Home FLAMINIA Ponte Milvio, morto perché si diceva che “era pericoloso per la gente”

Ponte Milvio, morto perché si diceva che “era pericoloso per la gente”

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“Giovedì 25 ottobre 2019, nel parcheggio condominiale en plein air di via Flaminia 484, a duecento metri da Piazzale Ponte Milvio, un pino ha cessato di vivere. Non è morto abbattuto dal vento, non è morto perché scavato dagli insetti, non è morto perché colpito da un fulmine”.

“Era un pino sano, alto circa 25 metri, aveva poco più di 50 anni ma ne poteva ancora vivere molti. Era un poco inclinato, come se i pini di Roma, alberi iconici della nostra città, fossero dritti come nordiche betulle. Aveva un ramo sporgente, come se non si potesse regolarizzarlo con un taglio; ed aveva radici che avevano deformato il terreno, ma in un’area condominiale e che forse si poteva regolarizzare e delimitare”.

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Con queste parole T.L., residente in via Flaminia proprio nel condominio che ha decretato l’abbattimento del pino, racconta a VignaClaraBlog.it la vicenda e le sue emozioni.

“È morto perché si diceva che era ‘pericoloso per la gente’ e quindi ne è stata decretata la morte. Sembrerebbe l’assassinio di una persona, e così l’ho vissuto: perché quel pino l’ho visto crescere, anno dopo anno, stagione dopo stagione; e perché quel pino l’ho visto abbattere, in poche ore, brutalmente. E dopo, gli stessi che l’hanno voluto eliminare se ne sono portate via le spoglie, ciocchi e ceppi per un caminetto o per arredare un qualche ambiente rustico”.

“Sembrerebbe un assassinio, ma in realtà è stata un’esecuzione, preceduta da una sentenza. Come da regolamento è stata fatta una perizia e curiosamente i dati erano positivi: rapporto di snellezza (ovvero larghezza / diametro) regolare; densità del tronco (analisi col dendrodensimetro) regolare; nel colletto “non sono stati osservati processi di decadimento, carie visibili o distacco corticale”; inclinazione di 10 gradi è stata giudicata di media entità. La zona “risulta gravata da vincolo paesistico” ma in realtà, in base ad un DPR 31/2107 sembrerebbe non necessaria l’autorizzazione paesaggistica per la “sostituzione di un albero”.

“Sono questi giudizi non miei ma riportati nella perizia (ndr: clicca qui). La conclusione della perizia, però, è stata favorevole all’abbattimento: per un presunto pericolo di caduta causato da un ramo che si era proteso sulla terrazza dell’attico, e perché la potatura del menzionato ramo avrebbe provocato un disequilibrio e la caduta del pino”.

“Pur essendo una ricchezza inestimabile ogni albero, soprattutto in tempi di emergenza climatica; pur essendo strettissima la nostra dipendenza dalle piante; pur appartenendo ogni albero alla collettività prima ancora che a qualsivoglia privato, non vi è stata nel condominio alcuna sensibilità. Anzi, il condominio ha accettato di buon grado la conclusione della perizia sullo stato di salute del pino che ne ha prescritto l’abbattimento: le radici sono tuttavia rimaste sul terreno che permane deformato, e però sarà possibile ricavare due posti macchina in più”.

“Pensavo – conclude amaramente T.L. – che quando, come nel caso del mio condominio, non si possiede o si è perduto il senso del rispetto della natura, la Legge dovrebbe tener luogo di tale rispetto. Contavo sull’esame della richiesta di abbattimento inoltrata agli Uffici competenti e confidavo, per la concessione del nulla osta, in qualche ragionevole lasso di tempo che consentisse ancora di opporsi alla decisione. Ho invece scoperto che al Comune è bastevole ricevere una perizia dell’albero da abbattere, non importa con quale rigore scientifico formulata. E così il giovane pino, di 25 metri di altezza raggiunti in 53 anni di età, è stato raso al suolo in poche ore senza pietà, rivelando ad ogni caduta delle sue parti perfette sezioni di accrescimento”.

“L’unica condizione richiesta dal Comune per il tacito consenso alla demolizione, consiste, a quanto ho appreso, nella sostituzione con un’altra essenza, che sarebbe lecito immaginare di eguale taglia; invece vi sarà l’impianto di un cipresso di metri due. Non esiste evidentemente antidoto a quanto accaduto – chiosa T.L. – ma poiché credo nel valore della comunicazione Vi sarò grata per voler portare questa triste vicenda alla conoscenza degli abitanti del nostro territorio tramite il vostro giornale”.

Gaia Azzali

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12 COMMENTI

  1. Cara/o T.L., la cattiva abitudine di abbattere alberi in aree condominiali, al minimo accenno di “non omologazione”, è purtroppo molto diffusa fra gli amministratori di condominio senza preventiva approvazione condominiale. Mi domando se costoro non abbiamo qualche interesse in merito. Qui da me c’è un filare di Cedrus Deodara (il Cedro del Libano) che si trova in parte (1 esemplare) nel mio condominio, in parte (3 esemplari) in quello confinante. Quello qui è stato abbattuto, i 3 confinanti, dopo un intervento di tree climbing, sono ancora, arzilli, al loro posto. Ciao

  2. Questa fobia di dover abbattere tutti gli alberi in città in nome di una presunta maggior sicurezza è terribile!
    La città di questo passo rimarrà spoglia di alberi e soffocata nel cemento, tutto in nome della sicurezza salvo poi scoprire in alcuni casi mero interesse personale.
    Dispiace!

  3. Ho assistito personalmente alla vicenda perché abito al 466 di via Flaminia. Ero esterrefatta. Ogni volta che vedo abbattere un albero è per me un pugno allo stomaco. Ho interpellato gli operai e mi è stato risposto che era pericoloso perché appoggiava quasi sul terrazzo di un noto attore siciliano e che l’albero era malato e che erano state messe in atto le prove di trazione per vedere se raddrizzarlo ma purtroppo l’esitO è stato negativo. Non credo ad una sola parola di tutto ciò. Penso piuttosto all’appetibilita Dei due posti macchina in più. Mi hanno anche detto che per legge per ogni albero abbattuto è obbligatoria la sostituzione con un altro albero. Che faccia tosta! Fatevi una passeggiata per tor di quinto e viale Tiziano ! È un cimitero di tronchi segati

  4. Al Fleming (Via Serra, Vi Nitti e dintorni) diversi alberi di Giuda sono stati abbattuti senza provvedere alla loro sostituzione; stessa situazione per i pini di via Fleming. Se andiamo avanti così, questi quartieri anni sessanta, gìà ora poco attraenti e quasi senza verde pubblico, privi di aberi saranno sempre più brutti. Passeggeremo tra filari di tronchi segati e immondizia sparpagliata un po’ dappertutto…

  5. Amo le piante – soprattutto quelle secolari – perchè sono appassionato di fisiologia delle piante e conosco il loro apporto in termini di produzione di ossigeno e assorbimento di CO2!! Io ho un pino nel giardino che il 19 novembre 2019 compie 100 anni! l’ho fatto potare a mie spese (2.000 €, nessun contributo anche materiale da parte di Comune e Regione), ma ho una grande paura che possa cadere a seguito delle intemperie molto frequenti; la Regione Lazio non me lo ha fatto abbattere perchè dice che è sano! Ma in caso di caduta chi paga i danni? Perchè la Regione o tutti quelli che godono di questo patrimonio pubblico non mi garantiscono da una eventuale richiesta di danni? Se è un bene comune, allora tutti devono contribuire a mantenere in vita una pianta secolare e accollarsi le responsabilità! A suo tempo feci una assicurazione per diversi anni, ma poi venni a sapere che, tra le varie clausole scritte in miniatura dalla compagnia di assicurazione, la caduta di alberi non veniva risarcita!
    Questa è la situazione di chi si ritrova in girdino un albero secolare, ma a dormire sonni non tranquilli ci sono solo io! Mentre i terzi non si fanno minimamente carico del problema!
    Cosa si può fare?????

  6. Stesso drastico provvedimento è stato preso una settimana fa in Via Castelfranco Veneto ( parallela di Via Valdagno, Fleming) dove sono stati abbattuti due splendidi cedri del Libano con procedure che appaiono simili a quelle segnalate. Forse andrebbe fatto qualche accertamento

  7. Lavorando a piazzale ponte Milvio da tanti anni ho visto morire alberi, una vita di quartiere direi paesana, intendendo rapporti umani veri e genuini, tutto è stato sostituito da una movida contaminata e da una natura sparita! Peccato per chi ancora crede che ci sia qualcosa da salvare… impossibile!!

  8. stanno uccidendo tantissimi alberi e pini senza motivo o con scuse effimere. in tutta la zona e a differenza delle alre città del mondo nessuno provvede a ripiantumare.. nessun appalto futuro e nessuno ne parla.. ormai va di moda uccidere gli alberi e pesnare che siano pericolosi o malati..quando chi li ammazza non sa nemmeno a che specie appartengono.

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