Ogni anno, all’arrivo della primavera, ci piace parlare del ritorno in città delle rondini; sebbene sia un fatto quasi scontato che si verifica da tempo immemorabile, le rondini nel cielo della capitale sono una festa.
Per la prima volta in questi giorni le abbiamo viste volare sulle abitazioni in cui i romani sono confinati da settimane.
E’ un evento da celebrare perché anche in questi tempi difficili, quando quasi tutto è fermo, la natura non si ferma affatto; esserini del peso di pochi grammi hanno attraversato il deserto e poi il Mediterraneo per arrivare proprio nella nostra città, negli stessi nidi utilizzati da anni, per mettere su famiglia.
Il tempo di fare due covate e poi con la stessa discrezione con cui sono arrivate se ne torneranno in Africa per svernare.
Questi giorni così difficili non hanno certo inceppato il sofisticato meccanismo della Natura; anzi sembrano averlo agevolato. E così abbiamo saputo di un aquila volare sul centro di Torino, dei tre cervi a spasso per le vie di Civitella Alfedena, di mamma anatra con i suoi anatroccoli a passeggio a Montebelluna…(la trentina di daini accovacciati in una strada di Arguello, nel cuneese, sono invece una “bufala” perché la foto è stata scattata in Giappone).
Gli animali che vivono nei pressi dei centri abitati sorpresi dalla mancanza del traffico stradale e del gran silenzio che da settimane regna sovrano, si sono fatti più arditi e con un pizzico di vanità rubano la scena agli uomini.
Come la famiglia di cinghiali che da settimane sosta durante il giorno ai piedi del sepolcro di Vibio Mariano e che poi novità non sono in quanto è da un paio di anni che frequentano i giardini di Tomba di Nerone. Sono almeno tre generazioni: adulti, giovani e piccoli venuti al mondo da qualche settimana. Resi tranquilli dalla calma e dalle inferiate metalliche che delimitano il piccolo parco, se ne stanno sdraiati in terra dopo aver diligentemente smosso il terreno.
Anche l’aria è più pulita e questo ce lo dicono le centraline che registrano la presenza di polveri sottili nell’atmosfera mentre la vegetazione è invece in pieno sviluppo: facendo lunghe ed interminabili file davanti ai supermercati come non notare le gemme sui rami e gli Alberi di Giuda in fiore?
In questo periodo di emergenza ci sentiamo dire che dopo questa emergenza tutto sarà diverso; niente sarà come prima, le abitudini cambieranno e memori di quanto accaduto diventeremo più saggi. Pia illusione o veramente qualcosa cambierà? E’ probabile che il traffico tornerà ad essere quello di una volta e l’aria di nuovo inquinata?
Se così sarà, anche per la natura e gli animali tutto tornerà come prima: niente voli di aquile su Torino e nessuna passeggiata di cervi a Civitella Alfedena: forse gli unici a non cambiare abitudini saranno i cinghiali di Tomba di Nerone che ai piedi del monumento funebre a Vibio Mariano hanno trovato una eccellente sistemazione in barba agli annunciati abbattimenti.
Francesco Gargaglia
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