In scena fino a domenica 3 novembre al Teatro Ciak di via Cassia 692, “Nodo alla Gola” segna il debutto stagionale della Compagnia dello Stabile del Giallo.
Ispirato da un fatto di cronaca nera e tratto dall’omonimo lavoro di Patrick Hamilton, da cui Alfred Hitchcock ricavò uno dei suoi film più coraggiosi ed innovativi, “Rope” è un’esperienza forte ed intensa che conduce gli spettatori su sentieri oscuri ed insidiosi.
In oltre 100 minuti di rappresentazione (più l’intervallo) i sette attori diretti da Raffaele Castria mettono in scena, non un giallo classico, ma un pregevole, complesso e raffinato noir dai contorni filosofici e dalle connotazioni morali. Chi sono gli assassini, come è stato commesso il delitto, dove si trova il cadavere: niente di tutto questo è nascosto o centellinato, anzi ogni cosa viene rivelata fin dalle prime battute, perché il punto nodale della piéce è il movente dell’omicidio o, meglio, la sua disturbante assenza.
Da questo elemento-cardine si dipana una narrazione che, man mano che procede, si fa sempre più robusta, dinamica e sconvolgente, con l’obiettivo puntato sulla personalità degli assassini e sulla figura-chiave di Rupert, il personaggio che James Stewart interpretò per il maestro del brivido a patto, però, che non avesse risvolti negativi.
Mantenendo sempre fluide l’esposizione e l’azione, “Nodo alla Gola” (la traduzione italiana è di Edy Quaggio) viene qui restituito alla sua dimensione teatrale, ai suoi intrichi filosofici e ai suoi labirinti mentali, essendo seguite e percorse le strade tracciate da Hamilton più che la pista esplorata da sir Alfred.
Raffaele Castria dirige con mano ferma, tiene insieme elementi diversi e complicati e cambia registro narrativo quando è necessario farlo. Così, questo viaggio sconcertante lungo l’orlo del baratro della coscienza umana prende via via le forme di un gioco morboso, di un incubo progressivo e crescente, di una danza macabra, di un’allucinazione febbrile e collettiva in cui entrano in collisione logica e morale, vengono tirati in ballo Nietzsche e Gide, mentre il tutto viene evidenziato da una vena nerissima di umorismo raggelante.
Finalmente reintegrato nella sua complessità di poeta dall’anima oscura e tormentata, il personaggio di Rupert è magnificamente interpretato da Paolo Romano, che ne sa rendere con vivida efficacia ogni aspetto e le tante sfumature; un personaggio fondamentale che si prende progressivamente la scena perché alla fine stabilisce la dimensione e determina i confini dell’intera vicenda.
Molto bene anche tutti gli altri attori del cast: Pavel Zelinskiy e Michele Degirolamo (la coppia di assassini), Riccardo Cascadan e Claudia Guidi (considerati dai primi come la “gente comune” di cui farsi beffe), Alberto Caneva (il padre della vittima) e Giuditta Cambieri (la governante).
Da rimarcare, infine, l’ottimo lavoro svolto da Susanna Proietti su scene e costumi e il suggestivo e puntuale disegno luci curato da Marco Catalucci.
Giovanni Berti
I biglietti sono in vendita su https://www.ticketone.it/ e al botteghino del Teatro Ciak. Per informazioni si può contattare il numero 06.33249268.
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