Offre spiragli inimmaginabili il progetto presentato in Campidoglio per la realizzazione di un centro polisportivo della società sportiva Lazio in un’area di circa 136 ettari sull’ansa del Tevere, in zona Prima Porta – Tiberina, tra la Salaria e la Flaminia.
Campi di calcio (ma non uno stadio), campi da rugby, da hockey, da basket da pallavolo e da tennis e una piscina olimpionica coperta. E poi ancora un albergo, uno studentato, un centro commerciale, una Residenza assistita per Anziani, una struttura sanitaria dedicata alla Medicina dello Sport, aree a verde, ampi parcheggi, punti ristoro.
A fronte di ciò sarebbe prevista la riqualificazione della fermata della Ferrovia Roma Nord “La Celsa”, sulla Flaminia, il completamento di uno svincolo sul Gra all’altezza di Castel Giubileo, la realizzazione di una nuova sede per il Municipio XV, la cessione al Campidoglio del Parco dell’Acqua Traversa, a valle di via Cortina d’Ampezzo. Ma non solo, sono previste anche nuove case per una cinquantina di famiglie che attualmente vivono in aree a forte rischio idraulico a Prima Porta.
Il progetto in dettaglio
Redatto dalla PEI Engineering, società nata nel 2005 con l’intento di far confluire in un unico soggetto le competenze urbanistiche di Studio Bellini International srl e quelle edilizie di S.T.A Studio Tecnico Associato, e dalla BH International, il progetto è stato presentato martedì 8 ottobre dall’architetto Francesco Bellini e dal presidente della Polisportiva Lazio, Antonio Buccioni, ai presidenti delle commissioni capitoline allo Sport e all’Urbanistica.
E’ il primo passo di un lungo iter di un mega “progetto per la città” su un’area di circa 136 ettari a Roma Nord subito fuori dal GRA tra la Salaria e la Flaminia. Un’area, come si legge nella scheda del progetto, “che ha una destinazione urbanistica, parte ad aree trasformabili per circa 131 ettari mentre il resto è destinato ad agro romano“.
La proposta intende utilizzare i 131 ettari trasformabili per la realizzazione delle volumetrie di progetto e la parte agricola per il verde i parcheggi e le attrezzature sportive, “intervenendo su un’area già ricca di urbanizzazioni (strade, svincoli, ferro) realizzando opere pubbliche necessarie all’intervento ma di grande impatto positivo per tutto il quadrante Roma Nord e per tutta la città.”
“È un progetto per la città – si apprende ancora dalla scheda di progetto – perché il gruppo imprenditoriale che ha la disponibilità delle aree realizzerà una serie di infrastrutture che oltre ad essere funzionali all’iniziativa sono fondamentali per il miglioramento dell’assetto urbanistico di tutto il quadrante di Roma Nord“.
Nello specifico, il progetto prevede il collegamento di via Tiberina con il GRA tramite un nuovo ponte attraverso lo svincolo di Castel Giubileo, attualmente poco utilizzato.
“Ciò consentirà – sostengono i redattori del progetto – di scaricare via Tiberina che attualmente confluisce sulla Flaminia contribuendo in maniera determinante al collasso ben noto della consolare“. L’intervento, oltre al nuovo ponte, prevede infatti lo sdoppiamento di una parte della Tiberina e la realizzazione di un ampia rotatoria ad anello.
Sempre in tema di infrastrutture ed opere pubbliche, il progetto prevede la realizzazione di parcheggi di scambio con 4mila posti auto a servizio della stazione “La Celsa” della Ferrovia Roma Nord che verrebbe completamente ristrutturata.
Ma non solo, nuovi alloggi per circa 50 famiglie che attualmente vivono in aree a forte rischio idraulico a Prima Porta, la costruzione e cessione al Comune di Roma di una nuova sede per il Municipio XV e la realizzazione e cessione al Comune del parco dell’Acqua Traversa (50 ettari a valle di via Cortina d’Ampezzo) completano il quadro delle opere che verrebbero realizzate a fronte dell’ok all’intero progetto del centro polisportivo, definito “il parco sportivo più grande e importante del mondo” che una volta realizzato verrebbe ceduto alla società sportiva Lazio.
Scontato che ad accompagnare le opere pubbliche ci saranno anche interventi privati: un albergo, uno studentato, un centro commerciale a vocazione sportiva, una RSA, una struttura sanitaria dedicata alla medicina dello sport traumatologia e riabilitazione.
“Tutte queste attività definite strategiche per il progetto – spiega ancora la scheda – sono state già precontrattualizzate con primarie compagnie di gestione il che dà all’iniziativa la necessaria forza finanziaria. Inoltre, ci sarà una parte residenziale che verrà dalla compensazione del Parco dell’Acqua Traversa“.
I vincoli non son pochi
L’area è sottoposta a vincolo archeologico, paesaggistico e di bacino. Quest’ultimo in particolare pare essere il più ostico in quanto i 136 ettari sono inseriti all’interno del Piano di Bacino del Tevere e come tale il progetto richiede una verifica di fattibilità.
Stando agli estensori del progetto, “esiste uno studio redatto dal prof. Guercio, professore di costruzioni idrauliche alla Sapienza, che sostiene che l’intervento così come strutturato sia fattibile con gli accorgimenti e le prescrizioni seguite. Nello specifico, tutte le opere pubbliche e le trasformazioni edilizie saranno realizzate ad una quota superiore a quella minima prevista dal piano di bacino“.
In ogni caso, “durante la fase di istruttoria e di approvazione tali problematiche verranno analizzate con gli enti preposti con i quali sarà instaurata una proficua collaborazione tesa al positivo sviluppo del progetto“.
In ballo lo stadio Flaminio e il PalaTiziano
Il progetto prevede anche che il Comune ceda in uso lo stadio Flaminio alla Polisportiva SS Lazio per farne un museo della società sportiva.
Secondo i redattori del progetto, “un utilizzo della struttura a fini sportivi è molto complicata per non dire impossibile; si sommano infatti i problemi legati allo stato di manutenzione dell’impianto alla impossibilità di realizzare misure di sicurezza per gli eventi sportivi.”
Meglio quindi ristrutturarlo – ipotizza lo studio – “realizzando un grande teatro all’aperto per concerti e manifestazioni, con annessi ristoranti, bar e forse un cinema. Il tutto in stretta connessione funzionale e logistica col Parco della Musica“.
Anche il Palazzetto dello sport di viale Tiziano potrebbe entrare in questa vicenda di in quanto nello stesso potrebbero trovare casa tutte le attività sportive indoor della Polisportiva Lazio.
Probabilità di successo?
Quante probabilità di successo ha questo progetto? E’ veramente il caso di dire ai posteri l’ardua sentenza.
Fra varianti al Piano Regolatore, aree a rischio di esondazione del Tevere, consumo di suolo, cementificazione spinta e, infine, il lungo e complesso iter di approvazione con il coinvolgimento di numerose istituzioni (Stadio della Roma docet), per quanto definito “il parco sportivo più grande e importante del mondo” pare che la strada per realizzarlo sia tutta in salita.
Edoardo Cafasso
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Una bella scusa per l’ennesima COLATA DI CEMENTO
Eccolo pure lui, con la usuale “golada di cemendo”. Della serie, guai a chi investe e porta servizi e ricchezza nel territorio! Bisogna invece lasciare tutto com’e’, ovvero pezzi di città vuoti ed utilizzati esclusivamente come discariche abusive. Guai a chi crea occupazione, infrastrutture e servizi alla città. Giusto?
Caro Claudio ma quale occupazione, ma quale infrastrutture, quelle di normali routine che dovrebbero avere le capacità di farle le amministrazioni locali, scambiate con opere private, impianti sportivi privati, alberghi privati, cliniche sportive private, aeroporto privato, centri commerciali privati, costruite nei luoghi sbagliati (area di compensazione delle piene del Tevere) che poi quando ci saranno gli allagamenti si dovrà correre ai ripari con i soldi pubblici?
NO GRAZIE Questo NON è il modello di città che vogliamo, abbiamo già dato…
Lasciamo perdere, tanto non se ne farà niente. Con i tempi che corrono, con le giunte attuali, con mafia capitale, con interessi contrastanti, prima che si mettano d’accordo tutte le varie tessere degli interessi locali, politici economico finanziari, ci vorranno decenni.
Buona occasione per una bella colata di cemento. Rimettete a posto lo stadio Flaminio e non deturpate con nuove costruzioni zone ancora integre. Siamo stufi delle speculazioni, indaghi la magistratura per capire da dove vengono tutti questi soldi da investire…..
tutto queste opere sarebbero per un centro sportivo polivalente senza nuovo stadio? ed il flaminio concesso come museo?
Ci risiamo. Dopo il mostro lasciato a Colli d’oro, altro consumo di territorio mascherato da “opportunità per la collettività”. La SS Lazio (ma la cosa è incidentale, varrebbe per qualunque altra società; purtroppo da queste parti hanno più presa loro), pur di affermare predominio e fare soldi non esita a proporre magnificenze. Come base di dialogo proporrei la totale rimozione dell’ecomostro a Colli d’oro: quando i lavori sono finiti, ripresentate il progetto ma su un’area già urbanizzata e dismessa (non su una zona vergine) e si comincia la discussione. Bisogna riqualificare non rubare altro verde. Verde da buttare via non ne abbiamo più, capannoni e industrie cadenti a bizzeffe. Usiamo quelli!
Ma cosa c’entra il caso di Colli d’oro con questo progetto? Insomma, si devono bloccare gli investimenti PRIVATI diretti a nuovi progetti per colpa di opere PUBBLICHE mai terminate? In pratica vorresti proibire lo sviluppo di Roma facendola pagare a coloro che non c’entrano un fico secco con le incompiute degli enti pubblici (i quali hanno sprecato denaro pubblico).
Quindi un bel chissenefrega a nuovi posti di lavoro, a nuovi servizi, a nuove infrastrutture, a nuove case per coloro che ora vivono in condizioni di pericolo.
Guardi che lei non ha capito un bel niente. Il caso di Colli d’Oro non è un’opera pubblica ma esattamente un’opera privata lasciata a metà dalla sua amata società Lazio. Prima di alzare i toni e puntare il dito si informi, eviterebbe di fare figuracce come questa.
Ancora progetti megagalattici destinati a produrre qualche cattedrale nel deserto a uso e consumo dei soliti noti? Ma è così difficile impiegare fondi ed energie per migliorare gli innumerevoli casi di edilizia fatiscente presenti in città? Fossi nell’Amministrazione darei il via libera solo a progetti del genere …….!
Indipendentemente dal merito del progetto, è sacrosanto quanto afferma Alberto circa la necessità di risanare prima la vicenda a Colli D’oro e poi semmai sedersi al tavolo con la Pubblica Amministrazione. Per il resto non sarei così categorico nel bocciare qualunque iniziativa a priori. Il solo intervento di collegamento diretto della Tiberina con il GRA ( cosa oggetto di valutazione e proposta già in passato) eliminerebbe le lunghe code sulla tiberina per coloro che la mattina sono obbligati ad arrivare in prossimità di piazza Saxa Rubra per immettersi poi sulla Flaminia altrettanto congestionata. Senza considerare gli effetti positivi sul parziale decongestionamento della stessa Piazza principale di Prima Porta. Certo, rimangono dubbi sulla criticità idraulica dell’area e soprattutto, qualora dovesse andare in porto il progetto ( cosa di cui dubito anche io ), bisognerà pretendere che vengano prima realizzate le opere di pubblica utilità e poi, semmai, il resto.
[…bisognerà pretendere che vengano prima realizzate le opere di pubblica utilità e poi, semmai, il resto.]
Quindi tu pretendi le opere di pubblica utilità, le quali vengono realizzate a spese del costruttore; il resto invece si vedrà…tanto paga il privato, giusto?
Quindi pretendi che ti diano le strade a gratis e, al contempo, pretendi pure che ci perdano soldi proibendogli di investire nelle strutture sportive e, quindi, di recuperare i fondi(privati) spesi.
Ma ti rendi conto di quello che dici?
ma lei, lei si rende conto di quello che dice ? ma perchè non s’informa prima ? Funziona proprio così invece : prima costruisci le opere pubbliche e poi ti fai quelle private. Oppure al massimo le fai in parallelo.E comunque non sono gratis (beata ignoranza!) ma a scomputo degli oneri di concessione edilizia. Studi, studi.
In realtà è succeduto sempre il contrario a Roma, prima si fanno le opere private e poi forse quelle pubbliche…
…Sempre che tali “scambi” non finiscano nel dimenticatoio o che le opere di “compensazione” vengano eseguite male o parzialmente come abbiamo visto in tanti precedenti negli ultimi decenni.
Come per l’albergo di viale Giustiniano Imperatore in zona San Paolo (noto come il bidet) realizzato con fidejussioni false mentre le opere di urbanizzazioni previste sono rimaste inattuate per anni.
O come la convenzione urbanistica “I 60” che prevedeva per il mantenimento del parco di Tor Marancia, ancora incompleto, una edificazione di 400.000 metri cubi di cemento, grazie allo “ius edificandi” (diritto di costruire) del 1997, la norma in urbanistica romana che prevede il diritto agli edificatori di costruire x volumetrie in diverse parti della città come compensazione dell’esproprio dei loro terreni periferici.
O come il cambio di destinazione d’uso da area agricola ad area edificabile nei terreni contigui all’Agenzia delle Entrate di via di Settebagni, che nel passaggio di consegne tra i sindaci Veltroni ed Alemanno permise alla confessione religiosa miliardaria statunitense dei Mormoni di costruire il loro gigantesco tempio.
O come lo spostamento della Fiera di Roma sui terreni del costruttore Toti “scambiati” con 87.000 metri cubi di nuove costruzioni su aree pubbliche, costruzioni in gran parte di residenze di lusso, dall’allora sindaco Veltroni, portati poi a 91.000 dal sindaco entrante Alemanno, fortunatamente ritagliati dall’assessore Paolo Berdini nella giunta seguente.
Un progetto quello previsto dalla PEI Engineering nell’ansa del Tevere tra la Flaminia e la Salaria dirimpetto a Castel Giubileo (se la giunta comunale darà a loro il benestare) che andrà a continuare a consumare suolo in una epoca in cui non ce lo possiamo più permettere.
Consumo di suolo per far fare business e che sarà una ulteriore, irreversibile e pericolosa cementificazione in un territorio fragile che ha già conosciuto in passato tragiche alluvioni ed assolutamente inadatto per la sua collocazione geografica.
Studiare sì… ma partendo dalla realtà non dalla teoria propagandistica…
😉
Guardi Cesare che lei sta facendo molta confusione, facendo parte del Comitato per la Salvaguardia del parco di Colli d’Oro se permette cercherò di informarla meglio sulla vicenda che poi è legata a questa del PEI engineering perché i committenti, quelli che hanno i rapporti diciamo “privilegiati” con le amministrazioni, sono sempre le stesse:
Nel 2006 il sindaco Veltroni diede la licenzia di costruire all’interno del parco pubblico Colli d’Oro un palazzetto dello sport per la pallavolo della società sportiva Lazio. Per fare ciò vennero abbattuti 48 alberi ad alto fusto.
Nel 2012, subentrato Alemanno alla guida del comune, tale accordo fu confermato e solo allora i residenti vennero a sapere del tutto, quando iniziò la recinzione del parco.
QUINDI DI PRIVATO IN QUELLA FACCENDA C’ERA BEN POCO VISTO CHE L’ACCORDO ERA DI UNA SOCIETA’ PRIVATA CON IL COMUNE PER EDIFICARE SU SUOLO PUBBLICO QUALIFICATO E CHE DOVEVA RIMANERE PROTETTO.
Questo progetto è della PEI Engineering che presumibilmente ha legami commerciali e finanziari ancora con la società Lazio visto che gli concede ad uso gratuito ben 30 ettari della speculazione all’interno del bacino fluviale camera di compensazione delle piene del Tevere (eh già le grosse società sportive hanno vari rami di diversificazione dei loro interessi economici tra cui quello di progettazione e costruzioni edilizie degli impianto sportivi, stadi, cittadelle dello sport ecc, e , forse per la concomitanza a Formello dei suoi campi di allenamento, la SS. Lazio sembra avere a Roma Nord una zona di sua esclusiva competenza).
Questo progetto della PEI Engineering fu già presentato anni fa all’allora sindaca Raggi e da questa rifiutato perché non si può costruire all’interno del bacino fluviale, area di compensazione delle piene del Tevere, tanto più a ridosso ed a nord della di Castel Giubileo che in caso di piene eccezionali (sempre più frequenti per la crisi climatica in atto) dovrà rimanere chiusa per evitare l’esondazione del fiume nella sua zona più bassa e cioè a Ponte Milvio.
Mi aspetto che Gualtieri bocci questo progetto che in questo caso, a differenza dello scempio che si vuole fare a Colli d’Oro, non entra nelle opere finanziate da Alessandro Onorato (assessore allo sport del comune di Roma) con i fondi del PNRR, ma il fatto che sia da prima dell’estate che questo dossier si trova sul tavolo del sindaco e che a parte qualche articolo come questo non sia presente con toni allarmistici nel dibattito cittadino ci da molto a pensare…
Se non l’avesse già letto le mando il nostro articolo a riguardo il parco Colli d’Oro:
https://www.vignaclarablog.it/20231002112784/labaro-parco-colli-doro-pnrr-palazzetto-sport/
Ma cosa vi aspettate dai costruttori romani? Il loro motto da sempre è “prendi i soldi e scappa”! Poi non si capisce perchè si scelgano le aree golenali del Tevere (vedi anche il caso dello stadio della Roma a Tor di Valle), con i noti problemi d’abbassamento del suolo e d’esondazione…Per me finirà come la Città dello Sport di Calatrava a Tor Vergata. Le infrastrutture viarie vanno fatte ma se continuiamo ad aumentare le cubature alla fine non basteranno mai!
Sarebbe bello. Sarebbe bello se davvero ci fosse attenzione allo sport tutto. Invece… campi da calcio, campi da tennis e piscine. Con la pista di ghiaccio di piazza Mancini ancora lì, come tutti ducevano lo stadio Flaminio e il palazzetto di viale Tiziano a fargli presto compagnia. Non ci smentiamo mai..
Ma cosa c’entra lo stadio Flaminio con questo progetto? Non hai letto che non viene costruito alcun stadio??? Non si tratta di un nuovo stadio ma di un quartiere dello sport. Insomma, vogliamo capire le cose prima di parlare?
Zona sottoposta a vincolo di bacino… Intanto la stazione di Vigna Clara…
Area che è bacino di compensazioni delle piene del Tevere dato che la diga di Castel Giubileo in quei casi viene chiusa per evitare l’esondazione del fiume a ponte Milvio.
Ancora una volta il business degli interessi privati mette a rischio cose e persone (50 famiglie a rischio idraulico a Prima Porta ricollocate dentro un bacino alluvionale!) e poi a danno fatto si piangono lacrime di coccodrillo e si aprono i portafogli pubblici del risanamento dei danni, che pagheremo poi noi con tasse ed imposte sia a livello centrale che locale. BOCCIATO.