
Nel testo di “Natale a Casa Cupiello“, magistrale opera teatrale tragicomica scritta da Eduardo De Filippo nel 1931, Tommasino, il figlio del protagonista, alla domanda “Te piace ‘o presepe?” risponde sempre: “No, nun me piace!”.
A noi invece sì, e pure tanto. E senza far torto agli altri, quello di Ponte Milvio è certamente uno dei migliori di Roma Nord.
Il termine “presepe” deriva dal latino “prae” (davanti) e “saeps” (siepe). Il suo significato letterale è dunque “davanti alla siepe”, che nel tempo è stato inteso come la mangiatoia che si trova all’interno della stalla. Per questo motivo l’ambientazione del presepe è spesso una grotta o una stalla. Anche nella chiesa Gran Madre di Dio, a Ponte Milvio, lo è.
L’interno della chiesa è vasto e imponente, e il grande presepe è posizionato sulla destra dell’abside. Si sviluppa in altezza e profondità e, sebbene non sia troppo imponente, attira immediatamente lo sguardo del visitatore.
Le statue sono costruite in ceramica e sono di media grandezza, il che contribuisce al fatto che il presepe sia molto ampio, senza essere sovraffollato. Infatti, oltre ai classici protagonisti della scena – Giuseppe, la Vergine Maria, Gesù Bambino, il bue, l’asino e i tre Magi –, ci sono pochi altri personaggi a rappresentare pastori e contadini.
La scena è accompagnata dallo sgorgare dell’acqua da una fontanella decorativa e da fari che illuminano alcune zone del presepe. Il cuore della rappresentazione, la nascita di Gesù Bambino, è al centro del presepe, illuminata da una forte luce, mentre tutti gli altri personaggi sono rivolti verso la sua direzione.
Nulla è lasciato al caso e i colori, le luci, gli arredi e i tessuti dai tanti colori lo trasformano in un variopinto palcoscenico che rivela un’attenta regia.
Credenti o no, merita di essere visitato.
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