
Maurizio Costanzo, giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore, 84 anni, oggi ci ha lasciati. E’ deceduto nel Paideia international hospital, una realtà ospedaliera privata aperta a settembre 2022 in via Fabbroni, sulla Flaminia poco dopo Corso Francia, dove era ricoverato da circa una settimana.
A quanto si apprende dal Campidoglio, la camera ardente sarà allestita sabato e domenica nella Sala della Protomoteca con ingresso dal Portico del Vignola. Apertura al pubblico sabato dalle 10.30 alle 18 e domenica dalle 10 alle 18. I funerali si svolgeranno lunedì 27 febbraio, alle 15, nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo.
La sua vita familiare si è dipanata attraverso la relazione nel tempo con cinque donne, quattro delle quali ha sposato. L’ultima, come noto, è la nota conduttrice TV Maria De Filippi, il cui matrimonio civile è stato celebrato nel 1995 dall’allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli.
Ancora più “vivace” la sua carriera professionale. Iniziata prestissimo, giornalista già a 18 anni come cronista del quotidiano romano ‘Paese Sera’. Quattro anni dopo, collabora con la rivista ‘Tv Sorrisi e Canzoni’ e qualche anno più tardi diventa caporedattore del settimanale femminile ‘Grazia’. Nel 1966, iscrive il suo nome anche nella storia della musica leggera, come autore del testo di ‘Se telefonando’, la canzone musicata da Ennio Morricone e portata al successo da Mina. Mentre l’anno successivo ‘scopre’ il comico Paolo Villaggio e assieme a lui crea il personaggio di ‘Fracchia’.
Ma sono i salotti tv a decretare la fama di Maurizio Costanzo, re delle seconde serate, prima in Rai e poi in Mediaset: prima con ‘Bontà loro’ primo talk show tv di grande audience. La prima puntata del salotto televisivo andò in onda su Rai1 dallo Studio 11 di via Teulada, alle 22:40 di lunedì 18 ottobre 1976, subito dopo il tradizionale appuntamento con ‘Lunedì Film’.
Il programma chiuse i battenti nella primavera del 1978 per trasformarsi in altri due talk show simili: nel 1978-1979 Costanzo condusse “Acquario” e nel 1979-1980 “Grand’Italia”. Nel primo salotto televisivo di Costanzo sono passati tantissimi ospiti di prestigio.
Dopo ‘Acquario’, ‘Grand’Italia’ e ‘Fascination’ approdò finalmente al suo ‘Maurizio Costanzo Show’ dal teatro Parioli in Roma, di cui è stato anche direttore artistico. Tornando al mondo giornalistico, diventa direttore della ‘Domenica del Corriere’ e lancia il quotidiano popolare ‘L’Occhio’, in quest’ultimo caso con risultati non molto apprezzati dal punto di vista delle vendite. Firma una rubrica fissa prima sul ‘Messaggero’ e poi sul ‘Tempo’. Più di una volta è presidente della giuria di ‘Miss Italia’. ‘Contatto’ è invece il nome del primo telegiornale di una tv privata, da lui fondato.
Il colpo più duro alla sua immagine arriva nel 1981 con lo scandalo P2 e il suo nome della famigerata lista massonica di Licio Gelli, per la quale si scuserà e si autoaccuserà pubblicamente.
Agli onori delle cronache, invece, sale con la maratona tv antimafia in duetto Rai-Mediaset con Michele Santoro. Impegno giornalistico e civile, probabilmente causa del fallito attentato che subì nel 1993 con l’esplosione della sua auto carica di tritolo in via Fauro a pochi passi dal ‘suo’ teatro Parioli. Dove era tornato lo scorso anno per riprendere a registrare le nuove puntate per la ripresa del ‘Maurizio Costanzo Show’.
Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, lo ricorda così: «Se ne va un altro maestro di giornalismo, dopo Piero Angela, Sergio Lepri e Eugenio Scalfari. Un testimone del nostro tempo, che ha raccontato, con uno stile inconfondibile, la storia del Paese. Un giornalista a 360 gradi, con la capacità di intervistare con garbo e mettere a proprio agio l’interlocutore di turno. Un giornalista con una qualità fondamentale per la nostra professione: la curiosità. Ha dato il suo contributo alla lotta alla mafia, rischiando anche la vita. Un impareggiabile raccontatore, che ha rivoluzionato la comunicazione e la tv in Italia, senza mai dimenticare l’impegno civile».
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