
Trascinata con forza in auto, picchiata e violentata il giorno di Natale. Una ragazza di 20 anni, residente nel quartiere Prati, è stata costretta a subire rapporti sessuali, dopo essere stata presa a pugni e schiaffi in testa, tanto da riportare una prognosi medica di 20 giorni, da un ragazzo di 29 anni.
Si erano conosciuti a giugno dello scorso anno in un locale di Ponte Milvio e lì era nata la loro relazione. Alcuni mesi di alti e bassi, con lui, gelosissimo e possessivo, e lei giustamente insofferente alle sue pretese. Un rapporto costellato anche da numerosi episodi di violenza e brevi riappacificazioni, con frequenti scatti d’ira da parte del ragazzo. Lei finalmente lo lascia e la relazione sembra finire così.
Invece no. Tutto comincia il giorno di Natale quando il 29enne la convince ad incontrarlo per farsi gli auguri di persona e regalarle un panettone. Ma quando la ragazza lo incontra lui la trascina in auto per i capelli e la porta prima in un parcheggio isolato dove consuma cocaina, e poi in una villa nella zona del Quartaccio, nei pressi di Primavalle, dove vive con i genitori e dopo essersi chiuso nella sua stanza, nel seminterrato, la violenta minacciandola di morte.
La costringe perfino a inviare un sms alla madre per tranquillizzarla della sua assenza. Poi le sottrae il cellulare e la violenza si protrae per tutta la notte.
Sempre sotto minaccia di morte se avesse parlato dell’accaduto, il 29enne la riporta a casa il mattino successivo, 26 dicembre. La giovane racconta invece tutto ai genitori che la portano subito prima in ospedale, dove viene curata e dimessa con una prognosi di 20 giorni, e poi al commissariato di Prati dove presenta denuncia nei riguardi del 29enne.
Scattano le indagini e pochi giorno dopo Edoardo R. questo il suo nome, viene arrestato e portato a Regina Coeli.
L’ordinanza di custodia cautelare
Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare con cui il Gip del tribunale di Roma, Flavia Costantini, lo ha mandato dietro le sbarre: “Una volta dentro casa sua mi ha intimato di fare silenzio, minacciandomi di ammazzarmi di botte, se i suoi genitori mi avessero sentita gridare e mi ha portato in camera da letto che è ubicata nel seminterrato della sua villa. Lì ha abusato di me“.
Nell’ordinanza si legge ancora: “L’indagato aveva costretto la ragazza a inviare un messaggio alla madre per tranquillizzarla e per impedire di fuggire le aveva tolto il cellulare e l’aveva chiusa in camera a chiave; l’aveva poi minacciata di morte se avesse raccontato tutto ai genitori di lui (con i quali comunque la … non si sentiva sicura in quanto avevano avuto in precedenza un atteggiamento comprensivo nei confronti del figlio, nonostante lei avesse loro riferito di essere stata da lui picchiata)“.
Ieri mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari, Emanuela Attura, si è svolto in carcere l’interrogatorio di garanzia. Da indiscrezioni, pare che il 29enne si sia avvalso della facoltà di non rispondere.
Leonardo Morelli
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