessa attività in barba – parrebbe – all’esclusiva data alla Sol.Co il raccolto di quest’ultima diminuisce e se diminuisce tanto da andare sotto l’asticella fissata dal contratto ecco che scattano le penali con grave ripercussione sulle casse della Sol.Co.

Mors tua vita mea, è la legge della concorrenza in un libero mercato direbbe il liberista convinto. Peccato che in questo caso, secondo il Presidente Monge, il mercato libero non è.

Monsignore ed il bel canto. Sempre più incuriositi, partendo dal numero di telefono presente sui cassonetti “religiosi” abbiamo cercato di rintracciare Monsignor Giacalone. Dopo diversi tentativi ci rispondono invitandoci a chiedere un appuntamento via email all’indirizzo info@iobe.it, lo stesso presente sui cassonetti. Lo facciamo, dopo due giorni sollecitiamo e finalmente ci rispondono invitandoci a chiamare direttamente Monsignor Giacalone del quale ci forniscono il numero di cellulare.  Lo chiamiamo, al telefono è molto gentile e ci dà un appuntamento di lì a pochi giorni. Ma qualche ora prima  dell’incontro  motivi di salute  del Monsignore  costringono al rinvio. Nei giorni successivi proviamo a chiedere un nuovo incontro ma per noi il telefono squilla a vuoto.
Ma internet non ha misteri e google impiega solo una frazione di secondo a dirci che quell’indirizzo mail  è la casella postale elettronica della sede nazionale del Festival “Una voce Italiana” , sede ubicata in  via Suzzara, a Prima Porta. Un Festival ideato per promuovere la canzone italiana ed il bel canto fra i giovani tramite un concorso canoro a livello nazionale (l’iscrizione costa 40 euro): lo dice sul suo sito web (offline) Monsignor Giacalone che a quanto pare ha proprio la vocazione alla concorrenza. Oltre all’AMA sembra voglia mettersi in competizione anche con il festival di San Remo.
“Una voce Italiana” è presente peraltro anche su Facebook, da dove invita i giovani ad iscriversi al concorso.  Peccato che i commenti di questi ultimi siano solo negativi, addirittura si parla apertamente di presa in giro (non più disponibile).

Ma cosa centra il bel canto ed un festival canoro (a proposito, stando al sito le finali si dovrebbero tenere il 28,29 e 30 di questo ottobre ma non è scritto dove) con la raccolta di abiti usati? Lo avremmo voluto chiedere a Monsignor Giacalone. Gli avremmo voluto chiedere un parere su questa intrigata storia,  perchè ha installato il triplo dei cassonetti autorizzati, se è consapevole che sta mettendo in seria difficoltà un cooperativa sociale che dà lavoro a  67 padri di famiglia. Gli avremmo voluto chiedere qual è la destinazione finale degli abiti raccolti nei suoi cassonetti, se veramente vengono ripuliti, riciclati ed utilizzati per coprire gli indigenti del Brasile, paese in cui ha sede ufficialmente la sua Chiesa. Ed infine, avendo le cronache registrata la sua presenza in alcuni meeting  PdL, gli avremmo voluto chiedere anche notizie in merito al suo attivismo politico in Italia e come questo si coniughi con la sua missione religiosa di rappresentante di una chiesa brasiliana. Peccato che l’appuntamento ci sia stato annullato e che le nostre telefonate cadano nel vuoto, siamo dunque costretti a lasciare  senza risposta queste domande.

Alla fonte. Il passo successivo è stato quello di andare alla fonte incontrando Gianni Giacomini, presidente del XX Municipio che ha rilasciato l’autorizzazione all’installazione dei circa 20 cassonetti (mentre, lo ricordiamo, sul territorio se ne contano circa 60). Giacomini non entra nel merito delle contestazioni sollevate dalla cooperativa Sol.Co. in relazione alla presunta illegittimità dei cassonetti di Monsignore. Giacomini ci dice che ritiene di essere nel giusto e di aver incentivato un’opera caritatevole e quindi meritevole.

Fine del primo tempo. Tutto a posto e niente in ordine potrebbe essere la conclusione di questa vicenda che come finirà non è ancora dato di saperlo, siamo solo al primo tempo. Nel frattempo gli oltre 60 cassonetti gialli di Monsignor Giacalone restano lì, nelle strade più trafficate del XX Municipio, icone alquanto antiestetiche di come tutto ed il contrario di tutto sia fattibile nella nostra città. Ma non da parte di tutti.

Claudio Cafasso

AGGIORNAMENTO: la storia prosegue nei nostri successivi articoli: clicca qui

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27 COMMENTI

  1. “…..incentivato un’opera caritatevole e quindi meritevole…..” ahahahahahahah
    Ormai nessuno più nel XX Municipio rispetta le regole: cassonetti abusivi per traffico abusivo di abiti (chissà a vantaggio di chi… forse della Canzone Italiana di Prima Porta);
    Fiorai abusivi al Cimitero (sempre di Prima Porta….) che operano indisturbati, venditori di bandiere ( questa volta allo stadio olimpico) senza autorizzazione; distributori automatici di alcolici e materiale sanitario senza permesso sula Cassia;
    Evviva Giacomini Evviva Monsignor GIACCA LONE…. (mi sa tanto di un altro brasiliano che lavorava con Vanna Marchi, tale Do Nascimiento…)

  2. MA CHI HA POTUTO AUTORIZZARE QUESTO ENNESIMO SCEMPIO AMBIENTALE?? SE L’AMA E’ L’UNICA A POTERLO FARE COME HA POTUTO IL XX MUNICIPIO SOSTITUIRSI?? DEDUCO QUINDI CHE SE DOMANI VOLESSI INSTALLARE CASSONETTI VERDI PER LA RACCOLTA DI PILE O TELEFONI VECCHI POTREI, SENZA NESSUN REQUISITO, RIVOLGERMI A GIACOMINI…????

  3. Complimenti per la incredibile capacità giornalistica e investigativa.
    Credo sia compito nostro verificare in Municipio cosa sia accaduto.

    Saluti.
    Alessandro

  4. ce n’è uno proprio sotto casa mia ! abito in via orti della farnesina e il cassonetto è di fronte l’ufficio postale. Hai capito monsignor della casa (musicale) !!

  5. Un’inchiesta degna di Striscia la notizia, anche forse nel senso che potreste mettere Striscia alle calcagne dell’inafferrabile monsignore! E speriamo se ne interessi anche la Commissione trasparenza del Municipio.

  6. …Speriamo che almeno per una volta l’opposizione municipale faccia il proprio lavoro e apra un’inchiesta e chieda spiegazioni al Presidente e al Direttore del Municipio!!!

  7. La mia domanda però è la seguente; gli abiti insiriti nei bidoni GIALLI dell’AMA, dove vanno a finire?
    Io li uso spesso perchè effettivamente sono molto comodi ed evito di buttare vesti (I vestiti a mio avviso non vanno mai buttati, c’è sempre qualcuno a cui piacciono o posso andare bene ).

    Grazie per la risposta

  8. Meglio de Le Iene!!! Bravi!
    Mi sembra ci siano tutti gli estremi per mettere nell’angolo sia il signor Giacalone che il presidente Giacomini.
    Nell’articolo leggo che Giacomini avrebbe rilasciato l’autorizzazione dei 20 cassonetti. Sembrerebbe quindi che esista un atto amministrativo (Deliberazione del presidente?) che tutela il predicatore brasiliano (nel limite dei 20 cassonetti, non dei 60), ma che penso possa mettere in seri guai Giacomini. Così, su due piedi, direi che il Presidente di un Municipio non ha alcuna titolarità per deliberare sull’attività di raccolta rifiuti. Se così fosse ci troveremmo di fronte a un caso di “incompetenza di legge” assoluta o relativa. Nel primo caso quell’atto è nullo, nel secondo è annullabile.
    La cooperativa Sol.Co. dovrebbe ricorrere al giudice amministrativo (cioè al TAR) in quanto tale atto mi sembra che leda un suo interesse legittimo.
    Questo dal punto di vista giuridico.
    Dal punto di vista politico è ancora peggio. Giacomini dimostra ancora una volta la sua totale incompetenza e la sua scarsa trasparenza. Si allunga la lista dei provvedimenti “a favore di pochi (amici?) e a danno di molti”.
    I nostri quartieri meritano una gestione seria e non clientelare del territorio!

  9. …Leggo sui cassonetti abusivi che si propongono ANCHE per il “materiale ingombrante” anche quello viene portato in Brasile….??? o a casa di Monsignor GIACCA-LONE……???

  10. E noi comunque non ci facciamo mancare niente!
    Sotto casa mia, in Via Flaminia di fronte alla Caserma dei Lancieri, ce li abbiamo tutti e due, quello giallo ocra della Chiesa Ortodossa, e quello giallo canarino della Cooperativa.
    Ora, se io non avessi letto il vostro bell’articolo, probabilmente non mi sarei neanche accorta della differenza, visto anche il quasi medesimo colore (è appunto solo una questione di sfumatura di giallo).
    Grazie però a questo ho potuto operare la mia scelta, e ho “versato” l’abbigliamento nel cassonetto dell’AMA.
    Spero comunque che ne facciano un buon uso!

  11. E brava Lucia, il boicottaggio è una delle poche armi efficaci e dirette che sono rimaste ai cittadini.
    Una domanda: rileggendo bene la dicitura “Chiesa Ortodossa Cristiana Cattolica” c’è qualcosa che non mi torna. E’ cattolica od ortodossa ‘sta chiesa? Non capisco come possano coesistere i due termini. Seguono il papa o un patriarca? Oppure si è ricomposto lo scisma dopo un migliaio di anni e mi sono perso la notizia al tg?

  12. caro blog le chiacchiere stanno a zero se si scrive troppo circostanziato bisogna fornire prove e generalita cosa che spetta a voi che delle inchieste giornalistiche ne fate una professione! noi lettori possiamo fornire spunti che ovviamente prima di publicare vanno verificati e non cestinati! la verita e sotto gli occhi di tutti e tutti possono rendersi conto che la prepotenzaq paga dato che cento cassonetti abusivi stanno nel xx municipio da tre mesi con la benedizione del prete canoro + altro e la copertura del nostro municipio! ma non e per caso che qualc’uno del municipio e stato fatto socio del centro studi parlamentare internazionale? se si ne vale la pena ! che saranno ma i le proteste di quei morti di fame delle cooperative socialicontro la prospettiva di entrare in un giro che conta! attenzione pero alle buccie di banana che sono poi quelle che anno sempre tradito il Golia di turno e a me stavolta sembra che il monsignore e tutti quelli che stanno facendo omissione di atti di ufficio a tutto spiano ,avranno tanti problemi magari qualc’uno poi ci vuole vedere chiaro e il che non e difficile la verita sta sotto gli occhi di tutti basta sapere usare internet vero presidente giacomini?

  13. Potrei dirvi molte cose sul nostro Padre LUCAS, ma ho pietà…faccio solo un pò di chiarezza. Premetto che so queste cose perchè sono una amante della musica italiana e mi stavo iscrivendo al FESTIVAL….ma per fortuna mi sono fermata! PADRE LUCAS non esiste! Si chiama MASSIMO DENOVO e fino a 5 anni fa era un presentatore di spettacoli “mondani” di scarsa riuscita! E qui si attiva il GENIO di MASSIMO! Crea assieme ad un “palermitano” la CHIESA ORTODOSSA BIELORUSSA ESLAVA con sede in BRASILE (???), di cui lui si fa vice e il palermitano “capo”. Prendono in giro il mondo e ci riescono…ma mancano i soldi! Allora LUCAS si inventa il FESTIVAL, cerca sponsor….ma per fortuna non ottiene credito….e tutto salta! (il gruppo di FACEBOOK ha 10 iscritti – fra cui MASSIMO DENOVO). Allora il GENIO si inventa i cassonetti……ma speriamo che anche questi…..non gli diano guadagno! Mi domando come autorità locali siciliane continuino ad invitarlo a conferenze e riunioni!!! Per il momento non vado oltre…ma da CRISTIANA, spero che quest’uomo non si presenti mai più in chiesa!!! Se comunque chiamate la VERA Chiesa Ortodossa in Italia…..vi diranno (come hanno detto a me)…che la CHIESA di LUCAS non esiste….trovate i contatti della vera chiesa qui: http://www.chiesaortodossa.it . Anche perchè fino a poco tempo fa LUCAS era iscritto su facebook con la CHIESA ORTODOSSA BIELORUSSA ESLAVA ed era amministratore del FESTIVAL. Da Ottobre si è tolto dal festival e ha tramutato il suo profilo in CHIESA ORTODOSSA CRISTIANA CATTOLICA!!! In ultimo, a via Suzzara….non c’è nessuna SEDE NAZIONALE……c’è casa di LUCAS……dove stà in affitto……perchè non ha una lira!!! (io sono partita da Milano per beccarlo…ma lui non mi ha visto!!!)

  14. BOICOTTAGGIO..!!!!! E’ rimasta l’unica “arma” contro la prepotenza e il disinteresse (…o interesse..????…) di qualcuno.
    NON METTIAMO ABITI USATI NEI CASSONETTI ABUSIVI “GIACCA-LONE / GIACCO-MINI”!!!!

  15. 28 10 2010 roma
    leggo con molto interesse le cose che dice Francesca lei dice che ha pieta io no! e ti dico perche :io posso avere pieta di uno che e invalido , di un padre di famiglia che ridotto alla fame non sa come sfamare la sua prole,ma non di un truffatore come dici tu. bene io cara francesca penso (e questo ce lo dira la procura della republica) che ci sia ben altro sotto a questa storia di cassonetti abusivi!ho letto anche io tutte le storie legate da un filo piu che trentennale che poi sfocia nel parlamento mondiale della pace con a capo il chiacchieratissimo personaggio siciliano (gia perche in questa storia sono tutti siciliani,)e nel centro studi oarlamentari internazionale come vedi cambiano le sigle ma i pupari sono srmpre quelli e non puoi capire quanti ci cascano quando sentono queste sigle roboanti! aggiungici come ciliegina la possibilita di un passaporto diplomatico e vedrai quanti possono resistere alla tentazione .adesso dopo le varie truffe canore vonno pure rovinare delle cooperative onlus vere distruggendo con una cincorrenza sleale

  16. Ne stanno venendo fuoi delle belle, il nostro caro vignaclarablog ha scoperchiato un bel pentolone , possibile che di tutto questo il municipio non ne sapesse niente ? Cioè uno arriva, dice “mi fai mettere un po’ di casonetti, sai lo faccio per beneficienza” e in quatrro e quattr’otto viene autorizzato senza prendere un minimo di informazioni. Incredibile ! Perchè basta andare in internet e scrivendo il nome del “monsignore” ne escono delle storie !! Ingenuità del municipio o politica dello struzzo ?

  17. Cosa aspettano il Municipio o il Comune a far sparire i cassonetti ? Non credo basti il boicottaggio, dato che molti non sono informati.

  18. LEGGETE QUESTA!!!!! – 10 AGOSTO 2010 “….Nelle prime file, compìto nell’abito talare nero con copricapo di tradizione ortodossa e lunga catena con croce dorata, c’è anche monsignor Giacalone “sostenitore del Pdl perchè è giusto esporsi politicamente, da cittadino”. Il suo bigliettino da visita recita testuale: ‘Chiesa ortodossa bielorussa eslava catholica apostolica do rito bizantino, vicariato patriarcale in Brasile per le Americhe, Italia e Unione Europea, metropolita generale patriarcale primaria San Paolo do Brasil. “…Berlusconi si candidi. Ha la mia benedizione” dice. E profetizza: “Vincerà”. I severi editoriali di ‘Avvenire’ e ‘Famiglia cristiana’ sulla questione morale che ha investito il governo? Il patriarca non ha dubbi: “E’ facile parlare di morale se si sta dietro alle scrivanie. Ma bisogna fare lo sforzo di informarsi e vedere quanto c’è di concreto. E poi, oggi, tutto è solo gossip e si scrive solo di quello, no?”…”
    http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/2517061.html
    ….E VAI COI CASSONETTI…!!!!

  19. e la saga continua il monsignore continua imperterrito con i suoi cassonetti abusivi la gente è presa per stanchezza e si rassegna all’arbitrio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!quei pochi che ancora resistono sono tartassati dai ma e dai se io comumque vado avanti nelle mie proteste perche non ci sto a vedere queste cose in silenzio e vorrei anche sapere perche la redazione se non publica alcune cose almeno le verificasse per avere qualche cosa su cui lavorare e non lasciare che senda un velo su una questione che ha avuto un buon inizio ma che comincia a scendere nel dimenticatoio saluti alla redazione

  20. che peccato che striscia la notizia non legge vigna clara blog ! ne vedremmo delle belle ! bene cerchero di allertarli io perche una cosa cosi non si é mai vista questi cassonetti abusivi che operano senza titoli occupando degli spazi abusivi il tutto in barba alla legge ma possibile che in italia la prepotenza la fa da padrone? e perche il presidente giacomini non fa applicare il regolamento comunale invece di prendere tempo con i quesiti e favorendo cosi un omissione di atti dovuti? forza e coraggio ! saluti alla direzione del giornnale

  21. Bravi bravi e ancora bravi a vignaclarablog per aver scoperchiato questo pentolone.
    Nel mio piccolo cerco di contribuire non mettendo i vecchi abiti (e in questo periodo di cambio stagione ce ne sono) nei cassonetti incriminati, perlomeno si boicotta!!!

  22. @ Carlo: la vedo molto interessato a questa storia, suppongo che lei lavora in una delle cooperative dell’Ama. Le do un suggerimento: stampate un bel po’ di fogli A4 con la scritta “non depositate nulla qui, questo è un cassonetto abusivo” e incollateli su quelli di monsignore, così anche chi non ha letto questa storia non ci mette niente. Saluti e auguri.

  23. caro sig, alex le cooperative sociali anno vinto un bando per la raccolta differenziata su roma degli abiti usati unica frazione di riciclo a costo zero per il comune il quale attraverso la presentazione del MUD annuale ottiene anche qualche contributo dalla provincia per non parlare poi delle tonellate di materiale che invece di finire in discarica con eventuale aggravio della tassa sull’immondizia per il cittadino ,bene questo materiale attraverso una filiera costruita nel tempo dotata di tutte le autorizzazioni e iscrizioni agli albi gestori rifiuti da modo agli antichi stracciaroli riuniti in cooperative sociali per effetto del decreto ronchi del97 di svolgere un’attivita di forte valenza ambientale per non perlare poi dei soci svantaggiati e a rischio di cui queste cooperative sono zeppe! bene ora tutta questa gente che nel tempo ha trovato una dimensione e si è stabilizzata rischia di trovarsi di nuovo in mezzo a una strada per colpa di un sola che con cento cassonetti abusivi in barba a qualsiasi autorizzazione o licenza con la scusa della beneficenza in brasile poi sposta la miseria da la a qua! e questa prepotenza ammantata da beneficenza proprio non mi va non posso dirle altro perche dovrei produrre documenti posso solo ringraziare lei e la redazione per la vostra sensibilita e vorrei proprio essere una mosca per vedere quanti di questi abiti dati da gente di cuore sono finiti in brasile!

  24. caro presidente giacomini non le sembra il caso dopo tre mesi di polemiche su blog in merito alla vicenda dei cassonetti abusivi installati grazie a una sua determina da quel sola canoro tintillante del monsignore e dopo che i mentori del monsignore si sono defilati elegantemente lasciando a lei la patata bollente che comincia a essere rimpallata tra maggioranza e opposizione ,prima che i topi abbandonino la barca non le sembra il caso di dare un segno forte e dimostrare riportando la situazione sotto un profilo di legalita che in fondo una persona mite come lei voleva solo dare ampia disponibilita a una azione di solidarieta verso il prossimo e che adesso non puo piu essere sostenuta perchè di nobile nulla ha essendo chiara l’operazione truffaldina posta in essere dal monsignore canoro che ha fatto troppa puzza di bruciato per passare inosservato!la saluto cordialmente

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