
A chi gli chiedeva “ma come sta mamma?” la risposta era sempre la stessa: “benino, grazie, anche se ha superato da tanto i 90 ed è piena di acciacchi. Da anni non esce più di casa, alla pensione ci penso io”. In realtà la mamma era morta nel 2000.
Per diciassette anni consecutivi, tutti i mesi Stefano M. si è messo diligentemente in fila all’Ufficio Postale di via di Grottarossa ed ha riscosso la pensione materna, forte di una vecchia delega che la mamma gli aveva rilasciato tanti anni addietro. E così è andata avanti fintantoché il fatto, nel 2017, non è venuto alla luce a seguito di un controllo a campione dell’Inps sulle pensioni erogate a novantenni ed oltre.
E’ così emerso che, contrariamente a quanto sarebbe dovuto accadere, alla morte della donna l’Ufficio Anagrafe capitolino non aveva trasmesso all’Inps la consueta comunicazione di avvenuto decesso. Un controllo incrociato sulla situazione anagrafica ha svelato l’arcano e reso palese che l’ente aveva continuato a erogare la pensione alla mamma di Stefano M. divenuta nel frattempo ultracentenaria. Pensione che veniva regolarmente incassata dal figlio esibendo una regolare delega a suo tempo rilasciatagli.
L’uomo, nel 2018, è stato denunciato e rinviato a giudizio con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e con richiesta di restituzione dell’importo indebitamente percepito, circa 104 mila euro. Il processo è terminato, è nell’udienza di ieri, mercoledì 21 aprile, è stato riconosciuto colpevole e condannato a 18 mesi di reclusione.
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