
“Vi scrivo questa lettera con la speranza che la pubblichiate e che possa servire a risvegliare le coscienze dei nostri concittadini. Non sono problematiche sociali gravi quelle che vi segnalo ma comportamenti maleducati che danneggiano la qualità della vita di ognuno di noi”.
Così ci scrive la nostra lettrice Francesca V. nel denunciare il lento, continuo degradare del quartiere Collina Fleming, “il quartiere di mio padre e mia nonna, del quale ho molti bei ricordi legati alla mia famiglia. Ho sempre voluto bene a questa zona e infatti da qualche mese mi sono trasferita qui ma ho vissuto il massimo della delusione. Da anni non lo frequentavo più con la stessa assiduità e non mi ero resa conto del degrado in cui si è inabissato. L’affetto incondizionato che provo per questo quartiere non mi ha fatto rendere conto prima di situazioni che solo ora, che lo vivo quotidianamente, mi ritrovo a constatare”.
“Il Fleming puzza – sostiene Francesca – puzza in maniera insopportabile, acre e pungente dei bisogni dei numerosi “amici a quattro zampe” che lo abitano. È disarmante viverlo ogni giorno, quando si va e si torna dall’ufficio, quando si va a fare la spesa. Camminare per il quartiere è orribile, per la puzza nauseabonda e per l’impossibilità di guardarsi intorno perché costretti a scrutare il marciapiede per fare lo slalom tra i bisogno non raccolti. E il peggio viene la sera perché la tenue, e quasi inesistente, illuminazione delle strade non permette di avere una chiara visuale e il rischio di calpestarli è sempre lì in agguato. E no, parliamoci chiaro: quando la calpesti (perché è inevitabile che succeda) non consola dire che porta bene, fa solo schifo!”
“Al Fleming – incalza Francesca – c’è uno status perenne di puzza insopportabile, ed è tutta colpa della maleducazione e del disinteresse totale degli abitanti di questa zona per il bene comune. E non mi venite a dire che è tutta la città così perché ormai Roma è una città che vive nel degrado, vi assicuro che in altri quartieri non c’è questa situazione. E non bastano i cartelli di preghiera dei negozianti e di alcuni condomini, sotto si trovano puntualmente le prove della vostra maleducazione e disinteresse. Per non parlare dei fenomeni che chiudono tutto in una bustina e la lasciano a terra”.
Ma non è solo questo l’unico motivo della delusione di Francesca. Ad aggravare il tutto sono i numerosi atti di vandalismo sulle automobili.
“Ci sono persone che si divertono a graffiare, ma che dico, a fare dei veri e propri graffiti sulle macchine senza un motivo apparente, solo per puro divertimento. Se si cammina per via Città della Pieve noterete che ogni sportello è stato firmato (e talvolta anche controfirmato) da questa persona, o gruppo (non si sa). Per non parlare di targhe svitate e vetri rotti, anche in quel caso per divertimento e non per rubare”.
“Pensavo che andare a vivere al Fleming sarebbe stato differente, non immaginavo che si fosse perso totalmente quel senso di appartenenza e di vita di quartiere che si respirava prima, e che l’inciviltà e la maleducazione avessero preso il sopravvento” afferma sconsolata Francesca sottolineando che questa sua lettera aperta vuole essere “una richiesta di aiuto a chi di competenza per aumentare i controlli, fare multe e tutto il necessario, ma ancor di più è una richiesta di coscienza alle persone che abitano il quartiere. Una richiesta di voler bene al luogo che ci ospita”.
“Se vedete che qualcuno danneggia una macchina denunciatelo e non limitatevi a riflettere su “per fortuna non l’ha fatto a me”, se vedete che il padrone di un cane non raccoglie i bisogni fermatelo, ditegli che sta sbagliando e che la puzza che si sente in giro, che respirano i bambini e tutti noi è anche colpa sua” conclude Francesca lanciando un accorato appello a chi abita al Fleming: “Facciamo tutti qualcosa, ricominciamo a voler bene al quartiere che ci ospita. Non dobbiamo adagiarci, non dobbiamo cedere al “tanto ormai è così”, iniziamo dalle piccole cose, ricominciamo a rispettare il bene comune”.
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Irresistibile occasione intervenire quando sappiamo di una donna in difficoltà come è in difficoltà la Signora Francesca che parla della sua tristezza, preferisce accollare quello che vede e che le crea tanto dolore ad una popolazione divenuta degenere e rinunciataria. Ma Gentile Signora Francesca come abbiamo avuto modo di sentire nel periodo che Lei ricorda c’erano più bestie di oggi e nessun vincolo sulle loro “produzioni”. Nel periodo che Lei ricorda il quartiere era abitato principalmente da ministeriali tranquilli e agiati, nel periodo che ricorda Lei l’economia locale era fiorente perché godeva di tali presenze, oggi c’è la crisi come Lei dovrebbe sapere riguarda proprio i cambiamenti globali ed epocali, tali cambiamenti sono dovuti proprio al periodo che Lei ricorda e che oggi presentano il conto con i noti cambiamenti climatici, per lo specifico problema da Lei segnalato possiamo accennare possa dipendere ai periodi di siccità che si alternano a periodi di piovosità intensa come ad esempio le recenti alluvioni, casi nuovi. Per questa ragione c’è chi non ritiene la raccolta delle “produzioni” o deizioni se proprio insiste, essere efficace come una quotidiana pulizia delle strade con getti di acqua.
Le persone fanno cose che qualcuno ritiene non giustificare la compagnia di un cane.
Ma la smetta di chiamare in causa i massimi sistemi! La compagnia di un cane è cosa buona e giusta, ma è ancora più giusto – oltre che d’obbligo – raccogliere le deiezioni dei nostri amici a quattro zampe. Senza dover aspettare le grandi piogge
Magari il degrado dipendesse solo dai cani (o meglio dai loro padroni)! Sporcizia dappertutto, auto in doppia fila, alberature in stato comatoso, vigili urbani assenti, pulizia dei marciapiedi da parte dell’AMA inesistente…
Sono d’accordo con la Sig.ra Francesca, si dovrebbe iniziare comunque dal bene per le cose comuni, poi viene tutto il resto(servizi che nn funzionano etc.etc.).Per quanto riguarda gli amici a quattro zampe, purtroppo c’è da segnalare una minoranza di proprietari maleducati, che con i loro comportamenti mettono in cattiva luce tutti gli altri ,ma purtroppo dai commenti pubblicati mi pare di capire che non si può dire.
Saluti
Bizzarro leggere che c’è chi ritiene che la raccolta dei bisogni possa “non essere efficace” come una quotidiana pulizia.
E’evidente che la pulizia ci debba essere e che la debba fare chi è (già) pagato per questo, ma ciò non toglie che chi sporca non solo è un maleducato, non solo manca di rispetto a tutti i suoi concittadini, ma non vuole nemmeno considerare che la pulizia ha un costo che è a carico di tutti. La pulizia ci deve essere e i maleducati no, solo così il sistema può essere “efficace”.
Mi faccio capire meglio con un esempio: chi sarebbe disposto a pagare per una pulizia quotidiana anziché settimanale (e quindi pagare 7 volte tanto) perché tutti i proprietari dei cani non vogliono raccogliere le proprie produzioni …quotidiane?
io frequeno spesso il quartiere Fleming e devo dire che più volte mi è venuto da pensare che si tratti di un luogo abitato prevalentemete da inciviltà e maleducazione. Al di là delle mancanze tante e gravi dell’amministrazione comunale, gli abitanti ci mettono veramente del loro a cominciare da chi possiede cani e ne lascia gli escrementi sui marciapiedi, dal posizionamento delle auto in doppia, terza fila, dall’intasamento nei pressi dei cassonetti. E’ vero che tutto il mondo è paese ma il Fleming lo è ancora di più. Chi lo considerava un quartiere “signorile”? Il quartiere forse sì, chi lo abita direi di no.
@Lorenzo,
solo per dire che la raccolta è una cosa di questi ultimi tempi, prima (scrive la nostra lettrice Francesca V. nel denunciare il lento, continuo degradare del quartiere Collina Fleming, “il quartiere di mio padre e mia nonna, del quale ho molti bei ricordi legati alla mia famiglia……) c’era più gente, più cani, nessun obbligo e nessuno si lamentava della puzza.
Abito al Fleming da 50 anni, continuativamente, e le deiezioni per terra ci sono sempre state !!! Forse c’erano meno cani ….ma anche meno cartoni depositati ” tal quale” davanti ai cassonetti in compagnia di materassi, espositori di farmacia, scarti di ogni tipo e altri rifiuti ingombranti! Ma ormai tutto fa brodo per criticare l’Amministrazione, anche la maleducazione dei cittadini, che , a giudicare da quanto sopra prevarica qualsiasi limite di civiltà anche nei “cosiddetti” quartieri signorili !! Un tempo non c’era nemmeno il “giardino dedicato ” ( sito in via Valdagno ) ma semplicemente c’erano maggiore educazione e rispetto della cosa pubblica .
Colpa della Raggi anche questo?
noi invece stiamo meglio di voi, perché abitiamo in via montespertoli una traversa di via di grottarossa alla tomba di nerone, come voi saprete abbiamo il parco papacci con all’interno il posto per i cani.invece c’è un traffico enorme in via montespertoli addirittura persone che portano due ed anche tre cani, se ne possono contare anche quaranta al giorno e solo qualcuno pulisce.Così siamo costretti a lavare la strada o a spargere della polvere per eliminare la puzza Ricordo pure che questa è una strada privata come tutte le altre strade vicine. E da noi non viene nessuno, ma paghiamo come gli altri.
Se ci riferiamo solamente alle deiezioni dei cani, oggi almeno qualcuno le raccoglie mentre negli anni “d’oro” nessuno lo faceva. Il quartiere purtroppo è sempre stato sporco, trascurato sia dai cittadini che dalle varie amministrazioni. Secondo me un ruolo lo potrebbero avere i commercianti e condominii, pulendo lo spazio antistante ll proprio palazzo o negozio, senza aspettare l’intervento dell’AMA che ormai è un’azienda in coma. Qualcuno già lo fa ma sono ancora troppo pochi. Ogni tanto vado negli USA e in giro raramente vedo spazzini mentre mi è capitato spesso di vedere negozianti e privati cittadini prendrsi cura degli spazi antistanti i propri negozi o abitazioni.
Un giorno, forse ancora molto, troppo lontano, si ricorderà il ‘900 e la prima metà del XXI secolo come anni di inciviltà in cui si portavano i cani in strada per espletare i propri bisogni, liquidi e solidi, dove si cammina, sui lampioni, sulle saracinesche dei negozi, sulle auto parcheggiate.
“Incredibile, quanto potevano essere incivili i nostri avi”, si dirà.
Sono certo, verrà quel giorno.
Ma ci vorrà molto tempo.