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Ho sentito er botto…

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Foto di Andrea Piacquadio da Pexels
Galvanica Bruni

Affacciato al balcone di casa osservo uno spicchio di città vuota, penso di accendermi un sigaro, anzi no, sorseggerò un caffè, così per passare il tempo.

Un uomo col cane mi guarda e a venti metri di distanza, lui laggiù e io quassù, gesticola per farmi capire che dovrei indossare la mascherina anche quando sto appoggiato sulla balaustra di casa. Detto fra noi l’impeto sarebbe quello di mandarlo a quel paese, ma poi penso che il “neovigilantes” dell’ordine pubblico è contento così, e allora soprassiedo.

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Osservo l’orologio, le 11 e 58, ho interrotto lo smart working per una breve pausa, beninteso, ho avvisato il capoccione di turno assicurandogli che l’intervallo sarà breve. C’è il nulla cosmico lungo la strada, generalmente il via vai è continuo.

Un paio di minuti e sento un boato, meglio sarebbe scrivere un botto, e per un attimo penso al film degli albori di Carlo Verdone, lui al telefono alla ricerca di un compagno di viaggio per andare in Polonia, calzemunito per ipotetiche avventure di sesso.

Lui, Verdone, grida “hanno messo ‘na bomba”, io ragiono sul fatto che quello “schioppo” (alla romana) non possa essere figlio di un attentato, ma… già, è il cannone del Gianicolo, è mezzogiorno, e lo sento distintamente.
Complice la città vuota? Forse, del resto di clacson strombazzanti non c’è sinfonia né vedo vetture in coda al semaforo dell’incrocio alla mia destra.

Oddio, il cannone del Gianicolo, l’ultima volta che lo avevo sentito ero pischello, ero andato con qualche amico alla ricerca di qualche straniera da abbordare, e lì, di straniere, affacciate per veder sparare il cannone, c’era sempre la fila.

Vabbè, tempi andati, spero solo di non ridurmi come Enzo (interpretato appunto da Verdone) a cercar compari per avventure nell’est europeo.
Tanto la spider non ce l’ho, al limite andrò in bicicletta al Gianicolo per darmi al “rimorchio” delle straniere. Anche se ormai le gentil donzelle d’un tempo sono attempate e il “botto” del Gianicolo neanche le affascina più.

Massimiliano Morelli

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