Home CRONACA Ponte Milvio: finito lo sciopero, al Pascal restano i problemi

Ponte Milvio: finito lo sciopero, al Pascal restano i problemi

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Galvanica Bruni

Dopo circa una settimana di sciopero, gli studenti dell’Istituto Tecnico Tecnologico e Liceo Scientifico “Biagio Pascal”, ieri mattina sono tornati sui banchi di scuola e hanno ripreso le lezioni.

Uno sciopero programmato e autorizzato, come ci tengono a specificare i ragazzi e i genitori che per cinque giorni li hanno sostenuti nella protesta organizzata nella sede di Via dei Robilant a Ponte Milvio, e che in ogni caso non ha impedito il proseguimento della programmazione scolastica per chi ha scelto di non aderire allo sciopero.

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Cinque giorni caldi, in cui gli studenti hanno manifestato contro la dirigenza scolastica dell’Istituto ma anche contro la Città Metropolitana di Roma Capitale che, come per tutti i licei romani, ne ha la competenza. Uno sciopero per chiedere che qualcuno si assuma finalmente la responsabilità di far eseguire una serie di interventi che vanno dalla piccola manutenzione ad interventi strutturali più importanti.

“Un edificio bello ma disgraziato”

Crepe nei muri, infissi di porte e finestre vecchi e in cattive condizioni, prese elettriche divelte, uscite di sicurezza bloccate o non a norma, estintori fuori uso.

E la lista dei disagi, a detta di studenti e famiglie, è ancora lunga: servizi igienici non adeguati, addirittura in alcuni casi wc danneggiati o non fissati al pavimento, porte dei bagni senza maniglia, come anche alcune porte delle aule, pavimentazione dissestata. Palestra e cortili esterni che non versano in condizioni migliori.

Ma non è solo un problema di mancata manutenzione, c’è dell’altro. Tra gli indirizzi di studio del Pascal c’è anche quello di Chimica e Materiali, Biotecnologie ambientali e sanitarie; da quanto si apprende all’interno dell’edificio ci sarebbero rifiuti chimici che non vengono smaltiti, mettendo a rischio la salute degli studenti e di tutto il corpo docente.

Si tratta per lo più di taniche per lo smaltimento di rifiuti liquidi chimici e di contenitori per lo smaltimento di imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose. Un tema più volte segnalato dal Dirigente Scolastico alla ditta specializzata incaricata allo smaltimento dei rifiuti, senza metterne però a conoscenza la Città Metropolitana.

La lettera dei ragazzi

Prima di arrivare allo sciopero, indetto tra l’altro proprio nella settimana in cui ricorreva la Giornata nazionale per la sicurezza delle scuole che ogni anno viene celebrata il 22 novembre, gli studenti del Pascal le hanno provate tutte, sia chiedendo ripetuti colloqui con il Dirigente Scolastico Antonio Volpe, sia scrivendo direttamente ai responsabili della Città Metropolitana.  Una lettera con la quale i ragazzi si sono schierati a supporto delle richieste già fatte dal loro preside e mai ascoltate.

“… è giunto il momento di intervenire non con interventi parziali, ma con interventi risolutivi, per un edificio che è stato bellissimo e degna sede di un istituto scolastico” si legge infatti tra le righe della comunicazione inviata dai ragazzi a conclusione di una serie di solleciti fatti nei mesi precedenti dalla dirigenza scolastica. Solleciti ai quali, dalla sede di Via IV Novembre, sono seguite assicurazioni circa la realizzazione di buona parte dei lavori richiesti entro il 17 novembre scorso, scadenza non rispettata e che ha visto come conseguente risposta l’indizione dello sciopero da parte degli studenti.

A chiarire le competenze sull’Istituto, anche per evitare il classico rimpallo di responsabilità tra Istituzioni, ci aveva già provato il preside della scuola nei mesi precedenti con l’invio di  ulteriori tre lettere indirizzate proprio a Città Metropolitana di Roma Capitale che, come si legge sulla pagina Istituzionale dedicata alle scuole, ha competenza su 177 Istituti scolastici per un totale di 340 edifici e a cui, proprio come indicato sul sito, “sono conferiti i compiti  relativi alla programmazione della rete scolastica ed alla gestione della manutenzione edile e tecnologica, ordinaria e straordinaria dei plessi scolastici, nonché alla progettazione di nuovi edifici”.

Il Professor Volpe segnalava la presenza di ratti nelle due sedi, richiedeva le attività di sfalcio delle aree verdi e la ripulitura delle stesse, e nell’ultima del 21 ottobre, elencava tutti gli interventi per cui gli studenti alla fine hanno manifestato.

La voce dei genitori

“I ragazzi sono stufi, pretendono giustamente di frequentare una scuola degna di questo nome. L’Istituto Pascal negli anni ha fatto un grande lavoro con gli studenti anche su tematiche importanti come il bullismo, ma qui si tratta di ottenere degli interventi di manutenzione a volte anche minimi. All’interno dei due Istituti ci sono infiltrazioni d’acqua, lavagne lim che non funzionano, assenza di rete wi-fi, laboratori informatici non adeguati”.

“Al di là degli interventi strutturali più importanti ci sono proprio casi di mancata manutenzione” ci ha spiegato Stefania Scholl, che oltre ad essere una rappresentante di classe conosce da anni l’Istituto perché i suoi figli hanno frequentato e frequentano tutt’ora la sede di via dei Robilant.

Conclusione? “Non ci sono fondi”

A scrivere la parola fine su tutte le congetture e smorzando al momento ogni speranza è stata Teresa Zotta, vice sindaca della Città Metropolitana di Roma, che dopo aver ricevuto una delegazione di studenti del Pascal così ha dichiarato: “il nostro bilancio non ci consente di fare interventi risolutivi, disponiamo di un fondo per le scuole di 30 milioni di euro distribuiti in tre anni, per un fabbisogno che si aggira intorno ai 90 milioni di euro. Abbiamo necessità ormai non più prorogabili che devono essere soddisfatte”.

“Si rivedano i trasferimenti alle Città metropolitane, ci si consenta di disporre di finanziamenti adeguati alle nostre esigenze e quelle delle scuole che governiamo” ha affermato Zotta sostenendo che “serve un piano di riordino istituzionale, servono soldi per adeguare le scuole e farle funzionare”.

“È mortificante per gli studenti non avere strutture adeguate per la loro formazione, è avvilente per noi amministratori non poter dare risposte concrete”, ha concluso.

Ludovica Panzerotto

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