Mentre continua la ricerca nella Valle del Baccano, al confine tra Cesano e Campagnano, e poi ancora a Formello e ad Anguillara Sabazia, a una trentina di chilometri dai confini di Roma, nella Tuscia, esattamente nel comune di Nepi, è stato scoperto un ingente giacimento di litio.
A quanto si apprende, sarebbe in concentrazioni tra le più alte al mondo. Quasi il doppio rispetto ai giacimenti americani.
Le ricerche fra Cesano e Campagnano
Lo scorso febbraio, con due determinazioni dirigenziali, la Regione Lazio ha rilasciato alla Energia Minerals (Italia) – società italo-australiana che già in alcune Regioni del Nord Italia sta puntando su zinco, nickel, rame e argento – i permessi di ricerca per il litio nell’area a nord della Capitale, per un periodo valido due anni.
I due progetti denominati “Melazza” e “Cassia” hanno un’estensione rispettivamente di 368 il primo e 2589 ettari il secondo e impattano i territori del XV Municipio di Roma e dei comuni di Formello, Campagnano, Anguillara Sabazia e Mazzano.
Le due autorizzazioni consentono la ricerca e l’individuazione di giacimenti di litio. Nel caso che le indagini e le prove di campo confermino la possibilità di sfruttare il minerale o altri minerali associati, la società dovrà avviare una procedura di V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale) finalizzata alla valutazione delle opere necessarie allo sfruttamento della risorsa, sfruttamento che farebbe del quadrante nord di Roma una fonte strategica e primaria per le energie rinnovabili.
Ma intanto, a Nepi…
Mentre tutto ciò accade ecco che a Nepi, cittadina nota per la bontà della sua acqua, si scopre che di litio ce n’è a iosa.
Il tema della possibile estrazione sta creando però qualche preoccupazione, e l’amministrazione comunale segue con attenzione la vicenda. Il timore è che le attività estrattive possano influenzare negativamente le sorgenti di acqua minerale del posto, famosa in tutto il mondo.
Il litio, una volta usato in limitati i campi, oggi è essenziale nella transizione ecologica. È il componente principale nelle batterie delle auto elettriche, nelle apparecchiature elettroniche come smart phone e tablet. Non a caso è chiamato “oro bianco”. Basti pensare che nel 2022 è stato venduto per oltre 80mila dollari alla tonnellata.
A Nepi, per ora, la fase è quella preliminare di studio dei dati bibliografici e il Comune si è limitato a esprimere parere favorevole per l’esecuzione dei sondaggi a cura dell’azienda interessata. Per le concessioni effettive c’è tempo.
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