Un’altra tegola sull’ufficio condoni edilizi del comune di Roma dove giacciono ancora 180mila pratiche da evadere. Tegola che non è inattesa, né purtroppo una novità.
La Procura di Roma con il sostituto Paolo Ielo, coordinatore dei gruppi reati contro la pubblica amministrazione e reati in materia di edilizia e urbanistica, ha iscritto altre 40 persone sul registro degli indagati.
E dodici sono dipendenti di Risorse per Roma, la società che in house gestisce l’ufficio condoni. Gli altri sono cittadini che “oliavano” con dazioni la macchina capitolina un po’ arrugginita.
I reati contestati sono quelli di corruzione e falso. Cambio di destinazione d’uso e sanatorie per abusi non sanabili gli strappi più frequenti. Poi si pagava e si riceveva anche solo per velocizzare una pratica, rilasciare una concessione, anticipare un collaudo.
Per ogni ” lavoretto” c’era un tariffario e una squadra di solerti impiegati pubblici che si mettevano a disposizione.
Una rete di corruzione sistemica che non lasciava nulla al caso. In neppure tre anni è la terza volta che l’ufficio condoni entra nel mirino della procura. Sempre ad opera di Paolo Ielo e i suoi assistenti.
Era giugno del 2020, in piena pandemia, quando i carabinieri fecero scattare le manette per 6 persone. E quattro poi finiti ai domiciliari erano dipendenti di Risorse per Roma.
Corruzione, truffa, e falsa attestazione di certificazione le contestazioni. Anche in quel caso “corruzione sistematica”, consolidata abitualità e pervasività nelle condotte inquinanti; nonché spiccata propensione e disinvoltura nell’aggirare e aggiustare pratiche e procedure pubbliche”.
Non si comincia un processo che ne arriva alla sbarra un altro, nel settembre del 2022. Pochi mesi fa è cominciato quello a carico di 18 persone. Un processone in cui il principale imputato era un impiegato dell’ufficio. Nel mucchio, colleghi e questuanti. Corruzione, l’accusa. Mazzette e favori per aggiustare e raddrizzare. Da poche centinaia di euro alle diverse migliaia. A seconda della gravità della illegalità da commettere.
E scorrendo le cronache negli anni più lontani, la storia si ripete. Il condono più che un affare per le esauste casse dell’orario, è stato sempre un grande affare per il portafoglio di chi distribuisce le sanatorie.
Rossana Livolsi
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L’Italia vanta il non invidiabile “primato” di essere uno dei paesi più corrotti del pianeta…dopo l’indagine della Corte dei Conti sui fondi di assistenza del personale usati per mandare in vacanza i figli dei dirigenti ora è il caso dell’Ufficio Condoni; nel frattempo il Comune dice di non avere fondi per sistemare le case popolari (quelle dell’ATER non i villini costruiti nel ventennio abitati oggi dalla nomenklatura della sinistra). La cosa più sconvolgente è che in Italia si cerca con varie iniziative di dare lezioni di moralità a paesi come Iran, Afghanistan, Siria, Cina……Non esiste settore, dai fondi europei alla sanità, dai vari bonus al reddito di cittadinanza dove non si rubi o si evade il fisco e noi che facciamo? diamo lezioni di democrazia e civiltà agli altri…….VERGOGNOSO!
Quanto valgono le 180mila pratiche di condono ancora non evase, ma che prima o poi lo saranno? Credo sia plausibile pensare a cifre molto rilevanti che potrebbero fornire quelle risorse economiche necessarie per risolvere la maggior parte dei problemi del comune di Roma. Allora, perché non accelerarne la conclusione ed incassare il dovuto? E’ un tesoretto che andrebbe preso in considerazione senza perdere tempo.
A Ischia 28000 richieste di condono a Roma altre mazzette per condoni. Tranne pochi casi isolati, la corruzione è dappertutto. Se il caso non è eclatante i corrotti e corruttori ricevono pene che poi non sono applicate. Per corrotti nella pubblica amministrazione ci vorrebbe il licenziamento immediato e per i corruttori la confisca dei beni per i quali corrompono, totale e definitiva senza nessuna attenuante.
Concordo pienamente !
Tutti a casa. E senza pensione.