Home CRONACA Monopattini, divieto di sosta selvaggia ma pochi lo rispettano

Monopattini, divieto di sosta selvaggia ma pochi lo rispettano

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Sui monopattini in sharing si volta pagina. Partono oggi il nuovo servizio e il nuovo regolamento che permetteranno di rendere significativamente migliore, più sicuro e diffuso questo servizio di micro mobilità elettrica“.

Così, a settembre 2023, il sindaco Gualtieri annunciava l’avvio del nuovo servizio di monopattini in sharing e del nuovo regolamento.

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Tra le principali novità la riduzione del numero dei mezzi, l’estensione del servizio anche nelle periferie, l’obbligo di targa per facilitare i controlli, la riduzione della velocità massima a 20 km/h (6 km/h nelle aree pedonali), l’accesso al noleggio solo per maggiorenni iscritti con la carta d’identità.

E poi basta slalom sui marciapiedi e stop alla sosta selvaggia. Da settembre 2023 i monopattini devono sostare infatti esclusivamente negli spazi autorizzati e in uso alle società affidatarie del servizio.

Se non si lascia il monopattino nelle zone individuate dal Comune il servizio non viene considerato concluso e si continua a pagare. E se il mezzo viene abbandonato in punti che creano pericolo, degrado e intralcio al traffico, scatta una multa: chiunque venga sorpreso a lasciare un monopattino in modo improprio è soggetto a sanzioni che possono arrivare fino a 500 euro.

Sia dal punto di vista della sicurezza che da quello relativo al decoro urbano questa ultima norma pareva sanare illeciti e abusi durati anni, coi monopattini abbandonati ovunque.

E invece? A distanza di un anno dell’entrata in vigore del nuovo regolamento capitolino a rispettarlo sono in pochi e non si ha notizia di un significativo volume di multe elevate mentre l’abbandono dei monopattini ovunque capiti pare essere diventata una regola.

Nei parchi, nei giardini pubblici, nelle gallerie (pochi mesi fa nella Galleria Giovanni XXIII ne sono stati contati due) e, quel che è peggio, sui marciapiedi, tanto da non permettere il transito ai disabili, alle mamme con carrozzine, agli anziani, costretti così a scendere in strada. Un fenomeno diffuso sui circa ottomila chilometri di strade del Comune di Roma e quindi difficile da reprimere, ma almeno uno sforzo andrebbe fatto.

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2 COMMENTI

  1. Possiamo mettere tutte le norme e le sanzioni possibili, ma se non ci sono controlli non andiamo da nessuna parte.
    Uno dei grandi problemi di questa città è la incapacità delle sue forze dell’ordine di esercitare un controllo efficace.
    Di chi sia la responsabilità/colpa di questo stato di cose non lo so, ma che questo sia uno dei grandi problemi che impedisce la risoluzione a cascata di tanti altri problemi credo sia evidente a chiunque.

    • Mi creda stavo scrivendo la stessa cosa. Se nessuno, per mettere le quattro frecce usa il giubbino catarifrangente e il triangolo a debita distanza (le quattro frecce si utilizzano per segnalare avaria al motore, lo sappiamo vero?), ma si usano invece per segnalare l’assenza a tempo determinato del conducente, chi dovrebbe segnalare e sanzionare i trasgressori maghi del monopattino selvaggio? Se con una app si potessero segnalare alla società, obbligandola a rimuoverlo in poche ore (visto che per sostituire le batterie vedo i furgoncini anche di notte), questo agevolerebbe la riduzione della pratica schifosa.

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