E’ il 3 marzo 1972. Pelè è in Italia per giocare un’amichevole contro la Roma del mago Herrera, presenza necessaria perché il Santos abbia il cachet intero e perfino la cena al ristorante, dirà Pelè nella sua biografia.
70.000 spettatori presenti e botteghini insufficienti, dicono i giornali del tempo, ci sono perfino 50 feriti nel tentativo di entrare allo stadio a vedere la perla nera nel suo splendore.
Alberto Ginulfi, classe 1941, gioca nella Roma da sempre, addirittura dal 1962, anche se è titolare solo dal 1969, dopo l’avvento di Herrera.
Rigore per il Santos. Pelè abbozza la finta, ma Ginulfi non abbocca e para il rigore di O rey, che subito dopo si complimenta con lui, come nella foto rimasta famosa; le cronache diranno che sia il quarto rigore sbagliato in carriera, e che avendolo molto apprezzato per le sue parate in quella notte romana nonostante la vittoria del Santos per 2/0, Pelè chiederà a Ginulfi di seguirlo al Santos, ma il nostro declinerà l’invito, non era ancora tempo per i giocatori italiani di andare a guadagnarsi la pagnotta all’estero, seppur al seguito del miglior giocatore del mondo.
Al nostro rimane la maglia di Pelè di quella fantastica serata, maglia poi conservata fino ad oggi, era un ricordo unico.
Oggi Alberto Ginulfi, 188 presenze in serie A, 220 in totale con la maglia giallorossa, 2 coppe Italia con la Roma nel suo palmares, 81 anni compiuti, saluta e se ne va.
L’unico portiere italiano ad aver parato un rigore a Pelè.
Gli sia lieve la terra come lo è stato il dischetto. Ora lassù giocheranno finalmente insieme.
Alessandro Tozzi
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